Un carattere nuovo di Alucard

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Cerberus si alzò di scattò quando sentì la presenza di qualcuno nella stanza del suo padrone e l'aura di lui nella camera di Seras.
"Tara, svegliati". Il segugio nero sbatté il muso contro la mandibola di quello bianco che lentamente aprì gli occhi.
"Che c'è? Sono stanca". Tara mormorò e richiuse gli occhi, ma l'altro continuò sbattere il muso contro il suo.
"I nostri padroni sono tornati, c'è qualcosa di strano. Vai dalla tua padrona". Il maschio spiegò e la femmina si alzò in un lampo.
"Cosa? Ora vado". Tara concluse e corse verso la stanza di Seras.
Alucard si teletrasportò nella camera della draculina e la mise all'interno della bara. Lei stava dormendo. Alucard la continuò a guardarla e allungò la mano guantata per asciugare le lacrime che scorrevano sul suo viso angelico.
"Seras . . . io". Alucard stette per dire qualcosa d'importante quando un segugio bianco spalancò la porta, che appena vide Alucard mettere le mani addosso alla sua padrona iniziò a ringhiare e cambiò il suo manto in nero.
Alucard ridacchiò e chiuse la bara, aprì un altro portale, ma prima di varcarlo.
"Abbi cura di lei, è distrutta. Appena si sveglierà consolala". Alucard passò il varco senza guardare il mastino che gli ringhiava contro.
Cerberus guardò intorno alla stanza, aveva fiutato una presenza, e l'avrebbe trovata. Camminò verso la bara del suo padrone che stranamente era aperta e spalancò gli occhi a causa di quel che vide all'interno. Dentro la bara c'era un bambino che piagnucolava in silenzio, il piccolo vide l'enorme muso del cane e lo afferrò, scambiandolo per il muso di Tara. Il segugio nero si spaventò e fece volare in aria il piccolo che iniziò a piangere forte, il cane sconvolto corse verso il punto in cui sarebbe caduto il piccolo che appena lo ebbe di mira saltò e l'avrebbe afferrato se il suo padrone non si fosse messo in mezzo.
Alucard sentì il piccolo urlare appena entrò nella sua stanza e lo vide a mezz'aria mentre Cerberus stava per afferrarlo con le fauci, si mise in mezzo e lo prese al volo con una mano mentre con l'altra prese il segugio per la gola.
"Silenzio". Alucard mormorò al bimbo tra le sue braccia che tacque all'istante per la paura.
Cerberus rimase a bocca aperta quando vide il suo padrone cullare il piccolo e lasciare la presa sul suo collo.
"Perché stava in aria?". Il vampiro chiese al cane, voltandosi facendo vedere i suoi occhi pieni di rabbia
"C-chiedo perdono, padrone. Ho sentito una presenza nella vostra camera e sono venuto a controllare, poi ho sentito degli strani rumori che proveniva dalla vostra bara e ho visto lui, costui mi ha afferrato per il muso e io per l'improvvisa azione lo fatto andare in aria, stavo per prenderlo ma siete arrivati prima voi, padrone". Il segugio rispose, il suo padrone l'avrebbe torturato se non avesse risposto.
Alucard ascoltò il suo segugio, ma badò di più al piccolo nelle sue braccia che stranamente non aveva più paura di lui, e guardò da cima a fondo il bambino e notò una piccola ferita nel palmo della mano.
"Sei stato tu a causarli questo taglietto?". Il feroce vampiro ringhiò contro il cane che indietreggio.
"No, padrone. È solo un graffio, perché ti preoccupi tanto?". Invece di ricevere una risposta, Cerberus si trovò scaraventato contro un muro e il bambino si mise a piangere di nuovo.
"Non sono cose che ti riguardano . . . . shhh, è stato un cane cattivo, non volevo spaventarti". Alucard concluse dolcemente.
Il piccolo disse qualcosa di incomprensibile e se ne reso conto, allora uso il pensiero per comunicare con il vampiro di fronte a lui.
"Mamma . . .". Vladimir disse nella mente mentre il vampiro sgranò gli occhi e capì perché la sua draculina era così disperata.
"Piccolo, io non sono la tua mamma. Ma a quanto sento, ti ha insegnato bene a comunicare con i vampiri e a farti dormire di giorno, sembri proprio un vampiro". Alucard ridacchiò e il piccolo gli mostrò alcuni suoi ricordi, dove Seras gli dava da mangiare e lo faceva dormire, insistendo su quei due bisogni.
"Io non ho cibo umano da darti, ma posso offrirti una piccola goccia del mio sangue per tenerti sazio". Alucard passò un dito tra le sue zanne per procurarsi un piccolo taglio. Portò il dito sopra il volto del bambino e fece cadere una goccia poi tolse la mano per vedere la reazione del bambino, che succhiò il sangue in bocca e si dimenò dalle braccia per la felicità. L'antico vampiro ridacchio.
"Credevo che il mio sangue piacesse solo a quelli della mia specie, i tuoi simili lo disgustano, e strano che tu sia contento, ti piace un sapore molto raro. Sei forte". Il piccolo accarezzò il volto del vampiro enorme senza paura e quest'ultimo si mise a ridere. Era vero gli esseri umani detestavano il suo sangue, ma quello era molto nutriente. Si ricordo quando Integra era giovane e per curiosità volle provare il suo sangue, le disgustò ma per due giorni non tocco da mangiare.
"Che coraggio, nessuna ha mai osato toccarmi in questi ultimi due secoli. Ma adesso basta, tu dovresti già essere a letto, se non vuoi che il 'papà' della tua 'mamma' ti morda per essere un bambino disubbidiente. Dormi . . .". Alucard mormorò al bambino che ubbidì all'istante, ma invece di tenere le braccia vicino al suo corpicino, si attaccò al cappotto rosso del vampiro e disse una parola prima di cadere addormentato.
"Papà . . ." . Vladimir mormorò prima di dormire e non vide le due sfere rosse su di lui ampliarsi per lo stupore e ridacchiare. Il vampiro fece un sorrisetto ma diventò una smorfia appena sentì ringhiare il suo segugio.
Cerberus si rialzò ringhiando quando incrociò gli occhi del suo padrone pieni di una furia terribile, infine uggiolò.
"Padrone, se me lo permetti, io vorrei riposare". Voleva riposare quella notte con Tara e la breve discussione con Alucard, lo avevano indebolito.
"Non te lo permetto". Alucard sibilò mentre posò il piccolo in un angolo dentro la sua bara, togliendo le piccole mani dal suo cappotto, e ricevette un piccolo mugolio di protesta.
"Posso sapere il perché, Padrone?". Il mastino chiese con prudenza.
"Perché dovrai stare di guardia a questo bambino durante il giorno e guai se al mio risveglio il piccolo piange oppure è ferito a causa delle tue zanne, te le strappo una per una, sono stato chiaro?". Alucard disse sistemando se stesso dentro la bara accanto al piccolo.
"Si, padrone". Cerberus rispose senza indugiare.
"Bene" Alucard ribatté e si addormentò.
Cerberus era infuriato, a causa di quel dannato bambino umano non avrebbe potuto riposare, ma subito gli vennero dei dubbi. Ricordò la conversazione con Tara in particolare quando gli parlò di un bambino umano.
"Che sia questo il famoso bambino, Vladimir?". Il cane chiese a se stesso.

Hellsing (Cosa è successo dopo l'attacco di incognito?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora