Troppo presto per esultare (finale 2)

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Prima di fuggire ovviamente bisognava riprendersi anche Raquel e per questo c'era il piano Parigi; consisteva nel rapirla durante il tragitto dal tribunale al carcere. Per questo il Professore aveva chiamato il gruppo di serbi che li aveva aiutati nella rapina precedente. Raquel finalmente era stata prelevata e poi portata da Marsiglia con un elicottero militare, sopra il tetto della banca di Spagna p, per ingannare la polizia. In questo modo stavano simulando un intervento di recupero per Gandía, che però era già morto. Raquel entrò nella banca e abbracciò affettuosamente Tokyo. La squadra esultò per il trionfo e il Professore in ascolto, si commosse. Raquel però colse di sorpresa il suo amato, dicendo di dover parlargli. Si mise la tuta rossa e si isolò per poter parlare con lui in privato. Tokyo e Nairobi però, origliarono tutta la conversazione:
- come stai? Come ti hanno trattato?
- io sto bene e il piano è stato geniale, davvero. Beh Alicia...oltre che a farmi cagare sotto, non mi ha toccato.
- cosa dovevi dirmi Raquel?
- ehm...già. Ecco, ti sono infinitamente grata per quello che hai fatto.
- beh, se avessero preso me, avresti dovuto mettere in atto tu il piano Parigi.
- no, non intendevo questo. Ti sono grata per tutto quello che hai fatto per me, durante tutto il tempo che siamo stati insieme. Però io mi sento un peso...per te. È ovvio che mi dirai che non è così, ma non voglio più metterti in pericolo e tantomeno mettere in pericolo mia figlia e mia madre. Loro sono le più vulnerabili in questa situazione è non voglio fare loro questo.
- Raquel, cosa mi stai dicendo?
- che non possiamo stare più insieme, per la sicurezza di entrambi. Se ci separiamo sarà meglio per tutti. La vera minaccia non sono io ma tu, l'Interpol e la CIA vuole te e finché io sarò con te, tu sarai in pericolo. Stavi quasi per consegnarti per salvare me. Io ti amo ma devo pensare al futuro di mia figlia. Una volta usciti da qui, riorganizzerò la mia vita. Non immagini quanto io mi senta male ma soprattutto in colpa, Sergio.
- ti capisco, ma ti assicuro che anch'io voglio il meglio per Paula e per tua madre. Tutto questo non è necessario, noi ci amiamo. Ti prego...abbiamo fatto degli sbagli ma dopo questa rapina, la nostra sicurezza non sarà più un problema.
- quindi se prenderanno qualcun altro della banda, tu non interverrai? No, certo che no! Correrai a salvare chiunque, ti conosco. Ed è giusto che tu lo faccia perché questa è una famiglia. Sai, forse la regola delle relazioni personali non era poi così esagerata. Hai visto come sono andate a finire le coppie dei Dalí... non giriamoci troppo intorno, così soffriremo di più.
- se è questo quello che vuoi, va bene ma...non voglio darti l'ultimo addio così, vorrei dartelo di persona.
- sì certo, ti amo Sergio e...perdonami.
- ti amo anch'io Raquel...
Raquel scoppiò a piangere e a quel punto Tokyo e Nairobi entrarono nella stanza per consolarla e dall'altro capo anche il Professore stava piangendo.
- hey, tesoro calmati. Non è colpa tua, questo è amore e lui lo sa. Non ti preoccupare...
- esatto, Nairobi ha ragione. E poi chissà, passeranno un po' di anni e poi non saremo più così tanto ricercati. Si dimenticheranno di noi e magari tornerete insieme. Sei stata molto coraggiosa e a volte la cosa migliore è lasciare andare le persone che si amano, io... l'ho fatto.
- sì sì ok, ora basta drammaticità. Dai bellezza, vieni a vedere il giochino che abbiamo montato di sotto. Preparati a lucidarti gli occhi ragazza mia. Che dici, la facciamo una collanina d'oro per Paula eh?
Nairobi accompagnò Raquel di sotto e il suo umore mutò non appena vide tutte le pepite d'oro presenti in quella stanza.
- abbiamo già installato il tubo da cui lo faremo uscire e a questo punto saremo le prime a vedere se funziona. Più tardi faremo una prova.
- d'accordo. Come fa la tua ferita?
- non male, è stato terribile credimi. L'unica cosa positiva in tutta questa pazzia, è che ho visto mio figlio. Non sai che gioia!
- oh si lo so! È l'unico riguardo che Alicia ha avuto nei tuoi confronti.
- può andare a farsi fottere quella bastarda. Quando uscirò da qui gliela farò pagare... lo giuro su mio figlio. Dimmi che non sono riusciti a trovare Paula...
- no, no. Lei fortunatamente è al sicuro. Se così non fosse morirei.
- già.
Mentre il Professore studiava le sue prossime mosse, la polizia era alle corde. Un video di Rio che denunciava le torture, era stato pubblicato e ora tutti quanti dovevano prendersi le proprie responsabilità. Il colonnello Tamayo ordinò all'ispettrice Sierra e a Prieto di confessare tutto alla stampa:
- Alicia, devi ammettere che sono state compiute azioni illegali. Devi aiutarci a mantenere pulite le istituzioni.
- e che faccio? Che dico? Che ho fatto tutto senza consultarmi con nessuno? Che è stato per una smagna professionale, per vedere se mi avrebbero dato la medaglia al merito della polizia? Già che mi prendo la colpa...beh affibbiami anche l'omicidio di Kennedy e l'attentato al Papa. Adesso vado e mi prendo la colpa di tutto.
- tanto la merda te la mangerai comunque. Ma non preoccuparti, prenderemo un giudice che screditerà le prove. Si, uno che terremo per i coglioni. Sarai sospesa dall'incarico ma continuerai ad essere pagata. Ti prometto che non metterai mai piede in carcere...
- me ne fotto di questo!
Nonostante le promesse di Tamayo, Alicia decise di dire tutta la verità, si assunse la colpa e inoltre affermò il totale sostegno e coinvolgimento del colonnello Tamayo e di tutti i suoi superiori. Aveva deciso di tradire la polizia per salvare se stessa e il suo bambino. Di certo non poteva rischiare di finire in carcere, credendo ad una semplice promessa di un collega. Tamayo ordinò subito un mandato di ricerca e cattura per l'ispettrice Sierra, che nel frattempo scappò e fece da sola, il lavoro che i Servizi Segreti, l'Interpol e la CIA non erano riusciti a fare. Indagando aveva scoperto da dove il Professore dirigeva la banda, arrivò al suo nascondiglio.
- fermo!
Intimò Sierra, sparando un colpo di pistola. Il Professore tremava e tra sé e sé pensava a come diamine quella donna era riuscita a trovarlo. Questo non l'aveva assolutamente previsto e la situazione precipitò.
- scacco matto, figlio di puttana...

Yo soy Agata (che il matriarcato abbia inizio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora