Capitolo 15

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Aprile

Il dolce e caldo riflettere dei raggi solari contro i finistrini dell'automobile di Nelson, appena giunta verso la direzione della giornata: i ragazzi avevano infatti pianificato di incontrarsi sui colli per passarvi così il pomeriggio.

Tra fotografie raffiguranti un gentile e spazioso panorama, e la decisione di visitare una delle tavole calde vicino, la prospettova che Nelson aveva della nuova giornata da vivere era sicuramente attraente.

Parcheggiò così la macchina, per poi avviarsi a piedi verso la meta già precisata: ci sarebbe voluto ancora qualche minuto per raggiungere il posto stabilito.

Non appena scese dall'automobile, però, una giovane e calda voce richiamarlo... Dario.
<<Già qui?>>

<<Sì, cos'è, siamo gli unici?>>

<<A quanto pare.
Senti, ti va se intanto ci incamminiamo?>>

Nelson gli risposa così tramite un suo semplice rialzamento delle spalle, in segno di assenso, per poi sbattere e chiudere lo sportello della propria auto, serrandolo così a chiave.

Dario era in piedi a qualche metro di distanza, sia dalla propria auto che dallo stesso Nelson, che dopo averlo visto accorse verso il portabagli della sua vettura, per prendere lo zaino ricolmo di bottiglie d'acqua, che aveva portato per la giornata.

Purtroppo per loro il vento decise di non autoinvitarsi nel loro tragitto a piedi, abbandonandoli così a subire la torrida calura Primaverile.

Colui che fu a soffrire maggiormente l'alta temperatura fu Nelson, in vista della sciocca decisione di indossare una camicia, anche se non in flanella come le originali che tanto erano la sua passione, era comunque sicurammlente inadatta alla giornata.

Neanche Dario se la passava bene, dal canto suo, con su una vecchia maglietta bianca, con le fasi lunari stampatevi sopra.

Il motivo di una così terribile considerazione nei confronti dell'afa contemporanea, fu proprio il suo essere improvvisa: fino a pochi giorni prima, infatti, tutti i ragazzi temevano addirittura di incorrere nella pioggia, date le ultime previsioni meteo avute nel periodo.

A Dario scappò un'improvvisa risata, alla vista di come si stava mostrando già stanco Nelson, dopo neanche aver fatto già cento metri.
Già ansimava per la stanchezza, mentre cercava di levare la nebbia bianchiccia appena sviluppatasi per il vetro delle lenti dei propri occhiali.

<<Stanco?>>
Un sorriso allegro steso sul volto. Lo porse all'intercllocutore per un momento unico, prima di ritornare a fissare il proprio sguardo verso la stessa direzione dei propri piedi.

<<Diciamo che se non avessi la camicia mi sarei evitato tutto questo.>>

<<Sì certo, dai la colpa a lei!>>

<<Hey, non ti permettere eh!>>

<<Senti, ma non potresti togliertela direttamente invece di rischiare la morte per assolazione?>>
<<Non posso, non ho neanche la canottiera.>>
Rispose così, per poi decidere - la furbizia fino ad allora mancata a presenziate - di rigirarsi le quadrettate maiche fino ai gomiti - il massimo possibile - e di slacciare i primi tre bottoni del colletto.

Dopo qualche minuto ancora...
<<È una bella giornata, no?>>

<<Sì, se ti piacciono gl insetti.>>

Dario non capiva, non lo capiva Nelson; rise nuovamente, dato il suo starsi lamentando, ormai da camminata intrapresa.

<<Se vedi bene, lì c'è la sala radio...>>
Indicò poi un punto preciso in mezzo al paesaggio cittadino.

Era lo stesso palazzo della radio, in cui i due avevano lavorato assieme ormai anni prima: lì si erano reincontrati per la prima volta.

<<Oh, sì me lo ricordo... e ricordo anche come abbiamo litigato per quel posto.>> Disse Nelson, per poi scoppiare a ridere.

Erano passati anni ormai, da quando avevano litigato l'ultima volta per quello... il rancore ormai scomparso del tutto.
Nelson aveva imparato ad adeguarsi; aveva capito come litigare fosse la cosa più sciocca da fare.

In fondo era lui il primo a cominciare sempre i loro litigi.

<<Senti, ti va se ci fermiamo un attimo?>>
<<Cavoli, già sfinito?>>

<<No, voglio solo parlare.>>
Il tono si rese più serio, ed il volto con un'espressione impercettibilmente più cupa.

Si accasciarono quindi a terra, con Nelson seduto a gambe incrociate e con lo sguardo volto verso il paesaggio, mentre Dario ancora accosciato, semplicemente - lo sguardo volto verso la figura di Nelson.

In un qualche modo si erano scambiati le personalità, sembrò.

<<Senti, riguardo ai litigi...>>
<<Sì, mi ricordo.>> Pronunciò Dario interrompendolo.

<<Ehm, sì... Volevo scusarmi. Ero solo dispiaciuto, perché avevo perso un amico e stavo per perdere anche il lavoro.>>
Non è mai stato per colpa di Greta, in verità.
Non lo è mai stato.

<<Ci credi se ti dico la stessa cosa?>>

Una flebile risata a mischiarsi con lo stanco respiro di Nelson.
<<Sì, lo so... però intendo seriamente. A ripensarci, è stato sciocco da parte mia credere sempre di incolparti per qualcosa che tu non avevi commesso.>>
Lì Dario pensò al suo fidanzamento con Greta, il tentativo di sostituirlo alla radio e di disturbarlo nel suo stesso canale YouTube.

Tutte cose in verità false, da parte sua... ma no, Nelson non intendeva quelle.

<<Senti Nelson, se a te ancora provoca dispiacere tranquillo. Te l'ho detto già anni fa tanto, che per me era tutto okay.>>

Quando Nelson voltò il viso per ribattere, probabilmente, il grido simpatico di Cesare, affiancato da Tonno, giunse alle orecchie.

Nelson fu il primo a rialzarsi, lasciando così leggermente sbigottito Dario, che stava ormai cominciando a credere realmente anche lui, nel fatto che Nelson volesse dirgli qualcosa.

Sarebbe stato capace di pregarlo persino, pur di estorcergli quelle stesse parole che sembravano star desiderando di strozzare i suoi battiti, sopprimere i suoi polmoni, seccargli la gola ed occludergli la bocca.

Più ci pensava, più Dario credeva nell'effettiva veritarietà di ciò che aveva interpretato stesse importunando l'amico.

Rialzatosi, Nelson notò così anche la presenza bassa di Nicolas - la cui plumbea capigliatura a mostrarsi sempre più folta, e quasi indomabile - ,e con poco dietro di lui ancora c'era la figura di Frank a mostrarsi.

Sempre le mani infilate nelle tasche; sempre lo sguardo a girovagare, quasi fosse annoiato, verso ciò che lo circondava. Sembrava anche lui spaesato come Dario, ormai rialzatosi qualche secondo dopo di Nelson, e nonostante il suo costante ed ostentato desiderio di rimanere fuori dalle situazioni sentimentali che incutevano timore ed interessavano, in generale, i propri amici, Frank riuscì ad accorgersi come Nelson avesse deciso di ravvivarsi ed avvicinarsi a loro nuovi giunti nella campagna - rifacendo tutto il percorso sterrato all'indietro - ,non appena intravista la figura di Dario nuovamente in piedi accanto a sè.

Probabile che lo stesse evitando?

Apparenza | Nelson×DarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora