Legame tra i segugi e una rivelazione

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Nel frattempo Tara ritornò nella camera di Seras a giocare con il piccolo che era rimasto lì, ma non lo vide.
"Vladimir, dove sei?". Tara non si preoccupò, credeva che il piccolo si fosse nascosto oppure si era addormentato da qualche parte.
Controllo nella bara. Niente. Nel bagno. Niente. Dentro l'armadio. Niente.
Tara annusò l'aria per sentire l'odore del bambino, ma non c'era. Il segugio iniziò a preoccuparsi forse era uscito dalla stanza. Andò per i corridoi incontrando solo Walter che spolverava, ma appena la vide rimase sconcertato, lei era ancora ricoperta di sangue e le ferite non erano ancora rimarginate. Il fermo le servì in una ciotola una sacca di sangue che venne trangugiata all'instante e le pulì il manto quando terminò la lupa se ne andò. Continuò la ricerca, si recò perfino nel sotterraneo, nei pressi della stanza di Alucard. Non sentì nulla. Il panico arrivò subito, il piccolo era scomparso. A peggiore le cose, Cerberus uscì dal sotterraneo, con un enorme sorriso sul volto.
"Ciao, Tara. Ho sentito la tua paura appena sei arriva qui. Che ci fai davanti alla camera del mio padrone, stai aspettando qualcuno?". Il grosso cane la infastidì.
"Di sicuro non sto aspettando te e comunque non sono affari tuoi. Ora tolgo il disturbo."Il segugio bianco girò per andarsene quando una fitta di dolore improvvisamente la fece cadere a terra.
Cerberus rimase fermo lì quando vide il segugio bianco cadere al suolo, si avvicinò con aria divertita.
"Maledizione . . .". La lupa imprecò quando cadde a terra, cercò di rialzarsi più volte, ma appena faceva un passo ricadeva. Tentò ancora una volta quando riuscì a stare in equilibrio continuò a camminare ma riperse di nuovo, ma stavolta non cadde a terra, Cerberus si era appoggiato a lei in modo di farle da sostegno.
"Ti serve una zampa?". Il mastino nero le chiese con aria divertita.
"Assolutamente no, non ti chiederei mai aiuto, se ciò che intendi è solo umiliarmi". Il segugio ferito rispose ringhiando. Cercò di camminare senza appoggiarsi all'altro mastino, ma quello continuò a seguirla.
"Ovunque tu debba andare con quella ferita non andrai molto lontano, sdraiati e riposati". Stavolta il secondo segugio parlò seriamente.
Tara non poteva dirgli che stava cercando il bambino, lei continuò a camminare ignorando il consiglio del segugio nero, che quando la vide muoversi, si mise sopra di lei e usò il suo peso per farla sdraiare.
"Maledetto bastardo! Lasciami andare, togli quelle zampacce da me". Tara iniziò ad abbaiare e tentò di mordere il segugio sopra di lei, ma quello non si mosse e non disse una parola.
"Il mio non era un consiglio, era un ordine. Tu sei il segugio infernale della nascente del mio padrone, quindi io ti sono superiore, stai ferma e rilassati". Cerberus le spiegò secco.
Tara dovette ubbidire, sapeva qual'era la sua posizione, Cerberus aveva ragione. Tara si accasciò al suolo ma non smise di ringhiare. Il grande segugio si accucciò al fianco di quello più piccolo e la guardò dalla punta delle zampe fino alla punta del muso. Proprio lì in mezzo alla pancia della lupa vide un taglio profondo da cui continuava a sgorgare sangue, egli si avvicinò al corpo del segugio a fianco ed iniziò a lambire la ferita e il sangue che fuoriusciva quando lo fece sentì la lupa irrigidirsi e smise di ringhiare. Cerberus non aveva mai provato il sangue di uno dei suoi simili neanche di un vampiro, il suo padrone gli aveva sempre e solo permesso di nutrirsi dei nemici mezzi vampiri e di ghoul, ma quando provò il sangue della femmina capì cosa si era perso fino a quel momento.
Tara s'irrigidì quando sentì che il maschio al suo fianco si avvicinò a lei e poi iniziò a lambire la ferita insanguinata sulla pancia. Seras gli aveva raccontato che Alucard, la notte in cui aveva perso conoscenza, aveva avuto premura per lei, che le aveva leccato le lacrime e il volto e che l'aveva sfiorata. Tara non sarebbe rimasta imbambolata come la sua padrona. Quel tipo di confidenza non l'ha mai voluta ricevere da quel cane che si trovava al suo fianco, anche se era piacevole. Iniziò a ringhiare contro il maschio.
"Che stai facendo?". Tara cercò di allontanarsi, ma il maschio le mise una zampa sopra il collo e lei si mosse disperatamente.
"Stai ferma!". Il maschio abbaiò. " Ti sto curando, tu forse non lo sai, ma come i vampiri, anche noi abbiamo proprietà curative nella nostra saliva. Ora stai ferma e rilassati". Cerberus concluse.
Tara fece come aveva detto il cane nero, rimase immobile ma non riuscì a rilassarsi, il pensiero di Vladimir la preoccupava. Ogni tanto cercò di muoversi, perché la ferita continuava a dolerle ma il maschio continuò a ringhiarle, allora la lupa si sdraiò meglio e allungò le zampe dalla parte opposta in modo che l'altro potesse leccare la ferita meglio, ma anche per godersi meglio quella piacevole sensazione.
Cerberus vide la femmina gli aveva dato le spalle e allungò le zampe in modo che la pancia fosse stata più esposta, ma notò anche che alla femmina piaceva che lui la continuasse a leccare, continuò a leccare sempre più in profondità in modo che la ferita potesse guarire più in fretta. Dopo qualche minuto la ferita era rimarginata, ma lui continuò a leccarla, mentre la femmina continuava a rimanere lì sdraiata e rilassata per la piacevole guarigione, ella sapeva che ferita era ormai guarita ma non gli disse nulla quando continuò a carezzarla con la lingua sulla pancia.
Tara non riuscì a dire di smettere a Cerberus, era così piacevole che si dimenticò di ogni preoccupazione. Continuò a rimanere immobile quando sentì che il segugio nero aveva allungato la zampa più avanti, in modo che i loro manti si strofinassero.
"Hai altre ferite da qualche parte?". Cerberus chiesa alla femmina scherzosamente sapendo che era del tutto guarita, ma capì anche di aver guadagnato la fiducia della femmina con quella cura e forse non solo quella.
"Credo di essermi ferita al collo, puoi curarla?". Tara gli rispose con un pizzico di malizia negli occhi.
"Con estremo piacere". Il maschio disse e ridacchiò nella mente, mise la seconda zampa anteriore dietro il collo della femmina in modo che entrambi erano comodi.
Tara lasciò che il maschio mettesse la sua zampa sotto il collo che poi si stirò meglio così egli avrebbe potuto lambire di più e lei iniziò a scodinzolare per terra.
Cerberus iniziò lambirle il collo quando sentì la coda della femmina battere per terra, era felice. La felicità era reciproca, scodinzolò anche lui fino ad incontrare la coda della femmina che si girò dalla sua parte in maniera di tener le zampe in aria, lasciando il collo e la pancia tutta scoperta. Il maschio continuò a leccarla avidamente e la femmina fece lo stesso.
Tara si espose a lui per permettergli di lambirla dove voleva, il maschio iniziò a leccarla come un forsennato e lei iniziò a leccarlo sul suo collo e le sue zampe nere fino a che lo vide tremare.
Cerberus tremò quando si sentì addosso la sua lingua contro il suo pelo oscuro, questo gesto lo incoraggiò a mettersi sopra di lei, ma appena lo fece la lupa se lo scrollò di dosso e si alzò.
"Che stai facendo?". La femmina gli ringhiò contro, ella capì cosa voleva fare e sarebbe stata disposta dopo tutte quelle coccole, ma lui avrebbe dovuto lottare per averla.
"Quello che vogliamo entrambi". Cerberus le rispose, leccandosi il muso pieno di bava. Mai Alucard gli aveva permesso di accoppiarsi con qualche femmina, che fossero segugi o no, ha sempre dovuto rimane immobile quando il suo padrone si divertiva con vampiri ed umane, ma lui non c'era e aveva trovato qualcuno con cui passare quel bel momento. Si irritò quando vide che la sua femmina non voleva, ma si calmò subito quando capì che lei voleva prima giocare un po'. Lui l'avrebbe presa anche se lei non voleva subito, non gli importava. L'avrebbe presa e nessuno glielo avrebbe impedito.
I due segugi iniziarono a ringhiare, il più grande cercò un modo per mettersi dietro della femmina, prese la rincorsa e riuscì a starle dietro. La femmina appena sentì che era dietro di lei, balzò in avanti facendo cadere il maschio, ma egli non si arrese continuò a ricorrerla fino a caderle addosso e ritrovarsi nella posizione dominante di prima, ma si tenne saldamente stavolta; il segugio bianco cercò di scrollarsi di dosso quello nero e siccome non cedeva, si arrabbiò, cambiò il suo manto in nero e iniziò a mordere le zampe dell'altro. Il maschio vide il mutamento della femmina ,ma non lasciò la presa, ma dovette farlo quando sentì la sua zampa azzannata. I due mastini continuarono a guardarsi girando in cerchiò e ringhiarono, il maschio caricò per primo e la femmina fece lo stesso. Si scontrarono l'uno contro l'altro cercando di mordere il collo dell'altro, il segugio nero ci riuscì e quello bianco si accasciò a terra. Cerberus, senza lasciare la prese sul collo di Tara, si posizionò dietro di lei e sostenne il peso tenendosi con le due zampe anteriori sopra di lei. Tara cercò di scappare ancora, sapendo che ormai era in trappola, ma non si arrese continuò a correre sperando che il maschio sopra di lei mollasse la presa. Il maschio continuò a tenerla forte e cercò di mettere il suo membro gocciolante dentro la femmina, anche se continuava a correre, e ci riuscì. Tara sentì che ormai il maschio aveva vinto e si fermò, cambiando di nuovo il suo manto in bianco.
"Ti ho presa". Cerberus le disse dolcemente mentre continuava a montarla.
"Eh già, ma non impieghiamoci troppo. Devo andare dalla mia padrona, lei sarà sicuramente in pensiero". Tara disse uggiolando.
"Non puoi raggiungerla". Il maschio continuò, lasciando la presa al collo e posizionarsi sopra la testa della femmina e prese a lambire i segni sul collo che aveva lasciato prima.
"Perché no? Non sarai mica tu a impedirmelo." Tara scacciò la testa del maschio che si trovava sopra la sua e gli ringhiò contro.
"Non sono io. Ho tentato anch'io di raggiungere il mio padrone usando il portale però mi ha riportato nella sua stanza, ho tentato pure di comunicare ma niente da fare. Qualcuno ha bloccato i nostri poteri, forse anche quelli dei nostri padroni. Il motivo non l'ho ancora capito. Quindi godiamoci questo momento insieme prima che loro tornino, se sapessero di questo entrambi saremmo puniti, quindi rilassiamoci ancora un po' . . ." Cerberus rispose ricollocando la testa sopra la testa di Tara, che non fece resistenza.
"Riguardo i nostri padroni . . . secondo te questo . . . nostro . . . legame, ce l'hanno pure loro? Può essere che questa nostra attrazione non siano a causa dei nostri padroni . . . fino a poco fa ci detestavamo tu ed io, non credi? Oppure viceversa? Se fosse così, non so cosa la mia padrona mi farà". Tara chiese rannicchiandosi sulle zampe, il peso Cerberus era troppo e il suo ritmo accelerato l'aveva sfinita, ma piacere continuava essere vivo.
"A dir la verità non lo so, ma Alucard aveva già cominciato ad avere qualche interessamento per la tua padrona già dapprima che tu venissi invocata, ma dopo quel grido che Seras ha lanciato, sembra che abbia scatenato qualcosa. Alucard non sa amare,almeno da quando ha perso la sua ultima sposa e dopo che una coppia molto strana andò via, circa due secoli fa; ma io ho visto cosa il mio padrone ha fatto al tuo quella sera, se il maggiordomo non lo avesse chiamato, forse adesso starebbero nella nostra posizione . . ." Cerberus disse ridacchiando e aumentando di più il suo ritmo, non aveva mai provato qualcosa di simile, ma gli sembrò che per la sua femmina non fosse lo stesso.
In realtà nemmeno Tara aveva provato nulla del genere, ma quello che le disse il suo compagno la rattristò, aveva già intuito che la sua padrona provava dell'affetto per il vampiro antico, ma oltre a sapere che forse Alucard non avrebbe amato la sua padrona, l'altro problema sarebbe stato Vladimir, forse il vampiro bruno l'avrebbe eliminato solo per avere tutta l'attenzione di Seras per lui, non poteva succedere, forse era lo stesso per Cerberus, in fondo è la sua essenza, ma non poteva rischiare che Vladimir fosse stato ferito, quindi non gli disse nulla riguardo il bambino, ma gli parlò in modo vago al riguardo.
"So che la mia padrona non potrà assaporare qualcosa del genere, perché qualcosa la lega e questo forse interferirà . . . forse anche tra noi due. Io e la mia padrona abbiamo qualcosa che ci vincola . . .". Tara si rattristò e cercò di vedere la reazione del maschio che le stava ancora sopra.
"Se si tratta di un altro maschio, giurò che lo faccio a pezzi e credo che sia lo stesso per il mio padrone, lui non condivide nulla e nemmeno io . . . non puoi spiegarti meglio?". Cerberus era curioso di sapere cosa la vincolava e sperava che non ci fosse qualcun altro che aveva la sua femmina, ma forse sarebbe stato comprensivo se le avesse spiegato meglio di cosa si trattava.
Tara dove tentare forse avrebbe potuto capire.
"Un cucciolo . . . siamo molto legate a questo tipo di cucciolo ed ecco io penso che se mi vedessi stare insieme a questo cucciolo che ha le mie attenzioni . . . ecco tu possa diventare geloso . . .". Tara si pentì subito di quel che disse perché il segugio nero smise di montarla e si spostò al suo fianco, con faccia seria ma poi si mise a ridere.
"Io? Geloso di un cucciolo? Pensi che io e il mio padrone diventeremmo gelosi solo per un cucciolo? Questo è divertente". Cerberus si sdraiò su un fianco e Tara si spostò al fianco appoggiando la testa sopra le sue zampe.
"Che tipo di cucciolo è? Un cane? Un gatto?". Il segugio nero chiese curioso.
"Umano". Tara disse mettendosi comoda ma cadde a terra come il maschio si mise sulle zampe seduto e iniziò a ringhiare.
"Cosa?! Un bambino umano?! Ma stai scherzando?". Cerberus si arrabbiò.
"Perché ti agiti tanto? È solo un bambino". La femmina si alzò, forse aveva commesso un errore rivelando quel dettaglio.
"Dopo i vampiri freak, sono proprio gli umani che il mio padrone detesta di più. Sono stati loro a catturarlo. Gli odia tutti, dal primo all'ultimo. Forse io non mi faccio problemi per un bambino perché sono un segugio, sarò la sua essenza ma non sono lui. Abbiamo pensieri differenti, sono lui ma allo stesso tempo non lo so". Il maschio le spiegò.
"Quindi tra di noi, non cambia nulla, vero?". Il segugio bianco chiese sperando che gli eventi di quella notte potessero ripetersi.
"Penso di no, ma i nostri incontri dovranno rimanere nascosti, i nostri padroni si infurierebbero, almeno conoscendo il mio padrone lo farà. Forse posso aiutarti a stare con questo cucciolo umano durante il giorno, ma di più non posso. Alucard è un vampiro potente e crudele. . . almeno . . . posso sapere come si chiama?". La faccenda non li piacque per niente ma se voleva stare con la sua compagna doveva adeguarsi alle sue esigenze, per un attimo pensò che forse anche il suo padrone avrebbe potuto pensarla così, ma un ricordo risalente a due o tre secoli prima gli fece cambiare idea. No, il suo padrone non avrebbe mai accettato la presenza di un neonato umano a meno che Seras riesca a farlo cambiare idea.
"Il suo nome è Vladimir". Appena Tara terminò di dire il nome del bambino, Cerberus si mise a ridere nella mente della femmina
"Non ci posso credere, di tutti i nomi esistenti, proprio quello. Ora sono sicuro che se i nostri padroni stessero insieme, il mio sarebbe gelosissimo di questo Vladimir. Porta il suo stesso nome". Il mastino non smise di ridere, ma lo fece appena sentì la sua compagna strofinarsi sul suo petto.
"Ti prego, non dirglielo". Tara gli fece le fusa e si accucciò per farsi una dormita.
"Non lo farò". "Cerberus si unì al suo sonno appoggiando la testa sopra il dorso della sua compagna.

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