35. Imprevisti

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Ella.

Mercoledì 16 Ottobre.

«TU ED HUNTER KADE-» l'urlo di Curtis riecheggia nella piazzetta antistante all'ingresso del nostro liceo che, alle otto del mattino, è pieno di studenti. Studenti che hanno appena sentito l'urlo da gallina del mio migliore amico.

«Cazzo Curtis non urlare!» Mi fiondo su di lui per tappargli la bocca, dopo aver attirato inevitabilmente una decina di sguardi curiosi su di noi.

Ho dovuto raccontare tutto anche a lui, dopo aver fatto un resoconto meno dettagliato possibile a Maddie ieri sera. È stato al quanto imbarazzante, visto che lei pesava e giudicava ogni azione svolta nella conversazione fra me ed Hunter. E non solo.

«Ti comporti come se non sapessimo che prima o poi sarebbe successo, idio-» Maddie si interrompe, rabbugliandosi subito dopo, consapevole di doverci andare piano con Curt in questo periodo: dopo la notizia della gravidanza di Isabelle è diventato molto irascibile ed assente. Sta mattina ha una brutta cera, sembra non aver dormito e ha gli occhi rossi di chi si è disperato troppo. Non abbiamo avuto il coraggio di fare domande, ci siamo limitate a stringerlo in un abbraccio, al seguito del quale lui ci ha letteralmente scrollate di dosso, affermando di stare bene e di non aver bisogno di essere compatito. Non lo biasimo: col tempo capirà che l'unica intenzione che abbiamo è quella di aiutarlo ad ogni costo. Stargli vicine.

Sta visibilmente provando ad essere il solito Curtis allegro e spensierato, ma glielo si legge nello sguardo che qualcosa non va, e quel qualcosa è appena scesa dalla sua lussuosa macchina rossa fiammante, affiancata da un suo amico di cui adesso non ricordo il nome, il quale gli passa un braccio intorno alle spalle in un gesto protettivo. Ci passano davanti ed Isabelle non si volta nemmeno per un secondo a guardare nella nostra direzione, nonostante il suo viso assuma un'espressione triste e insicura. Non l'ho mai vista in questo modo. Subito i nostri sguardi scattano preoccupati su Curtis che ha un'aria afflitta e, dopo aver serrato un paio di volte la mascella, senza neanche guardarci, si incammina dall'altra parte della scuola.

«Curtis» prova a richiamarlo Maddie, ma lui non vuole sentire ragioni e continua a camminare, imperterrito.

«Curtis!» Le grida dietro lei, prima di partire all'inseguimento, con i pugni stesi contro i fianchi.

«Fermati!» Io rimango impietrita sul posto, indecisa su cosa fare.

«Ehi!» Lo raggiunge e lo afferra per il braccio, cosa che lo fa voltare con gli occhi sbarrati e le guance rosse di rabbia. La gela sul posto con uno sguardo fermo.

«Ne parliamo in un altro momento.» Si limita a dire prima di girarsi e continuare, lasciando Maddie a bocca aperta, a guardarlo andare via a passo svelto e rabbioso.

La raggiungo, posandole una mano sulla spalla. Lei continua a guardare il punto in cui c'era Curt due secondi fa, prima di girare l'angolo.

«Cosa... come dobbiamo...»prova a chiedere lei ed io scuoto la testa in modo sincero.

«Non ne ho la più pallida idea.»

***

«Non mi sembra una buona idea, Mads.»

«Se Curtis non ci vuole parlare c'è solo un'altra pista da seguire.»

𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐁𝐄𝐋𝐎𝐖 - ɴᴏɴ ғᴀʀᴛɪ ᴛʀᴀsᴄɪɴᴀʀᴇ ɪɴ ʙᴀssᴏDove le storie prendono vita. Scoprilo ora