Prologo

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7 YEARS AGO
Era inverno, il castello era ricoperto di neve, guardando fuori dalla finestra si vedeva un paesaggio innevato, gelato come l'animo di Severus Piton mentre entrava nell'ufficio del preside.
-Severus, caro, accomodati.-
L'uomo attraversò lo studio a grandi falcate fino a sedersi di fronte allo stregone dai capelli bianchi.
-Albus- disse per salutare. Il preside era serio e turbato come lo era stato poche volte in vita sua, d'altra parte il professore di pozioni, nonostante avesse notato il turbamento del preside, era completamente impassibile.
-Severus ho brutte notizie. È arrivato un gufo dal Ministero. Dei mangiatore ancora fedeli a Voldemort hanno attaccato una casa babbana. Un uomo è morto.-
-E perché me lo stai dicendo?- chiese il pozionosta sempre impassibile.
-L'uomo che è morto è il padre di Hermione Granger, la madre fortunatamente non si trovava in casa ed è sopravvissuta. Degli auror sono intervenuti e hanno trasferito provvisoriamente la madre in una famiglia magica. Si suppone che abbiano attaccato per ottenere informazioni dalla ragazza su Harry finché non avranno trovato il modo di far tornare Voldemort.-
Piton rimase in silenzio, sapeva di conoscere Silente quanto bastava per poter dire che aveva altro da dirgli. La notizia della morte del padre di Hermione non l'aveva minimamente toccato. La maschera cinica, impassibile, dura che si era creato negli anni era ormai diventata parte di lui nascondendo quel ragazzo sensibile che era stato fino alla morte della donna che amava.
-Severus ti chiedo di andare a parlare con Hermione. Consolala, stalle vicino, parlale. Tu hai perso tua madre alla sua età, siete simili.-
Piton passò da impassibile a infuriato in meno di un secondo.
-Perché io devo fare da babysitter alla ragazzina, Minerva ha molto più tatto di me e con lei ha un rapporto, a differenza mia, lei non la odia. Non ho intenzione di asciugare le lacrime a una bambina.-
Il preside lo guardò quasi compiaciuto.
-Severus come ho detto prima siete simili, ho chiesto a te di aiutare Hermione e non a Minerva perché sono sicuro che saprai aiutarla. Non puoi ignorare la mia richiesta. Adesso vai vero il suo ufficio, starà parlando con Hermione proprio ora.-
Piton si alzò scocciato e si avviò verso l'ufficio in cui la Granger era appena entrata.
-Hermione cara, accomodati, devo comunicarti una spiacevole notizia.-
La ragazzina si sedette alla scrivania della propria capocasa, entusiasta delle vacanze imminenti ma allo stesso tempo intimorita dalla notizia della professoressa.
-Questa mattina è arrivato un gufo dal Ministero. Mentre tua madre era fuori casa dei mangiamorte sono entrati in casa tua e hanno attaccato, tuo padre non ce l'ha fatta.-
La ragazza venne travolta da un turbinio di emozioni. Era triste, arrabbiata, nervosa, preoccupata, terrorizzata.
-Mia mamma?- riuscì a dire quasi tremando.
-Tua madre è stata soccorsa da un gruppo di auror, è stata trasferita in una casa di maghi finché la tua non sarà nuovamente sicura. Il preside pensa che sia meglio che tu passi qui le vacanze invernali, sarai più al sicuro.-
Hermione non riusciva a dire niente, non sapeva che fare, suo padre era morto. Si rese conto di star piangendo, allora corse fuori dall'ufficio della professoressa di trasfigurazione.
Proprio in quel momento Severus Piton entrò nel cortile e vide la ragazza correre verso il ponte per i giardini. Non si mise nemmeno a rincorrerla per vedere dove fosse andata, la seguì lentamente. Dopo poco la vide rannicchiata sotto un albero, singhiozzava talmente forte che l'avrebbero potuta sentire fino al lago nero, tremava come una foglia, indossava solo un maglione e quel giorno faceva talmente freddo che nessuno studente era fuori dal castello. Dentro Piton qualcosa si smosse vedendo quella ragazza in quello stato, aveva pensato di eseguire gli ordini del preside controvoglia, ma dopo aver visto Hermione in quello stato, i ricordi della morte di sua madre e di Lily gli tornarono in mente. Si avvicinò a Hermione, si tolse il mantello e glielo avvolse alle spalle sedendosi accanto a lei.
-Hermione-
La ragazza continuava a singhiozzare e alzò lo sguardo. Appena vide Piton lo guardò meravigliata, ma non proferì parola.
-Silente mi ha parlato dei tuoi genitori, mi dispiace-
La ragazza non sembrava aver intenzione di parlare e Piton non sapeva cosa dire, non era bravo a gestire i sentimenti delle persone.
-Cosa fa qui?- disse balbettando la ragazza.
Il professore non sapeva cosa dire.
-Se non torniamo al castello finiremo per congelarci, se non hai intenzione di tornare resto qui finché non ti calmi.-
Calò il silenzio ed insieme ad esso i singhiozzi della ragazza.
Severus in quel momento così delicato si lasciò travolgere dai ricordi e senza rendersene conto cominciò a raccontarle della morte che aveva segnato la sua vita.
-Avevo la tua età quando mia madre morì- Iniziò a dire guardando gli alberi in lontananza.
-Mio padre era un bastardo, un babbano alcolizzato. Passava le giornate a bere sul divano e la sera completamente sbronzo arrivava in cucina e picchiava me o mia madre o tutti e due, lei mi mandava sempre in camera mia per proteggermi. Quando non la picchiava la insultava e io chiuso in camera mia sentivo tutto.-
Continuando a guardare gli alberi iniziò a piangere senza accorgersene.
-Evitavo mio padre ogni volta che potevo, ero un ragazzo magrino e pallido a cui nessuno voleva bene, ma mia madre passava con me tutte le giornate, ero felice quando stavo con lei. Quando andai a Hogwarts pregai mia madre di andarsene di casa, non volevo che quel bastardo la continuasse a picchiarla ma non mi ascoltò. Una sera verso la fine dell'anno finì per ammazzarla. Dalla sua morte evitavo mio padre ogni volta che potevo, non tornavo mai a casa se non per qui due mesi di vacanze estive che erano sempre una tragedia.- Solo a quel punto alla fine del suo racconto si rese conto che Hermione aveva smesso di singhiozzare e lo stava guardando con due occhi rossi dalle lacrime. Ormai lo aveva visto piangere, non aveva senso rimettere la maschera del cinico professore di pozioni. Si alzò in piedi.
-Allora signorina Granger, torniamo al castello?- Disse asciugandosi le lacrime con la manica della giacca e accennando quello che sarebbe dovuto essere un sorriso.
Hermione annuì.

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