Verginità salva e ripresa della lucidità

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Cerberus, Tara e Vladimir stavano giocando a rincorrersi nei corridoi e poi a nascondino. I due segugi iniziarono a cercare il piccolo, fiutarono il suo odore dentro la stanza di Alucard.
"Mi piace, questo bambino. Tu vai a controllare dentro la bara, io andrò verso il pianoforte". Cerberus ordinò e Tara obbedì.
"Pianoforte? Alucard è un pianista?". Tara era curiosa di sapere qualcosa del padrone del suo compagno.
"Sì, è molto bravo. All'incirca due secoli fa, due strane creature provenienti da un lontano luogo, gliel'hanno insegnato, ma non solo il piano anche altri strumenti, lui è rimasto affascinato dallo strumento per questo ne ha uno qui, ma lo suona così raramente. Ti parlerò di lui un'altra sera, quando saremo soli, è lunga la sua storia. Ora cerchiamo il bambino". Cerberus disse e non parlarono più.
Il piccolo si era nascosto in fondo vicino al pianoforte quando sentì apparire un enorme letto accanto a se, si mise sotto aspettando i due segugi.
Tara controllò da cima a fondo la bara nera, ma non avendo trovato nulla andò in direzione di Cerberus.
Cerberus continuò ad annusare l'aria e controllò verso il pianoforte. Niente. Poi intravide la sagoma di un enorme letto e sentì avvicinare la presenza de padrone. Continuò a guardarsi attorno e vide un corpicino sotto il letto e dopo un'apertura sul muro di fianco.
"Oh merda, Tara dobbiamo uscire di qui! Prendo io Vladimir!". Il segugio nero urlò verso l'altro bianco che iniziò a correre nella direzione della porta, mentre lui corse verso il bambino che continuava a stare sotto al letto. Lo raggiunse e lo afferrò delicatamente con le zanne, ma era troppo tardi il suo padrone era già entrato nella stanza.
"Oh cazzo . . .". il cane imprecò quando sentì un tonfo sul letto sopra di lui.
Alucard entrò nella sua camera con addosso Seras ancora. Materializzò un letto sotto di loro e cadde su esso.
"Seras". L'antico vampiro mormorò mentre fece cadere la ragazza sul letto. Non si accorse che il suo segugio e il bambino sotto di loro.
Seras non riuscì a dire nulla, sentiva i suoi fluidi uscire dalle sue mutandine quando Alucard iniziò a tagliare con una mano a metà la maglietta scura che si era messa con i suoi artigli oscuri mentre con l'altra andò verso il basso della cintura tagliandola in un colpo.
"Master . . .". La draculina miagolò quando la lingua del suo padrone leccò uno dei suoi seni abbondanti.
Alucard in tutta la sua vita da non-morto non aveva mai visto nulla del genere leccò con voracità il suo seno abbondante, assaporandone la carne deliziosa.
"Poliziotta, di' il mio nome . . .". Alucard mormorò con bisogno mentre con una mano iniziò a disegnare dei circoli sui seni. L'altra andò a strappare le mutandine della ragazza e si mise a giocare con i suoi peli pubici.
"Ma . . Alucard". Lei disse ma dovette urlare quando sentì una mano entrare dentro la sua intimità.
Alucard appena sentì il suo nome spinse con forza un dito dentro la caverna umida della ragazza facendola urlare di piacere. Si riavvicinò ai suoi seni per assaporarne ancora e fece una mossa improvvisa, morse uno dei suoi capezzoli bevendo il suo sangue mentre la mano pizzicava l'altro capezzolo. Mentre beveva da lei, iniziò a fare andare avanti e indietro il dito in basso facendo gemere la ragazza di più.
Seras non riusciva a capire come mai il suo padrone da un momento all'altro sentiva il bisogno di fare quelle cose a lei, sarà a causa di quel suo leccare il dito che ha scatenato la reazione? Oppure perché aveva solo un bisogno passeggero? Seras si rattristò per le sue conclusioni. Alucard aveva bisogno solo di una scopata nient'altro. Lei non avrebbe lasciato avere la sua verginità a quel vampiro che la voleva solo come un oggetto.
"Alucard, smet-". Seras volle dirgli di fermarsi ma non poté perché sentì dentro il suo nucleo non più lo sbattere di un dito, bensì di tre. Lei urlò, ma non era di piacere.
Alucard mentre si allattava dal suo seno decise che era meglio affrettare il tempo e aggiunse altre due dita dentro la ragazza che urlò, lui si fermò perché quell'urlo era straziante come quelli delle notti precedenti quando Seras vide Vladimir sparire. Quel grido pieno di tristezza e solitudine. Egli si staccò dal suo seno e si mise a leccarlo per guarire i tagli che le aveva procurato.
"Maestro, smettila per favore" Seras disse sottovoce distogliendo lo sguardo del vampiro sopra di lei.
"Perché? Lo vuoi anche tu e ho sentito le tue grida". Alucard si irritò come la sua draculina gli disse di fermarsi.
"Grida? . . . io non voglio, per te io sono un giocattolo che si può sostituire facilmente. No, padrone, non voglio essere una schifosa puttana di un vampiro disgustoso come te!". Seras gli urlò ringhiando e si sedette sul filo del letto e pianse, le faceva dire quelle parole ma era un suo dovere, in quel momento doveva combattere il suo demone che voleva essere scopata brutalmente dal maschio ma la ragione prevalse.
Alucard non riuscì a capire il motivo, entrambi avevano il desiderio ed entrambi erano eccitati a tal punto. Perché non voleva? La lasciò andare da sotto di lui e la vide come si spostò gattonando verso l'estremità del letto, la vide come con eleganza muoveva il suo culo sodo e gli venne voglia di mettersi dentro. Moriva dalla voglia di essere dentro di lei. Le si avvicinò da dietro togliendosi la camicia e l'abbraccio.
"Io . . . ti . . . desidero . . .". Le disse al suo orecchio succiandole il lobo e si mise a baciare il collo e la clavicola scoperta.
Seras arrossì per l'imbarazzo, ma se voleva salvare la sua verginità doveva andarsene, anche se le parole e i baci del suo maestro la facevano eccitare.
"Mamma . . .". Seras sentì echeggiare nella sua testa, la voce di Vladimir. Uscì da quella beatitudine che il suo padrone le stava dando e si fece seria. Se avrebbe dovuto perdere la sua innocenza l'avrebbe fatto con l'uomo che sappia ricambiare i suoi sentimenti ed il suo padrone non poteva essere, egli avrebbe potuto essere geloso del suo bambino umano, del suo attaccamento, del suo amore e lo avrebbe potuto uccidere.
"No, non posso, lasciami!". Seras gli ringhiò e si alzò per andarsene ma il suo padrone la teneva stretta.
"Non voglio . .". L'antico vampiro mormorò con voce seducente e spostò i suoi baci sulla sua nuca e schiena.
Seras non poté che rabbrividire a quel cambio di posizione, ma non poteva lasciarlo fare, doveva andarsene. Ringhiando e con tutta la forza che riuscì a prendere e tolse le mani del suo maestro dalla sua vita e si alzò per andarsene.
Alucard si sorprese come la draculina si liberò dalla sua presa. Volle prenderla per il polso ma dovette fermarsi quando vide la draculina scendere sotto il letto a prendere qualcosa e sentì uggiolare.
Seras stava cercando di trovare i suoi vestiti anche se erano a brandelli e notò la sua maglietta e pantaloni sotto di quello fece per afferrargli quando intravide una coda sotto il letto. Lei si abbassò ancora di più e vide due sagome. Un grasse cane nero e tra le sue zampe un bambino. Lei si avvicinò per prendere il bambino ma sentì che il cane uggiolò.
"Stai tranquillo non ti faccio niente, per favore dammelo". Seras disse dandogli un sorriso per rassicurare il cane impaurito.
Cerberus diede il bambino tra le sue zampe alle cure della draculina, facendo attenzione con le zanne, ma non vide l'altra mano che andò al muso per accarezzarlo e rabbrividì, credendo che l'avrebbe colpito.
"Non ti faccio nulla, vieni fuori". Seras lo rassicurò e i cane uscì fuori da sotto il letto, tremando per la punizione del suo padrone.
Alucard non capiva come mai la ragazza stava dicendo quelle parole ma quando vide sbucare da sotto il letto lei con il bambino in braccio addormentato e il suo segugio nero al fianco, si mise a ringhiare. Ora capì perché la sua draculina non voleva stare con lui a causa di quei due che erano sotto, probabilmente il bambino l'aveva chiamata. Guardò con rabbia il suo segugio che stava tremando a causa del suo sguardo.
Cerberus sapeva che quando Seras e Vladimir sarebbero andati via, il suo padrone l'avrebbe punito severamente, si avvicinò alle gambe di Seras tremando e guardò la vampira.
Seras sentì il cane al suo fianco tremare e lo guardò, sembrava terrorizzato e poi notò l'espressione del suo padrone. Si poteva leggere chiaramente "SEI MORTO". Quando il cane incrociò il suo sguardo lei si mise a parlare con il suo padrone.
"M-master, io me ne vado e porto con me sia Vladimir sia il tuo segugio". Lei disse come se fosse lei a comandare ma si zittì quando il vampiro oscuro la guardò freddamente.
Alucard era infuriato per quelle parole e ringhiò.
"Poliziotta, tu e il tuo disgustoso umano potete andarvene, ma quello è il mio mastino e tu non puoi decidere per lui, devo insegnare a questo mastino una dura lezione e tu non puoi intrometterti". Le ringhiò, ma fu sorpreso dal comportamento della ragazza che si avvicinò a lui.
Seras era impaurita dalle parole del suo padrone, ma provava pena per quel mastino impaurito e si avvicinò al suo maestro. Sentiva di avere un certo effetto su di lui e forse avrebbe potuto salvare Cerberus dalla furia del suo padrone, arrossì un po' a quel che pensava fare ma doveva farlo. Si avvicinò al suo padrone che ringhiava e si sedette in grembo e avvolse le mani dietro il suo collo.
"Fallo per me . . .". Seras gli disse socchiudendo gli occhi e facendogli le fusa.
Alucard, non poté cedere, era troppo orgoglioso, anche se quella femmina mezza nuda glielo chiedeva.
"No". Le sibilò freddamente a un orecchio.
Seras ricevette un brivido per quel dissenso, ma la sua tattica non si fermava lì, avvicinò il suo volto al suo e fece passare una mano lungo il suo petto nudo muscoloso fino in basso.
Gli occhi di Alucard si ampliarono quando vide la mano della femmina andare in basso al suo petto, non doveva cedere.
Seras arrossì appena quando sentì tra le mani qualcosa sporgere, l'imbarazzo lasciò posto ad un sorriso malizioso ed iniziò a massaggiare l'albero del suo padrone.
"Alucard, sei sicuro?". Gli chiese leccandosi le labbra.
"Sicuro, non vi convincerai del contrario, Servo". Le rispose freddamente e sentì la sua mano muovere su e giù, fino a che si sentì stringere.
Seras infondo al suo animo ero pieno di imbarazzo per quell'atto, ma doveva farlo e dopo la risposta del suo padrone iniziò a stringere la sua erezione fino a stritolarla, non sapeva se quel gesto avrebbe fatto cambiare idea al vampiro, ma dentro di se capì che stava funzionando perché l'antico vampiro espose le zanne, sembrava in dolore.
Alucard non poté che esporre e zanne in mantenimento, il gesto audace del suo nascente gli doleva da morire, non era dolore ma piacere se avesse continuato in quel modo avrebbe potuto prendere la femmina in quell'istante e violentarla, ma non poteva, c'era qualcosa dentro di lui che glielo impediva.
"E così sia, portalo via". Alucard dovette rinunciare alla fine e la presa dura di Seras sul suo membro si allentò e lei se ne andò senza volgergli neanche uno sguardo.
Cerberus era rimasto incredulo a quella scena, il suo padrone aveva rinunciato ad una decisione a causa di una femmina vampiro. La draculina si voltò verso di lui e al bambino che aveva tenuto fino a quel momento a mezz'aria e lo prese cullandolo.
Seras prese in braccio Vladimir addormentato e varcò un portale insieme al mastino nero.

Hellsing (Cosa è successo dopo l'attacco di incognito?)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora