4 anni

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'La corte dichiara che la pena che dovrà scontare sarà di 4 anni, per possesso e vendita di droga', erano queste le parole che continuavano a ronzare nella testa di Agata. Quattro anni, quattro anni in cui non avrebbe visto il figlio, anni in cui Axel si sarebbe dimenticato di lei. Non aveva una via d'uscita, non le restava che aspettare. Molte volte le saltava in mente l'idea di tentare una fuga dal carcere ma ci ripensava ogni volta e non si decise mai a farlo. Si trovava bene con le sue compagne di cella, era una detenuta tranquilla tutto sommato, anche se ogni tanto partecipava a qualche rissa e finiva in isolamento. La vita in carcere è come l'acqua di un lavandino, si svuota molto rapidamente, in 4 anni si prosciuga, 4 anni di sofferenza e poi la libertà. Il giorno che Agata uscì di prigione era spaesata, non sapeva dove andare e nemmeno da chi andare. Il suo primo pensiero fu Axel, ma il bambino stava alle Canarie con la sua famiglia affidataria e lei di certo non poteva andare da lui. L'unica cosa sensata che avrebbe potuto fare era tornare da sua madre e così fece. Rimase molto stupita quando sua madre le disse che si era separata da suo padre, l'unica cosa positiva che era successa durante la sua permanenza in carcere. Agata era felice e quasi per un minuto si sentiva sollevata, ma non del tutto libera.
Agata voleva assolutamente riprendersi suo figlio ma questo comportava un viaggio costoso che non poteva permettersi perciò ricominciò a prendere per mano l'illegalità, falsificando banconote e vendendo droga di nuovo riuscì a mettere da parte un po' di soldi. Era nei pasticci fino al collo, mai si era sentita così debole in tutta la sua vita. Avrebbe voluto aggrapparsi ad una fune e tirarsi su, cercava disperatamente qualcuno o qualcosa che avrebbe potuto aiutarla finché un giorno ricevette una telefonata da parte di un uomo misterioso che disse:
- ho sentito tanto parlare di te e dicono che sei eccezionale. Vorrei acquistare una dose.
- ehm... d'accordo!? Cosa ti porto?
- ...la roba migliore che hai, mi fido di te. Ci vediamo al parco del Sol alle 17. Sii puntuale.
- va bene capo...?
Ad Agata pareva strano e sospetto. Chi gli aveva parlato di lei? D'accordo che era popolare nella sua zona ma con tutti gli spacciatori che si possono trovare, perché proprio lei!?!? Quell'uomo al telefono era stato preciso e sintetico e alla domanda 'che cosa ti porto' aveva esitato, un particolare molto importante questo. Solo dalla voce non sembrava un drogato, sembrava più che avesse un altro scopo è che quella non fosse una telefonata casuale.

Yo soy Agata (che il matriarcato abbia inizio)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora