Capitolo 4

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Tre mesi dopo...

<<..Sì, non importa. No, no, va bene.. Comunque domani pomeriggio torno in radio. ...No, no, tutto okay.
Beh, in realtà non lo so perché, ma mi hanno chiamato. Hanno detto solo fosse per una cosa importante, poi non so più niente. Si, va bene, ciao Giulia, sì, ciao!>>

Queste furono le frasi che distrassero Nelson durante tutto il suo percorso in supermercato: doveva assolutamente trovare dei chiodi, che fossero abbastanza grandi da poter reggere le mensole, utili per la nuova libreria che aveva comprato.
Aveva appena deciso di affittare un nuovo appartamento, e per l'occasione si era impegnato in un'ardua ricerca del mobilio adatto.

<<Nelson?>> Una voce lo chiamò a girarsi, non appena il ragazzo riuscì a trovare l'oggetto al centro del suo interesse, sin da quando, circa cinque minuti prima, aveva messo piede in quel negozio; a giusto un isolato di distanza dal suo appartamento.

Nelson, allora, accettò di girarsi, non avendo comunque riconosciuto ancora la voce femminile che l'aveva appena richiamato.
Non aveva un così gran numero di amiche ragazze, e certamente a quell'ora del giorno - le cinque del pomeriggio - sarebbe stato abbastanza surreale, da parte loro, venire allo stesso supermercato abituale di Nelson - vivendo comunque, ognuna, così lontano da lui.
Erano amiche di liceo e conoscenti d'università, oppure ancora amiche conosciute grazie a Tonno, alla fidanzata di suo cugino ed al loro amico Federico.
L'ennesimo particolare ad averlo reso dubbioso, all'ascolto di quel richiamare il suo nome, fu poi il particolare che nessuna delle sue conoscenti avesse un tono anche minimamente simile: abbastanza dolce, ma comunque stridulo, senza contare l'espressione sicuramente stranita e di stupore che doveva aver acquisito per chiamarlo.

Ed in effetti, il ragazzo non riuscì a riconoscerla, di primo acchito, neanche una volta incrociati i loro sguardi. <<Greta?>>
La ragazza subito annuì, con su un'espressione che era ancora un misto di stupore e gioia.

<<Come stai?>> Chiese lui.
Probabilmente lo aveva fatto solo per gentilezza ed educazione; perchè, nonostante tutto il tempo che era passato dal loro ultimo incontro - quando si erano lasciati ormai tre anni prima -, ugualmente il ragazzo aveva mantenuto un certo senso di disprezzo, nei confronti della sua figura.

Era ovvio che ci soffrisse, era stata la sua prima ragazza, il suo primo amore!

<<Bene, bene. Tu?>>
<<Sì.. anch'io abbastanza bene. ...Vivi qui vicino ora?>> Disse, alludendo al fatto che l'ultimo quartiere in cui sapeva che la ragazza avesse vissuto, fosse almeno a due chilometri di distanza dalla posizione stessa in cui era quel suoermercato.

<<Sì, mi sono trasferita. Ora ho una casa mia... a quel palazzo giallo all'angolo.>>
<<Ah, sì, l'ho visto... Come mai vivi da sola? Pensavo che avresti scelto di convivere, terminato il liceo.>>
<<Mi sono lasciata da poco.>>
<<Ah.>>
<<Sai, alla fine quel Dario Matassa non era proprio un genio...>>

<<Ah, sì? Da quanto?>>
<<Tre mesi.>>
<<Mi dispiace..>>
<<Non importa. Migliorerà... Tu, invece? Qualcuna?>>
<<Sì, in effetti c'è qualcuna... si chiama "Giulia".>>

<<Oh, beh, buon per te allora. Ci si rivede, eh!>>
<<Sì, ciao!>>
Poi, la ragazza gli lasciò una pacca sulla spalla e se ne andò; lasciando così Nelson tornare a casa, con decine di gelati in confezione, latte e cereali e.. l'essersi completamente dimenticato di prendere i chiodi per il suo nuovo scaffale.

♧~~~~~~♧~~~~~~♧

<<Come sarebbe che sono stato licenziato?!>>
<<Nelson calmati. Guarda che troverai sicuro un altro posto.>>

<<Di sicuro anche migliore di questo.>> Borbottò poi qualcuno, probabilmente il fonico della sala radio, già seduto all'interno dell'ufficio di registrazione.
Al sentirlo, il capo di Nelson lo fulminò con lo sguardo. <<Tu è meglio che stai zitto, eh!>>
Disse, prima di ricevere poi una semplice alzata di spalle, come in segno di "Io non ho detto nulla, tranquillo."

<<Luca, non puoi farmi questo!>> Urlò poi Nelson, riprendendo il litigio con il capo di lavoro, il proprietario della radio, Luca.
<<Senti, se proprio ci tieni allora penserò... penserò a chiedere a Dario di rifiutare l'incarico, se no vi toccherà di lavorare assieme. Sicuro che non te vuoi andare?>>
<<Ci mancherebbe!>>
<<Va bene, allora lo chiamo...>>

<<Dario? Sì, sono Luca. Senti, abbiamo bisogno di te alla radio, ora. Puoi venire?
...Verso le sette? Oh, okay.>>

<<Allora?>> Pronunciò poi, leggermente spazientito, Nelson.
<<Ha detto che può venire solo alle sette.>>
<<Ah, e poi sarei io quello che dovrebbe essere cacciato?!>>

<<Sì, ma Nelson, capiscilo, lui ha l'università!>>
<<Pure io ci vado, ma ugualmente non te n'è mai importato niente... E siamo pure amici.>>
<<Anche lui è mio amico.>>

<<D'accordo... E come si chiamerebbe, allora? Vorrei evitare di chiamarlo male durante le trasmissioni, se proprio dobbiamo lavorare assieme, allora.>>

<<Oh. Dario Matassa!>>

Non l'aveva riconosciuto, ma quel nome gli era estremamente familiare.

Apparenza | Nelson×DarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora