Experiment pt.2

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Mi chiusi la porta alle spalle, finendo di sistemarmi i capelli, quando notai Erwin venire verso di me
-Ma dove eri finito? Sei sparito per un sacco di tempo, sono tutti tornati al lavoro-
-Davvero? Non mi ero accorto fosse passato così tanto tempo- ammisi -Stavo cercando di farmi passare il mal di testa- il biondo sapeva quanto potevano essere devastanti le mie emicranie, quindi annuii
-E dov'è Eren?- chiese poi -Era venuto a cercarti, ma è sparito anche lui. Non c'è che te lo sei mangiato?- scherzò
-Molto divertente. No, è solo in bagno- puntai con il dito alla porta alle mie spalle -Fino adesso mi ha aiutato per il mal di testa- sorpassai il mio capo e mi diressi al bancone, non aveva motivo di dubitare della mia parola, non che avessi mentito, in fondo avevo detto la verità; ero molto più calmo rispetto a prima, il che mi aiutava a riflettere senza farmi coinvolgere troppo dai sentimenti. Già. Ero fottutamente calmo, come non lo ero da tempo; ero tornato apatico e sicuro di me come non ero da giorni, dall'incontro con il misterioso scagnozzo di mio zio per la precisione.
Il ragazzo castano rientrò nella sala guardandosi intorno, si accorse di essere rimasto solo, poi mi vide seduto al bancone e si affrettò a raggiungermi. Provai pietà per lui, una pietà distaccata e totalmente razionale: l'avevo usato a mio vantaggio, ma non me ne pentivo, in fondo i patti erano chiari fin dall'inizio. Senza rivolgergli la parola, misi i soldi sul bancone e mi allontanai verso l'uscita, pronto a tornare al mio lavoro.

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