3. Prendere una decisione

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Hermione corse come mai aveva fatto prima, sentendosi crollare il mondo addosso. Non capiva bene cosa stesse facendo. Perchè si era messa a correre come una pazza lasciando da soli e senza spiegazioni Harry e Ron, le cui facce dovevano essere molto simili a quelle delle persone pietrificate dal Basilisco?
Insomma, non era certo la prima volta che Malfoy la insultava. Eppure, quella volta, era stato diverso. Lo sguardo che l'aveva trascinata dentro gli occhi di Malfoy, al pub, aveva rievocato i ricordi di quella sera, alcune settimane prima, che le era sembrata così strana e così nuova, una situazione che mai si sarebbe immaginata di poter vivere.

Giunta nella sala comune, si infilò rapidamente nel dormitorio, dove rimase per un tempo che non seppe calcolare con precisione. Sapeva solo che aveva saltato il pranzo, e rimase nel suo letto fino a pomeriggio inoltrato, quando il sole stava già iniziando a calare. Solo allora si rese conto di quanto fosse affamata. L'appetito infatti le era completamente passato da quando quell'insulto le aveva sconvolto la giornata, come un fulmine a ciel sereno; le lacrime avevano continuato a scorrerle sulle guance arrossate per un tempo infinito, fin quando sembrarono esaurirsi. A quel punto Hermione si costrinse a pensare a fondo a ciò che le stava capitando, cercando di capire cosa fosse cambiato anche solo dall'anno prima.
Perchè essere insultata le faceva quell'effetto? O forse la domanda giusta era: perchè essere insultata da Malfoy le faceva quell'effetto? Ma era così sconvolta che non riuscì a riordinare nemmeno un paio di idee che sembrassero avere senso.
Perciò quando il suo stomaco iniziò a brontolare, si convinse a scendere per mangiare qualcosa, sicura che fosse ormai ora di cena. Era ben decisa a non incontrare nessuno, ma sfortunatamente le cose andarono un po' diversamente.

Nella sala comune trovò infatti Ginny, che con la solita gentilezza le disse che Ron e Harry l'avevano cercata e che avevano l'aria preoccupata.

Hermione rispose con un semplice gesto del capo, al che Ginny si insospettì e chiese: «Hermione, sei sicura di stare bene? Sembri sconvolta».

«Non preoccuparti, sto bene. Sono solo stata chiamata Mezzosangue e la cosa non mi è andata giù.»

Ginny annuì, comprensiva, e le disse che avrebbe trovato i due ragazzi in biblioteca. Hermione rimase delusa dal fatto che non fosse ancora ora di mangiare. Stava morendo di fame.
Cercando di apparire disinvolta, si incamminò decisa a trovare Ron e Harry.

Nei corridoi incontrò solo un paio di ragazzini spauriti del primo anno e arrivò in biblioteca più velocemente di quanto avrebbe voluto. Effettivamente i suoi amici erano lì, stranamente concentrati su un libro che pareva essere quello di Pozioni.

Appena sentirono i passi di Hermione alzarono la testa e Ron esclamò: «Miseriaccia Hermione, dove ti eri cacciata? Ma si può sapere che ti succede ultimamente?»

Hermione prese posto vicino a loro e con aria annoiata rispose semplicemente che non aveva preso bene l'insulto di Malfoy.

Harry allora si fece sospettoso e disse: «Ma Hermione, è soltanto lo stupido Malfoy di sempre. Non è la prima volta che ti insulta. Insomma, si può sapere che ti è preso?»

Hermione fu molto seccata dall'atteggiamento di entrambi; così, senza indugiare oltre, ritornò sui suoi passi e dimenticandosi di avere una fame allucinante si rinchiuse nel dormitorio fino al giorno seguente, sotto lo sguardo stupito di Ginny.

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A colazione, Harry si affrettò a scusarsi con Hermione, dicendo che non era stata loro intenzione offenderla e che sia lui che Ron erano solo molto stanchi e nervosi, dopo un pomeriggio passato a cercare di capire come fare quella dannata pozione Dilatante che Piton aveva assegnato loro.
Hermione annuì e si buttò sulle uova e sul porridge, senza preoccuparsi d'altro. Quel giorno non avevano nemmeno un'ora di lezione - evento assolutamente unico - in quanto gli insegnanti che avrebbero dovuto avere quel giorno (Flitwick, Binns e Trelawney) avevano una riunione assolutamente improrogabile al Ministero della Magia.

Come to me || Dramione Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora