Capitolo 19

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<<Che avete scordato ora? Stavo dormendo!>>

Quella situazione a viversi sembrava troppo similare.

Lo stanco grido di Nelson ad alzarsi per tutto l'appartamento, in quell'una di notte appena giunta, dato il lungo tempo trascorso per pulire il salotto e la cucina del piccolo appartamento, subito dopo aver visto tutti i suoi ospiti abbandonarlo, e nonostante il gentile aiuto ricevuto già sia dal cugino che da Cesare.

Il sangue sembrò raggelarsi all'istante nel momento esatto in cui, spalancata la porta senza neanche guardare prima dallo spioncino della porta - come fatto invece nel sogno da pochi giorni avuto -, mostrando la possente figura di Dario stanziale sull'uscio.

Era fermo e sembrava anche lui provare una chi sa quale sensazione di disagio... alla fine il sogno avuto - anche da lui - non era poi così differente dalla realtà.

<<Ciao Nelson, scusa per l'ora... ehm, credo di aver scordato il cappello in salotto, io- >>
Le labbra dell'altro lo catturarono, le sue mani a stringergli il viso improvvisamente; la lingua a bramare la sua ed a pregarlo di visitare la sua bocca, per incontrare quella di Dario.

Uno stringersi possessivo ed incredibilmente desideroso del contatto provato. Sognare si sa, equivale a desiderare.

Lo spingere improvviso delle spalle di Dario verso il muro vicino, subito accanto all'entrata, portando il suo corpo dentro l'appartamento e serrando la porta dietro i loro passi. Un braccio di Nelson a tendersi per sbattere la scura porta, mentre le mani dell'altro a vagare desiderose per il suo corpo, nel frattempo.

Il braccio sinistro di Dario a preoccuparsi di mantenere stretto quel fianco, che da tempo il ragazzo aveva desiderato di toccare, sperando di non doversi scusare poi per l' "averlo urtato per sbaglio"; il palmo steso della mano, con le dita a sfiorare il tessuto della bianca maglietta del pigiama di Nelson.
Il braccio destro, invece, a preoccuparsi di tirare verso il proprio corpo quello di Nelson, sporto invece all'ndietro per la giusta intenzione di chiudere la porta di casa.

Le bramose labbra, posate sull'ampio collo di Nelson; con la lingua ad assoarorare il torpore della carne; probabilmente gesti dati da un'improvvisa tristezza per il distanziamento delle labbra.

Chiusa la porta a chiave - una manovra sicuramente più veloce da svolgere se invece priva di impedimenti - ,le labbra rosee a tornare a scontrarsi, con morsi ed il desiderio di averle, sempre di più su di sè, proprie e di cui mai più privarsi, da parte di Dario.

Era un contatto desiderato da fin troppo tempo, e per evitare di svegliarsi la mattina successiva con ancora la pessima sensazione di star vivendo una realtà impossibile, si regalarono quindi, improvvisamente, dei pizzichi per la pelle.

<<C-che fai?>> Domandò quindi, con il respiro affannoso, Nelson, scorgendo una mano di Dario allontanarsi da lui, per stringere piuttosto la sua stessa pelle.

<<Niente, non importa.>> Un sorriso evidente a solcare le labbra di Dario, allora sicuramente e decisamente felice, accortosi che sì, era davvero la realtà quella.

<<Cos'è, hai avuto la mja stessa idea ora?>> Domandò, quindi, dopo un pò Dario, vedendo attuare da Nelson lo stesso comportamento delle mani, da ppco svolto da lui stesso.

<<Stai zitto e baciami, piuttosto.>>

Le lingue desiderose a scontrarsi, a cingersi ed a condividere una danza vivace, decisamente svelta dato il desiderio e l'incredulità ancora presente ad interessare gli animi, riguardo il momento.

Ancora, il collo di Dario a venir assaporato dai languidi baci di Nelson, con le mani allora strette sui fianchi dell'altro, appena sopra il livello del bacino.
Il collo teso all'indietro ed il capo posato a contatto con il muro bianchiccio.
Il respiro era affannoso e quella situazione stava divenendo troppo stretta per i suoi gusti.

Portk quindi la mano sinistra a sfiorare il capo di Nelson, facendo quindi sembrare a lui volesse offrirgli una carezza, quando in verità il fine era diverso.

<<Ehm... il, il cappello volevi?>>
Si ritrovò quindi a chiedergli, fra un bacio e l'altro sul così interessante per lui, in quel momento, collo di Dario.
I soffi caldi emanati ad ogni parola emessa, offrivano un incredibile torpore alla sua pelle.

Dario avrebbe desiderato stringerlo a sè ancora di più, ed in tutt'altro modo... altre condizioni.

<<G-già.>>

Il corpo di Nelson si distaccò quindi completamente, offrendo così un'immensa solitudine a quello di Dario, rimasto ormai libero vicino al muro dell'ingresso del piccolo appartamento.

Gli arrivò così, dopo un pò, il berretto bluastro che aveva dimenticato, ostentando così un'espressione evidentemente confusa, prima di ritrovarsi nuovamente le labbra di Nelson indosso, le quali come fossero ormai divenute calamita non sembravano più volersi distaccare dalle sue, poco più spesse - entrambe le paia di labbra comunque incredibilmente arrossate per i movimenti fino a poco prima svolti.

Aneliti a sollevarsi per l'aere; bramosi, ancora insoddisfatti si presumevano.

Il respiro sempre più affannoso era liberato dalle loro narici, ed il torpore del corpo dell'altra sembrava averli incatenati a sè, come se ne necessitassero realmente.

Si desideravano, come mai probabilmente nella vita.

Alla fine, aspettare così tanto tempo era realmente servito.

Era come se stessero sfogando i desideri mai espressi in tanti anni, di contatto fisico, come baci, carezze ed abbracci, quasi l'esserne privi l'avesse, fino ad allora, lasciati senza respiro.

Necessitavano di quel contatto, incredibilmente.

Quasi non capivano il perchè di una tale mancanza di controllo, infatti.

Le spalle di Nelson vennero così strette sotto la stretta delle mani di Dario, desideroso di distaccarsi dal muro, ed il cui corpo veniva quindi, allora, spinto da Nelson verso il resto della casa.
Era chiaro ad entrambi quale fosse il suo intento.

<<N-Nelson, io... - >>

<<Ti amo!>>

Un improvviso stupore, velo probabilmente di tristezza, all'idea di aver aspettato così tanto tempo, a rialzarsi per l'aria, mentre gli occhi di Nelson, come attenti scrutatori, attendevano imperterriti una risposta.

<<Ecco, non... non devi rispondere se non vuoi... >>
<<Ti amo anch'io. Da anni.>>

Subito Nelson si riappopriò quindi delle sue labbra, allora finalmente deciso dei propri intentie sicuro dei propri sentimenti ed emozioni.

Lo portò quindi, spingendolo per le spalle, ad avanzare verso la porta della propria stanza - sfortunatamente per loro anche l'ultima a mostrarsi nella casa.
Il tragitto evidenziò ancora di più loro i desideri e quanta passione erano desiderosi di provare e mostrare l'altro.

Arrancando, data la vicinanza e ristrettezza dei passi di entrambi, riuscirono quindi a giungere dentro la camera.
Veloce Dario si ritrovò così spinto per cadere sul letto dell'altro, mentre il castano stringeva il suo capo fra le mani, durante il bacio sempre languido e ricolmo di passione.

Le mani poi a scorrere verso i fianchi ed il petto, incontrando le rialzate braccia di Dario che stringevano i fianchi del più alto.

Veloce, Nelson fece quindi alzare lui le braccia, spogliandolo della plumbea maglietta a coprirlo, permettendosi così di sfiorargli il petto senza esseri di alcun tipo ad intromettersi nel suo intento.
Il calore emanato dalla sua pelle, già sudata per la stagione corrente, fece quindi crollare l'ultimo scrimolo di controllo che Nelson poteva dire di possedere, gettandolo ed innamorandosi incredibilmente di quel corpo, che aveva avuto rare opportunità di vedere in quei tanti anni che condividevano di conoscenza.
Allora, però, potè ammirarlo.

Apparenza | Nelson×DarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora