(ri)comincia il matriarcato (finale 1)

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Mentre Nairobi stava soffocando, gli altri avevano scoperto che Gandía era fuggito. Il piccolo strumento con i parametri vitali di Nairobi, che Tokyo aveva agganciato alla cintura, iniziò a suonare e allora tutti si fiondarono da lei. Nairobi aveva colpito più volte Gandía con una siringa, al collo e quando arrivò la sua infermiera, lui scappò. I suoi compagni arrivarono tardi e Gandía era sparito. Lei fortunatamente stava bene ma non si potrebbe dire lo stesso del professore, che ogni 5 minuti si ritrovava in lacrime e con Marsiglia che lo consolava, finché quando ebbe il il tempo di rifletterci bene, capì che molto probabilmente, Lisbona era ancora viva. Nella banca, la caccia era aperta, ma Gandía si era nascosto nella panic room, dove si collocava tutto il suo armamento militare. Era armato fino ai denti, era deciso ad uccidere ed era difficile fermarlo. Per prima cosa, riuscì a catturare Tokyo, che teneva legata nella panic room. Tutta la banda si stava organizzando a catturare quell'uomo e a salvare Tokyo, ascoltando gli ordini che il Professore dava loro. Nairobi, piano piano, si stava riprendendo, era piena di morfina, ma questo non le impediva di essere quella di sempre.
- allora, come stai?
- meglio...grazie per tutto quello che stai facendo, Bogotà.
- beh, si sa che sei forte...
- sai quando ti ho detto che non ti toccherei neanche con un palo? Beh, ci sto pensando...
- ohhh, questa è una dichiarazione in piena regola. Ti vedo già con l'abito bianco, che cammini verso l'altare.
- aspetta, aspetta, aspetta! Vacci piano...non pensare che io ti dia l'ottavo figlio.
Detto ciò, Nairobi gli sorrise dolcemente e lui ricambiò. Anche se lei non voleva dargli un altro figlio, l'importante è che un passo era stato fatto e forse il buon Bogotà aveva una possibilità con lei. Chissà, magari lui sarà l'uomo giusto per lei; tutto quello che ha sempre desiderato era un uomo rispettoso, forte, sincero, intelligente e affascinante. Beh, Bogotà aveva qualche anno in più di lei, non era intelligente quanto il professore e neanche carino come Denver, ma in fondo le piaceva. Ricordiamoci che fino a pochissimo tempo prima, alla nostra Agata, piangeva quell'orsacchiotto di Helsinki.
- guarda che cosa ho costruito per te.
- che cos'è?!?
- una specie di motorino. Così potrai spostarti senza alcuno sforzo.
- che gesto dolce! Certo è un po' bruttino ma ci accontentiamo...hahahah.
- sapevo che non te ne saresti stata a letto e che avresti rifiutato l'aiuto di chiunque per camminare, perciò ho pensato a questo.
- grazie, davvero. Non potevi fare di meglio.
Gli ordini del Professore erano chiari; Bogotà avrebbe dovuto portare Nairobi nella biblioteca, insieme agli ostaggi, in modo che fosse al sicuro, evitando altri agguati da parte di Gandía. Tutti dovevano fare il possibile per proteggerla, dato che era la più vulnerabile del gruppo, ma lei si sentiva in dovere di continuare il suo lavoro.
- dai, mettiti il giubbotto antiproiettile.
- i ragazzi stanno lavorando di sotto?
- hanno smesso, hanno paura di Gandía. Sono lì con i fucili ad aspettare che si faccia vivo.
- cazzo! Dai, andiamo giù da loro!
- no! Mettiti il giubbotto e andiamo in biblioteca. Hai sentito il Professore.
- Bogotà, non farmi incazzare! Ho detto che scendiamo.
E così scesero e si diressero alla camera blindata, dove i saldatori attendevano Gandía tremando. Quando le porte del montacarichi si aprirono, i ragazzi puntarono subito i fucili.
- ma vi siete rincoglioniti?!? Sono io, sono tornata.
- scusaci.
- perché avete smesso di lavorare, eh? L'oro non si fonde da solo.
- abbiamo paura, signora. Non siamo stati chiamati per venire qui a sparare. Siamo saldatori.
- certo che no! Sapete, anch'io ho paura. E tu Bogotà?
- sì anch'io.
- anche Helsinki ha paura. E Denver e Rio che lo stanno cercando. Non vi riconosco più, i miei ragazzi non sono dei cacasotto. Siete gli uomini migliori che abbia mai conosciuto e anche quelli che mi hanno trattata meglio. Cosa credete? Di fare capolino con la testa quando Gandía arriverà, come dei conigli? Tutti abbiamo paura e sapete cosa fa più paura? Tornare a casa di sera da sola. Ma una donna continua a farlo, prende per mano la paura e continua a vivere. Perché bisogna vivere, signori. Bisogna vivere fino alla fine. Cazzo, fatevelo dire... mi avete fatta tornare dal mondo dei morti per farvi una predica?
Agata commossa si mise a ridere e così anche i ragazzi.
- che c'è? Non mi abbracciate neanche?
Tutti si avvicinarono per abbracciarla e quell'abbraccio fu così caloroso che non riuscirono a staccarsi. Matias, uno dei saldatori le disse:
- hey capo, bella la tua nuova Harley!
- ehi tu, non cominciare a sfottere, hahaha. Portatemi un campione di grana.
- ecco.
- no, no, no. Così non andiamo bene. Il diametro delle pepite sta aumentando troppo, aumentiamo la temperatura e andiamo più veloci, che qui siamo sotto di tre tonnellate rispetto al previsto.
Nairobi e Bogotà, salirono sul montacarichi per dirigersi nella biblioteca. Nairobi ormai era soddisfatta di aver parlato con loro e di averli convinti a continuare a lavorare, perciò ora poteva anche seguire gli ordini impartiti dal Professore.
- beh...che c'è? Ti sei irrigidito? Quando ti dicevo che non ti avrei toccato neanche con un palo, almeno ci provavi... e ora niente. Se ti sei ammorbidito, fammelo sapere.
- è che non voglio approfittarmi di te. Sei malaticcia.
- ahhh, ho capito. Va bene, aspettiamo che guarisca e poi andremo a cercare mio padre per farti chiedere la mia mano.
Bogotà si avvicinò a lei e la baciò. Lei lo guardò affettuosamente e gli disse:
- e che bacio è questo?
Si alzò e aggrappandosi a lui lo baciò appassionatamente. Il suo cuore si scaldò e non si sentiva così da tanto tempo ormai. Si sentiva al sicuro, da tutti e da tutto. Non che lei avesse bisogno di un uomo per essere indipendente e felice, ma adesso si sentiva più felice che mai. Il montacarichi si fermò e scattò l'allarme. Alla radio di Bogotà c'era Palermo che disse:
- Bogotà, dove siete? State bene?
- sì, noi stiamo bene. Che è successo?
- è quel bastardo. Ha lanciato una granata nell'ascensore, con Denver e Rio all'interno.
- cazzo!!! E come stanno?
- stiamo andando a recuperarli. Non portare Nairobi in biblioteca, il passaggio è bloccato. Non potete rischiare di incontrare Gandía. Mettila al sicuro.
- d'accordo, andremo nei bagni di sotto.
E così fecero. Al piano di sopra era iniziata una sparatoria con Gandía.
- hanno bisogno di aiuto.
- vai! Non ti preoccupare.
- sicura?
- sì, sì. Vai, forza!!
Bogotà aveva lasciato due M16 a Nairobi e quando sentì gli altri compagni che chiedevano aiuto, lasciò nel bagno Nairobi e li raggiunse.

Yo soy Agata (che il matriarcato abbia inizio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora