Capitolo 2

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"Vic svegliati!" urlò mio fratello un attimo prima che mi buttasse giù dal letto.

Oggi iniziavamo la scuola ed io ero molto agitata.
A Seattle conoscevo le stesse persone dai tempi dell'asilo, ora invece non conosco nessuno. Anzi le uniche persone che conosco sono Maggie e Paul ma non so nemmeno che corsi seguono.

"Vic sono pronto! Non voglio tardare il primo giorno di scuola."
"Eccomi!" scesi gli ultimi gradini velocemente quasi inciampando.
Io e Finn ci avviammo verso scuola che non distava molto da casa nostra.
"Ansia?" chiesi a mio fratello che non faceva altro che picchiettare le sue dita.
"Si. Spero di farmi degli amici."
"Finn tu sei il ragazzo più simpatico che abbia mai conosciuto, sono sicura che ti farai un sacco di amici."
"...non hai conosciuto molti ragazzi nella tua vita Vic.."

Touché.

Gli scompigliai i capelli e continuammo a camminare verso la scuola.

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"Bene ragazzi, questi sono i vostri corsi con i rispettivi orari. Eccovi le chiavi dei vostri armadietti, 410 per lei e 368 per te."
Il preside ci diede e le chiavi e poi continuò a parlare della scuola, di tutte le regole e tutte quelle cose noiose da ascoltare alle otto del mattino.
Dopo altri 10 minuti lasciammo la presidenza e ci dirigemmo verso i nostri armadietti per posare i libri.

La scuola era piena di studenti, giocatori di basket, di football e cheerleader, tutti che ci guardavano dalla testa ai piedi.
La campanella suonò.
"Pranziamo insieme dopo..?" chiese Finn con aria speranzosa.
"Ovvio."

Controllai il mio orario e alla prima ora avevo arte. La mia materia preferita.
L'aula si trovava al primo piano e non fu molto difficile trovarla.
Entrai e, a differenza delle mie aspettative, tutti i ragazzi del mio corso si presentarono.
Erano tutti così gentili e simpatici, anche la professoressa di arte, mrs. Moore, era molto brava. Riusciva a rendere la lezione attiva e in più era una donna davvero divertente.

Il suono della campanella ci informò che la lezione purtroppo era terminata.
Presi le mie cose e cercai di dirigermi verso l'armadietto.
Un po' faticai a causa dei tanti ragazzi e del mio scarso senso di orientamento.

"Guarda chi si rivede!!"
"Ciao Paul! Come stai?"
Ero contenta di vederlo, mi sentivo troppo sola.
"Alla grande, tu? L'ultimo anno sarà una bomba fidati!!"
Il suo sorriso a 32 denti gli illuminava il viso. Questo ragazzo trasmetteva davvero tanta positività, e ne avevo proprio bisogno.
"Madison ora scappo, ci vediamo dopo!!" esclamò il biondo dopo avermi dato il suo numero di telefono.

Le prossime ore proseguirono nell'aula di storia e matematica.
Devo dire che questa scuola mi sta piacendo.
Era molto simile alla mia di Seattle, solo che questa poteva offrire dei corsi migliori, ciò mi sarebbero poi stato utile per il college.

Finn mi aveva scritto un messaggio, si trovava in mensa.
A passo svelto mi diressi lì, chissà com'è il cibo in questa scuola.

"Eccomi marmocchio!"
Prendemmo qualcosa da mangiare e ci sedemmo ad un tavolo vuoto.
"Secondo te chi comanda qui?"
Io e mio fratello osservavamo tutti cercando di capire come funzionassero le cose in questa scuola.
"Decisamente loro."
Si riferiva ai giocatori di football.
"No, loro." indicai quelli di basket.
Mangiai un po' del mio panino e poi chiesi: "Conosciuto qualcuno?"
"Si, stranamente qui sono tutti simpatici."
"Esatto! A me si sono presentati tutti e mi facevano tante domande su Seattle."

Il pranzo fece un po' schifo, questa era la prima pecca. Per me il cibo è fondamentale e la scuola perdeva punti per questo.

"Vic che sta succedendo?"
Alzai lo sguardo verso la stessa direzione di Finn.
I giocatori di basket e di football che litigavano pesantemente.
Osservando la scena pensai 'ci sarà da divertirsi'.

"Finn sbrigati!!" alzai il tono della voce e chiusi la chiamata.
Mio fratello ha avuto la splendida idea di andare a vedere i vari campi da calcio e degli altri sport. E io sono qui ad aspettarlo come una fossi una cretina.

Tu sei una cretina..

"Ahia! Stai un po' attento la prossima volta!"
Un ragazzo alto due metri mi era appena venuto addosso.
"Scusami..aspetta ma tu sei quella che mi spinse qualche giorno fa al Gracys!"
Ecco come vengo ricordata, wow.
"Ah si,ecco dove ti avevo già visto."
"Piacere David."
"Victoria."
"Sei quella nuova giusto? Da dove vieni?"
"Si, sono io. Vivevo a Seattle ma questa è la mia città natale."
"Sono qui Vic!" il mio caro fratello mi aveva appena salvato.
"Bene,devo andare. Ciao David!"
Tagliai corto e con mio fratello ci avviamo verso casa.

"Chi era quel muscolo pompato?"
"David. Credo che giochi a football."
"Ammetti che ti ho salvato da un momento imbarazzante Vic!"
"Marmocchio solo perché non ho mai avuto un ragazzo non vuol dire che non ci sappia fare!"
"Vic, imitare gli atteggiamenti dei film non vuol dire saper flirtare."
Smisi di ascoltarlo e mi persi nei miei pensieri.

// // // // //

"Vic, il tuo telefono sta squillando!" urlò mia madre dal piano di sotto.
Come se poi non l'avessi sentito, ero solo impegnata.
"..pronto?"
"Ciao Vic! Sono Maggie, come stai?"
"Bene, oggi non ti ho vista."
"Ero impegnata a mostrare la scuola agli alunni di prima, tranquilla la mostrerò anche a te." esclamò procurandomi una risata, era una ragazza molto buffa.
"Ti va di venire al Gracys stasera? Un amico di Paul compie diciotto anni e ha organizzato una mega festa!"
"Certo ci sto, ma per l'una devo tornare a casa, mia madre su questo è un po' severa."
"Tranquilla anche la mia, è per questo che sono amiche!"
Ci mettemmo d'accordo sull'orario e poi andai a prepararmi.

Ci impiegai due ore per fare il tutto ma alla fine il risultato non mi dispiaceva affatto.
Raro momento di autostima alle stelle.

"Ragazze siamo arrivate!" disse mia madre fermandosi fuori al locale

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"Ragazze siamo arrivate!" disse mia madre fermandosi fuori al locale.
"Grazie mille signora Smith."
"State attente e chiamami pure Crystal!"
Scese dall'auto, tutti i ragazzi fuori al locale ci fecero dei vari "apprezzamenti" con qualche fischio.
La femminista che è in me voleva tanto prendere a pugni questi quattro deficienti e metterli a tacere ma non voglio creare casini a solo una settimana dal mio arrivo.

"Maggie ma di chi è il compleanno?"
"Di quello lì, Steve."
Mi indicò un ragazzo che era già ubriaco e stava già delirando.
"Non abbiamo nessun regalo.."
"Steve è uno dei più ricchi di Portland, e poi qui nessuno ha il regalo."
Ci avviammo verso il bancone per prendere da bere.
"Due Moscow mule!" urlò Maggie al barista per farsi sentire.
"Ciao bellezze!"
Abbracciai Paul,anche lui un po' brillo.
"Come va?"
"Sapete ho adocchiato quel tipo lì, vado a provarci!"
Magari essere così coraggiosi.

La serata procedeva bene, ci stavamo divertendo un sacco, ma la troppa musica mi aveva fatto venire un gran mal di testa.
"Maggie vado a prendere un po' d'aria."
Mi feci spazio tra la folla ed uscii dal locale.
"Vai già via Seattle?"
Chi stupido mi ha chiamato come una città?!
"David, che piacere vederti."

È chi poteva essere..

"Perché mi chiami con il nome della mia città?"
"È divertente.." rispose facendo spallucce.
Restai a parlare ancora un po' con lui,finché non venne Maggie.
"Prima che vai via..ti andrebbe di uscire con me?"

O cazzo...

"Ti faccio sapere va bene?" risposi più impacciata che mai.
"Si sì certo!"

"David, il giocatore di football più desiderato da tutte, vuole uscire con te!! È fantastico Vic."
"Perché sei così felice Maggie? A me non ha fatto una bella impressione. Mi sembra un po' stupido."
"No allora ascolta, l'amica della cugina di mio cugino, l'anno scorso ci è uscita e ha detto che  è un bravo ragazzo."
"E ora in che situazione sono?"
"Non si parlano più.."
"Ti sei risposta da sola Miller."

The love you give || SHAWN MENDES Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora