Capitolo 11

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Ormai accettato il suo destino, perciò, Nelson decise di cominciare il suo lavoro di pulizie, riguardante il ligneo tavolo del set.

Solo poi avrebbe capito, come anche tutti i suoi colleghi, come fosse stata grave la scelta di non usare mai una tovaglia polimerica durante le registrazioni - per qualsiasi fine fossero dedicate.
Ripulire quella bruna superficie sarebbe stato sempre un'impresa incredibile.

<<He-erm.>> Emise Dario, per rendere cosciente il padrone di casa della sua continua presenza in casa.

Il riccioluto gli dedicò l'attenzione di semplicemente un rialzamento dello sguardo, verso la figura appena divenuta rumorosa, per poi ritornare con l'attenzione esclusiva verso le pulizie.

Aveva preso uno straccetto della cucina, dalla tonalità grigiastra e che, orobabilmente al momento della compravendita era il doppio della grandezza.
Usava metterlo in lavatrice, ed era probabile che un tale metodo di lavaggio fosse incredibilmente scorretto.

<<Non puoi usare quel detersivo.>>
Parlava in modo frettoloso, forse perchè colto da un incredibile ed improvviso imbarazzo.

Se non per la presenza di Cesare nell'altra ala della piccola casa, allora, lui e Dario e Nelson potevano effettivamente definirsi come soli.

<<Eh?>> Forse l'imbarazzo aveva colto anche Nelson.
<<Dico, che non puoi usare quel detersivo.>>

Dopo qualche attimo di silenzio: <<E perchè no?>>
<<È per le superfici metalliche. Rischi di rovinare il tavolo, e così anche il set.>>

Non si erano probabilmente più ritrovati a parlare da soli, sin dall'incontro pomeridiano a casa di Tonno, ormai mesi prima.

Ma non sembrava provocato solo da quello, l'imbarazzo...

Vi era una strana parvenza ad aleggiare nell'aria, ed era probabile che nessuno dei due se ne fosse accorto, ormai terribilmente concentrati sul proprio senso di disagio.

<<Ecco, usa questo.>>
Un rosato liquido ad essere passato da Dario e contenuto dentro una trasparente bottiglia. L'aveva ritirato esattamente dal proprio zaino.

Il commento a susseguire un tale gesto, era più che naturale abbandonasse le labbra di Nelson.
<<Te lo sei portato da casa?>>

<<Tengo molto all'igiene, e dato come stavi pulendo poco fa il tavolo, a quanto pare ho avuto una buona idea nel comprarlo.>>

Nelson era incredulo. Non si capacitava che il ragazzo non fosse cambiato di una virgola, in tutti gli anni che erano passati, dal loro primo incontro.
<<Sei rimasto preciso come prima, allora!>>

<<Sì.>>

Forse un vacuo sorriso era riuscito a scolpire i loro volti, ma l'improvviso rendersi più serio - forse anche severo, apatico - del volto di Nelson, ha poi provocato il diretto incupirsi del volto di Dario.

I sorrisi scomparvero, così come anche l'improvviso desiderio di Dario di apparire simpatico.

Non si annunciava una conversazione allegra.

Anche se, in effetti, loro due non ne avevano mai avute realmente di questo genere, neanche da ragazzi.

Nelson sapeva parlare dei più svariati argomenti, e Dario non era mai stato certo se quel suo, forse essere fin troppo loquace fosse dato dalla sua stessa presenza, e quindi accettata, forse anche voluta, oppure per un semplice desiderio di liberarsi dei propri pensieri.

Nel corso degli anni avrebbe poi capito che era capace di parlare in quel modo, così forse fin troppo interessato, solo quando si sentiva più a suo agio.

Dalle labbra del riccioluto, straordinariamente, uscì un ennesimo suono.
<<Sai... per un pò credo di aver sofferto più perché eravamo amici, piuttosto che solo per Greta.>>

<<Ma non siamo mai stati realmente legati.>>

<<Sì. Lo so.>>

Possibile che fosse un'espressione delusa?

<<Comunque non puoi strofinare così.>> Cercò di sviare dal doloroso argomento Dario.

<<Eh?>>
<<Devi fare movimenti rotatori! Non puoi passare direttamente così lo strofinaccio, in maniera retta!>>
<<E perchè no?>>
<<Rimangono le strisce.>>

Un cenno di confusione varcò il volto di Nelson, poi però sostituito da incredibile stupore, in vista del gesto appena attuato da Dario...

Aveva scelto di andare anche lui direttamente davanti al colorato e confusionario set, per aiutare il castano nella pulizia.
Gli rubò lo strofinaccio, facendo sfiorare le proprie spalle, per poi attuare il consiglio dato poco prima.

L'imarazzo del riccio fu maggiormente provocato dal fatto che il ragazzo si trovasse direttamente davanti a sè, e lui non aveva neanche ancora osato spostarsi. Era rimasto immobile dietro la sua grande schiena, con le scapole a sporgersi talvolta, in vista dei movimenti compiuti.

Un rossore a coprire improvvisamente il volto di Nelson.

Quando poi Dario bloccò i propri movimenti, decise di ritornare dall'altro lato del salotto e del tavolo, per guardare in volto il proprio interlocutore.

<<Anche a me è mancato.>> Fu un bisbiglio, ma forse anche un urlo troppo doloroso, per il suo petto.

Il cuore a tentare di scappare dalla cassa toracica.

Perchè, la scelta improvvisa di avvicinarsi a Nelson...

...non aveva provato proprio dei bassi livelli cardiovascolari.

<<Forse... Forse potremmo ricominciare. Da capo.>>
Estremo stupore avvolse il volto di Dario.

<<Mi farebbe piacere.>>

<<Tutto okay quindi?>> Domanda Nelson.

<<Si.>>

N. d'a

Qualsiasi genere di commento è bene accetto, fra i più offensivi a quelli più disperati, basta solo che siano riferiti a me, non a loro.

Avremo un altro modo per seguire Dario; è ancora qui, non ci ha abbandonati🖤.

Apparenza | Nelson×DarioDove le storie prendono vita. Scoprilo ora