Capitolo 3

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Anno 2014.

Trepidanti sorrisi sembravano solcare animi un tempo uniti, su per il territorio Bolognese.

Il desiderio di scoprire come sarebbe andato a finire quel secondo d'intermezzo, che sarebbe arrivato allora o ancora fra poco.

La trepidante attesa ad interessare gli animi era differente; ma l'unione a distinguerli fra la folla era proprio la loro attesa completamente differente – scopi diversi di un'ansia assassina ad inquietare i loro battiti.

La presunzione di avere tutto sotto controllo per una;

Ed il terrore di non rispondere adeguatamente alle aspettative per lui.

Ed il bello è che entrambi avevano un che di incredibilmente infondato a solcargli la mente.

Si potrebbe persino dire siano "anime gemelle", se non fosse che il destino li ritenga come impossibilmente compatibili.

Lui pronto per il suo nuovo colloquio di lavoro – incredibile agitazione a pervadergli l'anima; un tremolio sovragitato di quell'unica speranza ancora presente a solcargli le vie del cuore.
Vene ormai incandescenti, per i numerosi colpi che il ragazzo poteva dire ormai di aver subito.

La discrepanza dell'autorevolezza, costantemente presente ad invadergli i pensieri; la presunzione di non poter riuscire a superare quei limiti che da sempre gli erano stati imposti, e che lui non aveva mai avuto la forza di superare; un coraggio e delle abilità effettivamente presenti – così come il suo valore d'animo –; ma di cui non riusciva assolutamente ad accorgersi.

Forse per il suo passato non troppo felice... il disperato bisogno di gradire e di essere amato; il continuo terrore che le aspettative che la gente aveva di lui, non sarebbe mai riuscito a superarle.
Il calore terrificante della paura ad invadergli l'animo.

Si può definire calore, perchè temperatura, gradi... capaci di una brinatura assolutamente raggelante.
Tutti quei dannati pensieri gli stavano rovinando e deturpando il cervello; ma lo stavano anche portando ad un peggioramento della salute considerevole.

"Ma l'agitazione è per i deboli", si diceva... eppure non era ancora stato in grado di dimostrare primariamente a sè stesso, quanto forte effettivamente fosse.

I bei tempi andati dell'adolescenza, avevano effettivamente deturpato il suo cuore, fino al rendere il ragazzo visibilmente, incredibilmente apatico.

Peccato però, che ciò lo si dica sempre dei più sensibili; quelli che per il cuore hanno ideato un piedistallo, disponibile al raggiungimento solo per pochi... eppure fra quei pochi non risiede mai nemmeno lo stesso proprietario. La desolazione accompagna i battiti, la fa da maggiore rispetto alla tristezza – possibilità rara, ma comunque realizzabile.

Entrò nel, in realtà piccolo palazzo, e si preparò all'incontro con il proprietario: un suo vecchio amico, che non aveva incontrato ormai dai tempi dell'università, fino però, a qualche mese addietro, alla festa di laurea della fidanzata di un suo amico, che era riuscito a portarlo con sè al locale, nonostante la recalcitranza del ragazzo.

Ci teneva ancora abbastanza ai suoi studi universitari, e per questo aveva utilizzato la scusa di doversi preparare per un esame importante... per poi fallire miseramente nell'impresa: usare una scusa del genere con un amico, significava solamente che, o denigrava il suo quoziente intellettivo, o disprezzava direttamente l'idea di passare del tempo con lui.
Era importante lo studio, lo sapeva; solo i suoi amici e conoscenti erano ormai persino meglio a conoscenza di lui stesso, quanto odiasse la materia di studio ed i corsi presso cui era iscritto il ragazzo.

Apparenza | Nelson×DarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora