Hidden world

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Ciao a tutti!

Premetto che i personaggi di questa storia, appartenenti al mondo di Shadowhunter, non mi appartengono. Questa fanfiction è scritta puramente a scopo dilettevole, senza alcuna violazione  (i personaggi conosciuti appartengono a Cassandra Clare).
Questa storia si sviluppa dopo gli avvenimenti della serie tv, ma (sperando che i sostenitori dei malec non mi vogliano uccidere) Alec e Magnus si saranno lasciati poco prima del matrimonio e Clary non ha mai perso la memoria. Ci saranno dei personaggi nuovi, ma il team di shadowhunters che conosciamo bene sarà sempre al completo.Per quanto riguarda i nuovi personaggi ho deciso di dare una breve descrizione fisica nel corso dei capitoli, a cui accompagneranno delle foto per farvi capire come me li immegino io; tutti gli altri avranno ovviamente gli stessi volti che avete visto nella serie tv.
Spero vi piaccia e conto su un vostro parere, accetto critiche sia positive che negative :)
Buona lettura!

CAPITOLO 1 "Hidden World"


Le strade bagnate di New York scorrevano sotto i loro piedi a velocità sovraumana.
Alec gettò uno sguardo al suo Parabatai che correva al suo fianco poco distante da lui, ancora qualche passo e sarebbero riusciti a prendere quel demone che li sfuggiva da giorni.
Accelerò la corsa gettandosi in avanti cercando di afferrarlo, ma ancora una volta la creatura demoniaca riuscì a sfuggire alla sua presa per un soffio. Jace gli fece un cenno, le parole non servivano, comprese all'istante.
Con un salto perfettamente calibrato si posizionò su un muretto, godendo finalmente di una vista decisamente migliore.
Così sarebbe stato più facile.
Un sorriso soddisfatto increspò le sue labbra mentre sfilava una delle sue frecce e si preparava a colpire. Ancora qualche istante, e di quel demone non sarebbe rimasta che polvere bruciata.
Calibrò la mira, puntando dritto tra le scapole deformate del demone.
Uno, due...
Stava per scoccare la freccia della vittoria, quando successe l'impensabile.
Jace si lanciò senza alcun preavviso sul demone per arrestare la sua corsa, ma la creatura lo respinse con un colpo mirato, senza alcuna difficoltà. Alec attese qualche istante cercando di ricalibrare la mira alla svelta, doveva essere certo di non ferire il suo compagno, e in quel momento la cosa gli risultava piuttosto difficile.
Le dita incerte tremarono per un attimo sulla corda dell'arco e perse l'occasione di scoccare la freccia vincente.
Jace venne sbattuto a terra per l'ennesima volta emettendo un lamento di dolore.
Doveva aiutarlo.
Scese agilmente con un balzo dal muretto, correndo per avvicinarsi il più velocemente possibile.
Si gettò senza attendere un istante di più sul demone, che lo atterrò con un solo colpo facendolo impattare duramente sull'asfalto bagnato. Il suo arco rotolò lontano insieme alle frecce, facendogli dimenticare l'ultima probabilità che aveva di poterlo attaccare senza che se accorgesse.
Cercò di rialzarsi parando un paio di colpi, ma al terzo venne atterrato di nuovo.
"Le cose non si stanno mettendo bene" sbottò poco distante da lui Jace, rotolando alla sua destra ed evitando un colpo di coda del demone.
Se li avesse colpiti con il grosso aculeo che aveva sulla coda, sarebbe stato un grosso problema.
"Per niente" rispose Alec balzando in piedi d'istinto.
Ormai privato del uo fede arco, sfoderò la sua lama angelica, scagliandosi contro il demone in un corpo a corpo. Un pugno lo colpì il pieno volto, ma non si fece abbattere. Riprese l'attacco evitando agilmente un calcio e con un affondo riuscì a colpirlo. Il demone indietreggiò ma, anche se tramortito, riprese il suo attacco senza sosta. Con un colpo scagliò Jace a qualche metro di distanza, e prima che il moro potesse fare qualcosa si scagliò nuovamente su Alec senza dargli il tempo di rialzarsi.
Rotolò velocemente di lato evitando l'ennesimo colpo. La lama demoniaca si piantò sul terreno a pochi centimetri dalla sua testa.
L'avevano sottovalutato.
Cercò con lo sguardo il suo compagno d'armi... nonostante fosse ancora cosciente, Jace era fuori gioco.
Evitò un altro colpo mortale per miracolo, ma l'aculeo gli ferì il braccio lacerando la pelle nivea.
Gemette per il dolore, doveva assolutamente recuperare il suo arco.
Doveva combattere lui per tutti e due, o li avrebbe uccisi.
Cercò le sue armi con lo sguardo ma, prima che potesse anche solo pensare di muoversi, il demone si lanciò su di lui stritolandogli la gola. Boccheggiò senza fiato cercando di colpirlo, ma senza risultato.
Ad un filo dal perdere la coscienza, una voce attirò la sua attenzione facendolo rinvenire.
"EHI!"
Si voltò verso la fonte sonora che aveva attirato la sua attenzione e al volo prese il suo arco e la freccia che lo sconosciuto gli aveva passato.
D'istinto scoccò la freccia con ancora gli artigli del demone stretti sul suo collo ed in un attimo esplose dissolvendosi nell'aria, lasciando solo pulviscolo di cenere e brandelli di stoffa.
Fissò il vuoto lasciato dal demone per qualche istante ancora allerta ma, non appena realizzò di avercela fatta, si abbandonò sull'asfalto sfinito mollando l'arco e cercando di riprendere fiato.
Chiuse gli occhi cercando di ristabilire una normale frequenza respiratoria, tutto il petto gli bruciava e la scarica di adrenalina ancora in circolo gli faceva battere il cuore furibondo contro la gabbia toracica. Improvvisamente, un dolore lancinante gli invase tutto il braccio.
Si portò una mano sul punto dolente, avvertendo una sensazione di bagnato sotto le sue dita. Un odore ferroso ben conosciuto invase le sue narici... perdeva sangue.
"Ehi tutto bene?"
Una voce lieve e femminile raggiunse le sue orecchie; aprì gli occhi di scatto ed in un attimo i suoi occhi incontrarono due pozze cristalline, dello stesso colore del mare.
Non aveva mai visto una tonalità così azzurra da sembrare quasi acqua rubata dal mare.
La guardò ancora tramortito dai colpi e con lo sguardo annebbiato, senza capire chi fosse ne cosa ci facesse lì in quel momento. La consapevolezza che la sconosciuta lo avesse aiutato, ma soprattutto che riuscisse a vederli, lo investì improvvisamente.
"Chi sei?" riuscì a dire trattenendo un gemito di dolore.
Tutta colpa del veleno demoniaco si ritrovò a pensare cercando di rimanere in sé.
Doveva tornare all'istituto, subito. E doveva anche controllare come stesse Jace..
Dannazione Jace!

"Jace!" urlò improvvisamente ad alta voce, cercando di mettersi seduto, ma un senso di nausea invase il suo stomaco rapidamente. Chiuse gli occhi, la testa gli girava vertiginosamente.
Doveva aver preso una bella botta questa volta.
Un tocco caldo lo sostenne e lo aiutò a tirarsi su, sedendosi sull'asfalto con molta fatica.
Spalancò gli occhi analizzando la figura sconosciuta davanti a lui.
Non l'aveva mai vista.
Non poteva essere una shadowhunter, perché non aveva alcuna runa sul suo corpo.
Non era di certo un vampiro, ne tanto meno una strega o un lupo... allora chi era?
"Tu... mi vedi?" le chiese incerto, e la ragazza lo fissò stranita.
"Stai scherzando? Devi aver sbattuto la testa per bene" commentò guardandosi attorno preoccupata "dovresti andare all'ospedale, sia tu che il tuo amico! Avete preso un sacco di colpi! Quella cosa che hai ucciso era..."
Alec la interruppe "aspetta" la guardò curioso "tu hai visto tutto?" le chiese ancora rendendosi conto solo dopo di aver ripetuto la stessa domanda già due volte.
Complimenti Alec, bella figura.
"Wow... tu si che hai bisogno di un medico" disse la ragazza inginocchiata affianco a lui "perdi molto sangue..." aggiunse guardando il suo braccio. Alec la guardò meglio, analizzando il suo corpo con uno sguardo rapido. Il sangue della sua ferita le aveva sporcato tutta la maglietta e la giacca di pelle che indossava, ma la ragazza non sembrò preoccuparsene più di tanto.
"Non ti preoccupare, io sto bene" disse cercando di alzarsi. La ragazza lo tenne saldo e lo accompagnò finchè non si rimise in piedi,c ontrollando poi che riuscisse a stare in equilibrio su due piedi da solo. Alec distolse lo sguardo imbarazzato da tutte quelle attenzioni da parte di una sconosciuta e si guardò intorno alla ricerca di Jace.
Non appena lo individuò a pochi metri da loro, ancora per terra, scattò verso di lui.
"Jace!" lo chiamò avvicinandosi "Jace tutto bene?" gli chiese inginocchiandosi vicino a lui.
L'amico fece una smorfia di dolore ma sorrise.
"Sono vivo" decretò ironico.
Alec osservò l'amico "l'abbiamo sottovalutato, è stata colpa nostra"
"Me lo dici sempre che sono troppo spavaldo" commentò Jace ridacchiando e facendo sorridere Alec a sua volta. Jace si aggrappò al braccio di Alec e lo aiutò ad alzarsi in piedi.
Il moro tirò fuori lo stilo e lo passo sulla sua Iratze, proprio come Jace, ma a differenza del biondo non si sentì meglio come pensava.
"Deve essere entrato un po' di veleno demoniaco..." disse Jace "ci vorrà del tempo, ma guarirà da sola... non è entrato in circolo" notò osservando la ferita dell'amico.
Improvvisamente, lo sguardo del biondo fu catturato dalla ragazza poco distante da loro.
"E lei chi è?" chiese con un sorriso incuriosito.
Alec spostò lo sguardo sulla fonte d'interesse del suo amico, ricordandosi improvvisamente della ragazza che lo aveva aiutato passandogli l'arco e la freccia.
La guardò meglio.
Non era troppo alta, non quanto lui almeno. I capelli biondi le cadevano a boccoli su tutta la schiena coperta da una giacca di pelle nera. Le gambe snelle erano lasciate scoperte da una gonna corta nera anch'essa, ma ciò che lo colpì di più furono gli occhi.
Un blu così non l'aveva mai visto da nessuna parte.
"Beh io... non lo so" disse sottovoce Alec continuando a guardarla.
"Hai la vista" disse Jace ad alta voce per farsi sentire dalla ragazza, che continuò a guardarli incerta per qualche istante, come se fossero dei pazzi.
Stava tornando a casa dopo un drink con le amiche, quando aveva sentito un gran trambusto in una vietta che percorreva quasi ogni sera per tornare a casa. Si era subito diretta nel vicolo, per accertarsi che non stesse succedendo niente di grave, ma quello che aveva visto l'aveva lasciata senza fiato.
Due ragazzi lottavano contro un mostro che sembrava essere uscito dai fumetti ed era rimasta incantata ad osservare la loro agilità. Aveva seguito tutto lo scontro, tenendosi in disparte senza farsi vedere, ma quando il ragazzo moro si era trovato in difficoltà, non era più riuscita a trattenersi e si era intromessa recuperando il suo arco ed una freccia e passandogliela con una prontezza di riflessi che non si sarebbe mai aspettata da sé stessa.
La sua testa in quel momento era confusa come mai prima di allora...
Chi erano quei ragazzi? E contro cosa stavano lottando fino a poco prima? 
L'immagine di quel mostro che esplodeva davanti ai suoi occhi si ripresentò nella sua testa e per un attimo un brivido le percorse la schiena.
D'istinto ndietreggiò spaventata quando i ragazzi la fissarono.
Perché aveva sentito il bisogno di aiutarli?
"Tu hai la vista" disse il ragazzo biondo facendo un passo verso di lei.
Un momento di silenzio permise di sentire soltanto i rumori notturni della città.
"Non devi aver paura di noi... se puoi vederci vuol dire che sei speciale" disse ancora il ragazzo biondo avvicinandosi.
Qualcosa le impedì di girarsi e scappare, ma non disse niente.
La sua lingua non voleva saperne di muoversi.
"Speciale?" ripeté incerta guardandolo meglio.
La luce dei lampioni illuminò il ragazzo davanti a lei. Nonostante l'aspetto un po' minaccioso non le sembrava cattivo, ed il suo sorriso sembrava essere quasi amichevole.
Sembrava quasi... angelico.
"Si... per noi tutto questo è normale e..."
La ragazza non lo fece finire di parlare "normale?" ripeté sconvolta facendo un passo avanti "tutto questo ti sembra normale?" gli chiese incrociando le braccia al petto sull'orlo di una crisi "ho visto due ragazzi combattere con spade, arco e frecce come nel 1500 un mostro probabilmente scappato da qualche laboratorio e..."
Questa volta fu Jace a non farla finire.
"Ehi calmati" le disse facendo un passo avanti finalmente raggiungendola "non era un mostro scappato da un laboratorio" spiegò ridacchiando.
"E cos'era allora?" gli chiese la ragazza preoccupata.
"Un demone" si pentì subito di ciò che aveva appena detto leggendo l'espressione sconcertata della ragazza.
"Ma certo! Un demone, cos'altro se no!" esplose la bionda incrociando le braccia al petto. "Aspetta... vieni con noi e ti spiegheremo tutto" le disse Jace cercando di migliorare la situazione "se verrai con noi ti prometto che avrai una spiegazione per tutto ciò che hai visto"
"Che cosa?" sbottò Alec "sei forse impazzito? Farla venire con noi?" gli chiese avvicinandosi e battendogli una pacca sul braccio. La ragazza lo guardò storto, ma ancora una volta, prima che potesse aprir bocca, Jace la anticipò.
"Alec lei ha la vista! Dobbiamo portarla con noi, capire chi è... non è una semplice mondana"
"Non se ne parla" rispose risoluto l'altro guardando l'amico "mi sembra un film già visto Jace"
"Ehi Robin Hood, tranquillo... sono io che con voi non ci voglio venire" disse indispettita la ragazza. Alec la guardò sorpreso, ricordandosi improvvisamente della sua presenza, mentre Jace scoppiò a ridere divertito.
"Però... bel caratterino la ragazza..." commentò compiaciuto guardandola.
"E tu biondo togliti quell'espressione dalla faccia! Con voi non verrò da nessuna parte" continuò freddando immediatamente l'entusiasmo di Jace.
Il biondo guardò male l'amico di sempre, tornando poi ad osservare la ragazza.
"Devi scusarlo... non ci sa fare molto con le persone" disse imbarazzato cercando di tamponare l'errore di Alec.
Se la ragazza aveva la vista dovevano assolutamente portarla con loro all'istituto.
Fuori, senza conoscere niente del loro mondo, sarebbe stata in pericolo.
Non riusciva a capire l'ostilità di Alec nei confronti di quella ragazza, sapeva bene anche lui che non era posto per lei lì fuori. Era un bersaglio facile a qualsiasi attacco.
"Oh... l'ho notato" disse secca guardando male il moro. Alec la guardò sconcertato, ma in un attimo riacquistò la sua freddezza.
"Jace andiamocene" disse innervosito sistemandosi il suo arco sulle spalle pronto ad andare via.
"Non possiamo lasciarla qui!"
"Si che possiamo, l'hai sentita non vuole venire"
"Sarebbe in pericolo qui fuori lo sai anche tu"
"Non le succederà niente, ne sono certo"
"Come puoi saperlo"
"Ti devo ricordare cos'è successo l'ultima volta che hai portato qualcuno all'Istituto?"
"Certo che me lo ricordo, ho conosciuto così la mia ragazza... e poi adori Clary anche tu adesso! E' una di noi, è il Parabatai di Izzy, non mi sembra sia andata così male...ma cosa ti prende questa sera?"
"Guardate che io sono qui, vi sento" gli ricordò la ragazza guardandoli sconvolta "oh mio dio, ma da dove venite fuori voi due?" gli chiese scuotendo la testa.
Certo che alla stranezza non c'era mai fine.
"Devi scusarci..." disse Jace guardando male per l'ennesima volta il suo amico.
Non riusciva proprio a capire cosa gli passasse per la testa quella sera; aveva il potere di far allontanare le persone spesso e volentieri. Da quanto Alec si era lasciato con Magnus era sempre di pessimo umore ed il suo cattivo temperamento influenzava anche tutti coloro che gli gravitavano intorno durante la giornata.
"Adesso devo andare, si è fatto tardi" disse la bionda guardando meditabonda i due ragazzi incontrati poco prima. Alec si impose di star zitto, ma non riuscì a trattenersi.
"Finalmente!" gli scappò. 
"Bel ringraziamento per averti salvato la vita" commentò acida guardando il ragazzo. Il moro si avvicinò con aria minacciosa a lei, costringendola ad indietreggiare intimorita.
"Non è di sicuro merito tuo se sono vivo" disse a denti stretti guardandola negli occhi.
"Ehi amico che ti prende?" gli chiese Jace tirandolo indietro per il braccio "mi sembra che tu stia esagerando..." aggiunse guardandolo sorpreso dal suo atteggiamento scontroso.
Alec scosse la testa sospirando sonoramente.
"Fai quello che ti pare Jace" disse allontanandosi definitivamente dai due ragazzi, non riuscendo a spiegare neanche a sé stesso il suo nervosismo.
Il biondo lo guardò allontanarsi senza capacitarsi di cosa gli stesse passando per la testa in quel momento, emanava nervosismo solo a guardarlo quella sera.
Tornò a guardare la ragazza davanti a lui.
Notò il suo sguardo cristallino seguire la figura del suo Parabatai quasi dispiaciuta e per un attimo le fece davvero tenerezza. Dopotutto, dovevano ringraziare lei se erano ancora vivi.
"Mi dispiace per Alec... non so cosa gli sia preso" ammise dispiaciuto "dovresti venire con noi però... sono serio... qui sei in pericolo! Se verrai con noi ti spiegherò tutto e vedrai che le cose avranno più senso"
La guardò intensamente, mentre lunghi attimi di silenzio riempirono il vicolo in cui si trovavano.
Per un attimo fu certo che avrebbe declinato l'invito, ma con sua grande sorpresa non fu così.
"Va bene"
Le sorrise amichevole, cercando di rassicurarla.
"Forza andiamo, ti spiegherò tutto strada facendo! Ma prima... dimmi una cosa... come ti chiami?"
"Oh... scusami, non ci siamo neanche presentati, io sono Rose. Tu devi essere... Jace a quanto pare" disse finalmente accennando un sorriso. Il ragazzo la guardò per qualche istante di troppo, ammettendo a sé stesso che era davvero bellissima. La ragazza che avevano appena incontrato aveva un alone strano intorno a lei, una sfera luminosa ma allo stesso tempo misteriosa. Le sue sensazioni da cacciatore erano molto discordanti tra di loro, e non gli era mai successo in tutti gli anni passati ad allenarsi e combattere come shadowhunter.
Non aveva idea di chi fosse la ragazza che avevano appena conosciuto, ma era certo che avrebbe ricoperto anche eli un tassello importante nella loro vita.
Ne fu convinto non appena la guardò negli occhi. 
"Si... mi chiamo Jonathan in realtà, ma sono per tutti Jace"
"Come mai Jace?" chiese piuttosto curiosa.
"Jonathan Cristopher in realtà... quindi Jace" concluse incamminandosi al suo fianco verso l'istituto ed iniziando il suo racconto, come già tempo prima aveva fatto anche con Clary.

Claimed by the shadows [Alec Lightwood/Nuovo personaggio]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora