Ella.
Sabato 6 ottobre.
《Chi era quello?》 Chiedo ad Hunter una volta che ci siamo allontanati dalla folla di persone.
Avendo notato il viso ancora contratto in una smorfia di disappunto ho aspettato che fossimo solo io e lui, in modo da metterlo in trappola. Poi nel caso si fosse arrabbiato e avesse iniziato ad urlare non lo avrebbe sentito nessuno
《Nessuno di cui valga la pena parlare.》 Secco e coinciso, non mi guarda nemmeno mentre sale a bordo dell'auto sportiva, dopo aver messo il borsone nel bagagliaio. Si gira a guardarmi solo quando mi nota ferma davanti allo sportello del lato del passeggero.
《Non sali?》 Chiede accigliandosi.
《Se hai intenzione di mantenere la conversazione su questo tono durante tutto il tragitto preferisco farla a piedi.》 Incrocio le braccia al petto.
Lui sospira, sporgendosi ad aprire lo sportello dalla mia parte.
《Va bene, scusa.》 Il tono leggermente scocciato, ma percepisco sincerità nella sua voce.
《Hunter Kade si è davvero appena scusato con me? O mio Dio. Lo segnerò di sicuro sul calendario.》 Dico con un tono falsamente emozionato, facendolo ridacchiare.
《C'è una prima volta per tutto.》 Mette in moto la macchina ed io mi appresto ad allacciare la cintura di sicurezza, l'ultima volta che sono salita in quest'auto sono scesa con il voltastomaco per la velocità a cui prendeva le curve.***
《Come mai ti interessa così tanto di un ragazzo che hai visto una volta sola e per due secondi?》 Mi chiede di punto in bianco, mentre posteggia l'auto di fronte casa mia.
In un primo momento rimango interdetta, non sono davvero interessata al tipo degli Scorpions, più che altro vorrei tanto sapere quale pensiero tormenti Hunter.
Dovresti superarla, Kade.
Così gli aveva detto il ragazzo dagli occhi color pece ed ho percepito qualcosa rompersi in Hunter: come se l'equilibrio precario che era riuscito a raggiungere dopo tanto tempo avesse vacillato.
《Non mi interessa quel ragazzo.》 Ribatto, lisciandomi nervosamente la gonna.
《Allora perché mi hai chiesto di lui?》 Domanda voltandosi completamente verso di me, tanto siamo fermi di fronte a casa mia e i miei non ci sono.
《Non lo so, ho percepito della tensione fra voi due e volevo accertarmi che fosse tutto ok.》
《Ti stavi preoccupando per me?》 Scopre un bellissimo sorriso, capace di inebriare ogni cellula del mio corpo.
《N-no, cioè, credo che chiunque si ssrebbe fatto quella domanda, nel senso che-》
《Ella Monroe si preoccupa per me, gente!》 Esulta, scostando una ciocca di capelli che mi era caduta davanti agli occhi e sfiorandomi volonariamente la guancia.
《Non ti montare la testa. Ti ripeto che non mi stavo preoccupando proprio per nessuno. Sono solo una tipa curiosa.》 Faccio spallucce, ignorando il desiderio che lui continui a sfiorarmi ancora, come ha appena fatto.Cosa sto dicendo.
《Non ti devi vergognare, faccio questo effetto su un sacco di ragazze.》 Dice sorridendo, facendomi un po' morire il sorriso sulle labbra.
Non posso far a meno di pensare al suo sapore sulla mia bocca, al suo tocco delicato sui miei fianchi e al fatto che sicuramente, molte altre ragazze hanno già provato queste sensazioni con lui. E per quanto non voglia, un moto di delusione mi investe completamente.
《Non intendevo che... scusa, sono un coglione.》 Si passa una mano sulla fronte.
《Wow. È già la seconda volta che ti scusi, forse allora sono davvero così fortunata.》 Dico in tono amaro.
《Grazie del passaggio.》 Faccio per aprire lo sportello ma lui mi blocca, facendomi rivivere un piccolo deja-vu.
《Non andartene.》 Chiede quasi implorando, mi volto quindi nella sua direzione, attonita.
《Perché non dovrei? Sono stanca e i miei mi staranno sicuramente aspettando.》
《Non mentirmi.》 Afferma con sguardo di rimprovero.
《Su cosa dovrei mentirti?》
《So che i tuoi non ci sono, le luci sono spente e non c'è nessuna macchina nel vialetto oltre la mia.》 Resto in silenzio.
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𝐃𝐎𝐖𝐍 𝐁𝐄𝐋𝐎𝐖 - ɴᴏɴ ғᴀʀᴛɪ ᴛʀᴀsᴄɪɴᴀʀᴇ ɪɴ ʙᴀssᴏ
Fanfiction«𝑀𝑒𝑛𝑡𝑟𝑒 𝑎𝑛𝑛𝑒𝑔𝑜 𝑖𝑛 𝑞𝑢𝑒𝑠𝑡𝑜 𝑚𝑎𝑟𝑒 𝑑𝑖 𝑐𝑎𝑠𝑖𝑛𝑖, 𝑖𝑙 𝑠𝑢𝑜 𝑠𝑔𝑢𝑎𝑟𝑑𝑜 𝑟𝑎𝑠𝑠𝑖𝑐𝑢𝑟𝑎𝑛𝑡𝑒 𝑒'𝑖𝑙 𝑚𝑖𝑜 𝑢𝑛𝑖𝑐𝑜 𝑟𝑒𝑠𝑝𝑖𝑟𝑜.» Ella Monroe è una semplice ragazza di 18 anni, timida e riservata, che nella vita...