Difficoltà

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Agata era ormai alla fine dell'ottavo mese di gravidanza e i soldi non le mancavano, data la sua nova attività, aveva acquistato di tutto per il bambino. Ebbene sì, un maschio. Quella creatura già possedeva tanti vestitini, giochi, culla, passeggino...Agata era al settimo cielo. Jose l'aveva praticamente scollegata dalla sua vita, ma lei in parte era ancora collegata a lui, non perché provasse qualcosa per lui, ma piuttosto perché il suo bambino possedeva il dna di quel ragazzo che l'aveva abbandonata nel momento più delicato della sua vita.
Per fortuna durante la gravidanza, Berta la sostenne, la accompagnava ad ogni visita e inoltre aveva smesso completamente di assumere droga, anche se la vendeva. Berta era diventata il braccio destro di Agata negli affari, era la sua socia.
Un giorno le due ragazze dovevano fare una consegna molto speciale. Si trattava di vendere un'enorme quantità di droga ad un membro della mafia messicana. Ma come erano riuscite a farsi conoscere da quelle persone? Semplice, erano tra le più "importanti" narcotrafficanti della Spagna. Da quando Agata si separò da Jose, si diede molto da fare, lavorò sodo per suo figlio e questo la portò alla popolarità. È vero che ormai le due erano diventate "popolari", ma nessuno conosceva i loro nomi, né i loro volti. Questa fu fin da subito una strategia perfetta per non farsi scoprire da nessuno. Quel giorno però, si trattava di una cifra milionaria e perciò non potevano mandare nessuno al loro posto. Dovevano rischiare.
-amica mia, non sei di certo nella condizione di fare una cosa del genere. Scordatelo, non ti lascerò venire.
-non se ne parla, voglio esserci. Mi sono impegnata molto per avere una vita come quella che sto vivendo e non voglio...
-rovinartela, rischiando la vita, vero?
-volevo dire che non voglio sembrare poco credibile e rovinare i miei affari.
-Agata, non rovinerai i tuoi affari e poi i soldi non ti mancano. Se questa cosa dovesse finire male, ricordati che c'è di mezzo anche tuo figlio.
-se invece dovesse andare tutto bene, come è logico che sia, starò bene per tutta la vita così anche mio figlio. E anche tu. Capisci? Non dovremo più rischiare di essere beccate ogni giorno, potremo fare quello che ci pare e poi nessuno conosce le nostre identità, nessuno può denunciarci.
-non intendevo questo. Sai con chi abbiamo a che fare? Con dei mafiosi, gente pericolosa a cui non frega denunciarti, ma ucciderti, se necessario. Non proveranno pena per te, solo perché tu sei incinta.
-perché ti fai tutte queste paranoie eh?
-ascolta, se dovesse succederti qualcosa, non me lo perdonerei mai, capito? Ho giurato di proteggere te è il tuo bambino e finché potrò, lo farò. Il tuo, non è un buon piano, sappilo.
-solo perché ho deciso di aumentare il prezzo, dovrebbero uccidermi? Quelli sono uomini che amano negoziare!
-e come li minaccerai?
-se rifiutano, ritirerò la mia offerta. Accetteranno sicuramente, dato che hanno detto di averne un urgente bisogno. Siamo le uniche che hanno potuto procurarsi una grande quantità in così poco tempo, siamo le uniche a possederla. Probabilmente hanno qualche debito da saldare o sono stati minacciati. Non hanno scelta. Diremo loro che ci sono altri clienti pronti a portagliela via.
-tu sei matta. Fidati, vado io e faccio tutto io. Porterò uno dei nostri...
-non mi fermerai, per caso dovrei perdermi tutto il divertimento?
-promettimi che se andrà male, tu fuggirai, ti metterai in salvo. Andrai dove è logico che tu vada. Non pensare a me ma al bambino, ok? In fondo non ti conosce nessuno e non hanno prove su di te.
-e tu?
-non hanno prove neanche su di me, siamo state brave. Farò il possibile.
-d'accordo, ora andiamo. I nostri sono già lì.
Agata e Berta arrivarono al punto d'incontro, erano in anticipo. Si trovano in un capannone abbandonato, poco fuori città; erano le tre di pomeriggio e anche questo non era casuale. Agata aveva programmato tutto alla perfezione: se sarebbe successo qualcosa, erano vicini al centro ed era ancora chiaro fuori, in modo che qualcuno potesse arrivare in loro soccorso. Ora bastava solo aspettare. Agata aveva riempito un'auto con la cocaina e l'eroina, i messicani avevano fatto la stessa cosa con i soldi. Avrebbero dovuto solo scambiarsi le auto (rigorosamente rubate) con le chiavi già inserite, come prestabilito nell'accordo e andarsene. Chiunque avrebbe osato ingannare l'altro correva un grande rischio. Tutti i membri della banda di Agata indossavano un passamontagna per non essere visti in volto. Questo particolare importante, sfuggì ad Agata, infatti tra mafiosi non ci si può coprire il viso, altrimenti apparirebbe come un gesto di sfiducia nei loro confronti. Quando i messicani arrivarono, scesero dall'auto e il capo disse:
-volti coperti! Avete intenzione di fregarci? Non pensavo foste così inesperti...
- ecco l'auto con la merce, le chiavi sono hai inserite. Finiamola qui.
Improvvisamente uno dei messicani iniziò a sparare e gli altri agirono di conseguenza. Agata iniziò a correre verso l'auto con i soldi, mentre gli altri distraevano i messicani. Uno dei ragazzi salì in macchina con lei, gli altri due restarono con Berta. Agata sarebbe sicuramente tornata a prenderli. La ragazza udì uno sparo secco, frenò bruscamente e voltandosi vide Berta per terra, in una pozza di sangue. In lacrime eseguì gli ordini dell'amica, ovvero di mettersi in salvo, così accelerò e scappò con i soldi. Si presume che i due messicani sopravvissuti, siano scappati anch'essi con la droga, poco prima dell'arrivo della polizia.

Yo soy Agata (che il matriarcato abbia inizio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora