"Luke, passami quell'onigiri!" esclamò Jo che ancora stava masticando un uramaki mentre teneva in mano un temaki ed un sashimi.
Luke rise, prendendo in mano l'onigiri e porgendoglielo "A te, amante del sushi" Jo gli sorrise riconoscente, prendendolo ed addentandolo senza finire di mangiare l'altro pezzo di sushi.
"Guarda che non te li ruba nessuno, non serve che tu faccia l'ingorda" disse Luke, ridendo.
"Non rompere" biascicò la ragazza, masticando "Sono troppo buoni. Mi chiedo come possa tu continuare a mangiare quelle alette di pollo anziché prendere del buonissimo sushi."
Luke inarcò un sopracciglio, guardando l'aletta che teneva in mano "É buonissima, che vuoi da me?"
La ragazza alzò gli occhi al cielo "ti convincerò a mangiare sushi con me, lo giuro."
"Ma guarda che a me piace il sushi" rispose Luke, ridendo.
La ragazza lo guardò male "Sei uno stronzo."
Luke rise e prese un onigiri, dandogli un morso, quando sentì il cellulare che aveva in tasca vibrare, quindi lo prese e lo sbloccò, trovando un messaggio.
<hey ciao, sali appena puoi>
Non appena lo ebbe letto inarcò un sopracciglio confuso, perché il numero non era salvato tra i contatti.
Spense il telefono e lo rimise in tasca, finendo di mangiare il proprio onigiri "Buonissimo comunque, devo darti ragione" disse, guardando Jo, quando il cellulare vibrò nuovamente varie volte di seguito.
Sbuffando Luke lo prese e lo sbloccò, entrando nuovamente in quella chat.
<oddio, sono un coglione>
<scusami>
<ho dimenticato che tu non hai il mio numero>
<sono Michael, mi sono fatto passare il tuo numero da Jo>
<se hai voglia di darmi una mano a fare la tinta, vieni pure di sopra>
<sono nella mia stanza, dal lato opposto del corridoio rispetto alla tua e due porte più avanti>
<ho la musica a palla, dovresti riconoscerla>Luke rise leggendo la serie di messaggi e mandò un "arrivo tra poco" in risposta, per poi fare un cenno a Jo "Michael mi ha chiesto di salire per aiutarlo a farsi la tinta, torno appena abbiamo finito"
La ragazza annuì, con la bocca troppo piena di sushi per poter parlare, e gli fece un cenno con la mano guardandolo andare verso le scale.
Una volta al piano di sopra Luke iniziò a camminare verso quella che doveva essere la stanza di Michael, sentendolo cantare una canzone sconosciuta a tutto volume.
Bussò alla porta che, dopo qualche secondo, si aprì, mostrandogli Michael con i capelli appena decolorati fradici, un paio di pantaloncini neri ed il petto nudo, con alcune gocce d'acqua che scendevano.
Subito il biondo arrossì, distogliendo lo sguardo e passandosi una mano tra i capelli, a disagio "Uhm, scusa... Tu hai detto di salire ed io..."
"Tranquillo, ti ho aperto io la porta -rispose Michael, ridendo e facendogli cenno di entrare -E poi la maglia non la ho perché non vorrei sporcarla di tinta".
Luke annuì, entrando nella stanza e guardandosi intorno.
Alle pareti erano appesi tutti i dischi della band di cui Michael faceva parte, il letto matrimoniale era completamente disfatto e sulla sedia davanti alla scrivania nell'angolo della camera erano poggiati più vestiti di quanti Luke ne avesse in tutta la casa.
Sulla scrivania erano invece poggiati vari fogli ricoperti di scritte ed una matita, alcuni libri ed un gamepad che probabilmente serviva per giocare ai videogames sul televisore appeso sulla parete di fronte al letto.
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Quarantine with Michael Clifford // Muke
FanfictionIl governo ha preannunciato una quarantena a causa di una malattia che si sta diffondendo per il mondo. La casa discografica di Michael, un famoso cantante e chitarrista, pensa che sia il momento giusto per pubblicizzarlo. Viene così indetto un conc...