"Riesci a sintonizzare una stazione radio?!" sbottò mio fratello dal sedile posteriore.
"Marmocchio non è colpa mia se in questa zona non prende nulla!"
"La smetterai mai di chiamarmi marmocchio?Ho 16 anni ora."16 anni. Non so quando sia cresciuto così in fretta.
Io e Finn abbiamo solo un anno e pochi mesi di differenza ma per me lui resterà sempre il mio fratellino."Ragazzi non litigate vi prego, siamo quasi arrivati." disse mia madre non togliendo lo sguardo dalla strada.
"Per fortuna che ci trasferiamo a sole poche ore da Seattle. Non potrei sopportare altre due ore in auto con te!"
Di risposta alzai il dito il medio e subito dopo mi presi un rimprovero da mia madre.
"Seattle e Portland distano un paio di ore ma stiamo comunque cambiando stato. Ricordate qualcosa della vostra città natale?"
"Considerando che siamo stati qui solo un anno e mezzo, no mamma non ricordiamo un bel nulla."Presi le cuffiette e iniziai a sentire la musica. Mi sembra tutto così assurdo.
"Sveglia Vic!"
Mio fratello aprì lo sportello dell'auto e quasi non caddi sull'asfalto bagnato.
Gli diedi un leggero schiaffo sulla nuca e presi le mie valigie.Mia madre aprì la porta di casa e portammo dentro tutte le nostre cose.
"È proprio come l'abbiamo lasciata, che ne pensate?"
Mia madre stava aprendo tutte le finestre per far entrare un po' d'aria e di luce.
"A parte la polvere, è carina ma si deve migliorare." dissi scuotendo la mano in aria.
"Sto morendo di sete..." disse mio fratello mentre apriva il frigo "...ma è vuoto!"
"Cosa ti aspettavi? Sono 16 anni che non mettiamo piede in questa casa."
"I nonni avranno dimenticato di fare la spesa..vado io adesso,tu Vic pulisci un po' casa."
"Con cosa?"
"Nel ripostiglio in giardino c'è tutto l'occorrente."Mia madre uscì di casa e mio fratello era già pronto a svignarsela.
"Non provarci marmocchio. Tu mi aiuterai."Un po' di ore dopo...
"Adesso possiamo considerarla casa."
Mi sedetti sul divano stanca morta, avevo bisogno di una doccia."Ragazzi sono tornata!"
Mia madre aveva con se più di dieci sacchetti.
"Cibooo!" urlò mio fratello dalle scale.
Alzai gli occhi in aria e mi piazzai davanti a lui.
"Mettiamo tutto in ordine e poi mangiamo."
Così facemmo.
"Ragazzi al supermercato ho incontrato una mia vecchia amica, Michaela."
"La vicina della nonna?"
"Quella è morta Finn."
"Oddio quando?"
"Finn quando sei nato aveva 90 anni!"
Fece spallucce e poi mia madre continuò a parlare.
"Ci ha invitato a cena questa sera. Quindi per le sette e mezza siate pronti."Guardai l'ora, sei e mezza. Misi le ultime cose apposto e mi diressi in quella che d'ora in poi sarebbe stata la mia nuova camera.
Era molto semplice, aveva le pareti bianche con una grande finestra con davanzale interno che dava sulla città.
Aprii la valigia, presi tutto l'occorrente e andai diritto in bagno per fare un bel bagno caldo.
Dopo essermi lavata scelsi cosa indossare.Mi piace fare shopping, vestirmi alla moda ma spesso optavo per la semplicità.
Di fatti scelsi un jeans, una maglietta bianca e delle convers.
Mi truccai leggermente e pettinai i miei lunghi capelli castano scuro."Eccomi!"
"Metti una giacca Vic, fa freschetto."
Presi il mio cardigan di lana grigio e finalmente partimmo.Osservavo Portland dal finestrino dell'auto.
Era davvero una bella città ma purtroppo non avevo nessun ricordo di essa, ero troppo piccola.
Spero tanto che questo trasferimento possa ricomporre gli Smith,almeno in parte."Siamo arrivati?"
"Si Finn. Sono sicura che adorerete la famiglia Miller."
Mia madre bussò al campanello e ad aprirci fu una donna più o meno sulla quarantina, come mia madre, con dei bellissimi occhi azzurri.
"Crystal! Prego entrate! Ciao ragazzi, io sono Michaela."
"Victoria"
"Finn"
Entrambi le stringemmo la mano e ci fece conoscere il restante della famiglia."Lei è mia figlia Maggie mentre questa piccola peste è mio figlio Jacob"
Il piccolo Jacob fu preso in braccio dalla mamma e, guardandoci, fece il tre con la sua piccola mano, simbolo che avesse tre anni.
Questa scena mi fece sorridere, i bimbi sono così puri ed innocenti.Maggie ed io durante la cena parlammo tutto il tempo.
Aveva la mia stessa età e frequenta quella che tra pochi giorni sarà la mia futura scuola.
Abbiamo molte cose in comune ed era molto simpatica, non mi sono annoiata mai."Che ne dici di andare a fare un giro? Ti faccio conoscere un po' la città."
Stranamente mia madre accettò ed insieme ci incamminammo verso non so dove."Come mai vi siete trasferiti?"
"Mio padre è morto quattro mesi fa. Questa è la mia città natale e così mia madre ha deciso di venire qui per poter ricomporre la famiglia."O almeno questo è quello che ha consigliato la psicologa.
"Oh mi dispiace tanto!"
Le ho detto la verità perché sono sicura che mia madre avrà raccontato tutto a Michaela, quindi meglio non fare figuracce con l'unica persona che conosco qui."Dove stiamo andando?" chiesi continuando ad osservare la città.
"In un locale, il Gracys. Va molto di moda qui, tutti quelli della nostra scuola lo frequentano."Dopo pochi minuti arrivammo al locale che, come mi aveva anticipato Maggie, era pieno di studenti tutti più o meno della nostra età.
"Conosci qualcuno..?"
"Sai Vic, sono molto timida,conosco poche persone ma posso presentarti il mio migliore amico!"
Le sorrisi ed entrammo nel locale.La musica era molto alta,tutti ballavano e bevevano.
Era un locale come tanti altri, anche a Seattle io e le mie amiche li frequentavamo."Vic, lui è Paul!" disse la mora mettendo un braccio intorno al biondino che stava flirtando con un bel ragazzo.
"Ciao Paul, io sono Victoria."
Paul mi sorrise e restammo a parlare li con lui ancora per un po'."Ragazzi io devo andare, mia madre è qui fuori."
"Vuoi che ti accompagniamo?"
"No grazie Maggie, ci sentiamo!"Mi feci spazio tra la folla ma prima di uscire mi scontrai con un ragazzo.
"Scusami! Non volevo..."
Il ragazzo mi guardò in modo strano e poi se ne andò. Sono così antipatiche qui le persone?È la prima persona antipatica che conosci qui..
Vero.
Hello everybody!!
Questo è il primo capitolo, spero vi piaccia💗
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The love you give || SHAWN MENDES
Fanfic"Cosa vuoi più di tutto Vic?" "Vorrei far sparire tutto il dolore che porto dentro." Il dolore ci uccide, ci cambia ma allo stesso tempo ci fortifica e ci rende vivi. Mi rende viva perché so di star vivendo, di star dando il meglio di me. Anche nel...