Ciao a tutti :) Ecco il terzo capitolo. Devo ammettere che è abbastanza lungo, ma necessario per seguire i primi passi della nostra Rose nel suo nuovo mondo... ci saranno piacevoli risvolti. Lasciatemi un commento se vi fa piacere; sapere cosa ne pensate mi sarebbe molto d'aiuto!
Buona letturaCAPITOLO 3 "First steps"
Tornati all'Istituto, avevano parlato anche con Clary ed Isabelle, ed avevano spiegato nel dettaglio tutto quello che aveva detto loro la strega a cui avevano fatto visita.
Il giorno dopo avrebbero iniziato le ricerche per trovare qualche traccia di questo De la Roux, e poi avrebbero pensato a come agire; avrebbero ideato il loro piano di azione.
Sospirò tormentata dai suoi stessi pensieri e lesse ancora distrattamente qualche riga del libro aperto sulla scrivania davanti a lei con difficoltà.
Gli occhi le bruciavano terribilmente, quindi decise di fare una pausa.
Aveva passato tutto il giorno a leggere libri riguardanti la magia e le abilità degli shadowhunter.
Lei era entrambi, ma in questo momento non era in grado di usare le abilità di nessuno dei due.
Sbuffò sonoramente stropicciandosi gli occhi e legandosi i capelli disordinatamente.
Era stanca, ma avrebbe cenato e poi avrebbe continuato a leggere, nella speranza di imparare qualcosa o almeno capire come allenare e manifestare i suoi poteri.
Se voleva essere utile contro De la Roux doveva almeno imparare a combattere, fisicamente o con la magia!
O con entrambe...
Improvvisamente, qualcuno bussò alla sua porta.
"Avanti" disse guardando l'ingresso della sua stanza curiosa. La porta si aprì lentamente, rivelando inaspettatamente la figura di Alec.
"Ehi! Posso entrare?" le chiese timidamente e visibilmente a disagio.
Rose lo guardò decisamente sorpresa.
Tra tutte le persone che si sarebbe aspettata lui era di sicuro l'ultimo della lista!
"Ma certo" disse alzandosi in piedi "entra pure"
Per un attimo si pentì di non essersi presa neanche un minuto per darsi una sistemata nel pomeriggio, ma di sicuro non si sarebbe aspettata la visita di un ragazzo, men che meno quella di Alexander. Sembrava non la volesse lì, quindi perchè adesso era andato da lei?
Il ragazzo entrò e chiuse la porta alle sue spalle, per poi voltarsi e guardarla restando in silenzio. Rosalie lo guardò piuttosto a disagio.
"Ehm... volevi parlarmi di qualcosa?" gli chiese torturandosi le mani imbarazzata.
Alec fece un passo avanti "si io..." disse guardandosi intorno imbarazzato "volevo dirti che mi dispiace" sputò fuori riportando lo sguardo su di lei.
Lo guardò totalmente spiazzata, ancora una volta quel giorno la stava sorprendendo.
Non ricevendo alcuna risposta, il ragazzo decise di continuare.
"Mi dispiace perché da quando sei arrivata non ho fatto altro che essere sfiducioso nei tuoi confronti e metterti i bastoni tra le ruote... ho addirittura pensato che ci stessi mentendo e che in realtà avessi fatto tutto questo per introdurti nell'Istituto" confessò imbarazzato abbassando lo sguardo e sentendosi in colpa per aver pensato male di lei.
"Che cosa?" sbottò incredula.
Come aveva potuto pensare una cosa del genere?
"Non avrei mai dovuto pensare una cosa del genere, ma tendo a non fidarmi molto delle persone" ammise facendo un altro passo verso di lei "ma mi sono reso conto di aver sbagliato e... ecco se potessimo iniziare tutto dall'inizio ne sarei felice" concluse avvicinandosi ancora e fermandosi proprio davanti a lei.
Rosalie lo guardò negli occhi.
Adesso il suo comportamento finalmente aveva un senso.
Era convinto che li stesse prendendo in giro, che stesse mentendo a tutti e che fosse una specie di spia di non si sa chi. Per giorni non aveva fatto altro che darle contro per questo motivo, senza mai preoccuparsi di affrontarla chiedendole la verità.
Un moto di nervosismo la invase, come aveva potuto dubitare di lei?
"Avresti potuto chiedermelo" commentò la ragazza "invece che trattarmi come una spia"
"Ho ascoltato il mio sesto senso, che di solito non sbaglia mai"
"Ma con me ha sbagliato" precisò Rose incrociando le braccia al petto. Alec rimase in silenzio guardandola. Aprì la bocca per un attimo, ma le parole gli morirono in gola e la richiuse scuotendo lievemente la testa. Si sentiva un perfetto coglione in quel momento.
Lo sguardo di Rosalie fu attratto dalla runa tatuata sul suo collo.
"Non ci sa fare molto con le persone, ma ha un cuore grande... quando conquisti la sua fiducia il gioco è fatto"
Le parole di Clary le tornarono in mente e sospirò continuando a fissare il ragazzo davanti a lei.
"E va bene..." disse lei "rincominciamo da capo..." acconsentì incerta. Un sorrisetto soddisfatto dipinse il volto del ragazzo. Si avvicinò a lei tentennante e le mise un braccio intorno alle spalle nella maldestra ed imbarazzante imitazione di un abbraccio.
Rose spalancò gli occhi sorpresa, sentendosi totalmente in imbarazzo.
Cercò di lasciarsi andare ma... no. Non ce la faceva proprio.
Appoggiò una mano sul suo petto e lo allontanò appena da lei più delicatamente possibile.
"Okok come non detto... non sforzarti troppo Alec..." lo prese in giro ridacchiando per smorzare l'imbarazzo. Il ragazzo sorrise a sua volta abbassando lo sguardo sul paviemnto, e per un attimo Rose pensò che avesse il sorriso più bello che avesse mai visto.
"Cosa stavi facendo?" le chiese riportandola fortunatamente alla realtà. Il ragazzo si avvicinò alla scrivania e buttò un occhio sui libri che stava leggendo.
"Stavo leggendo qualche libro sugli stregoni e la loro magia..." disse avvicinandosi a sua volta "sono per metà strega, e da quello che ha detto Lady Fitzroy dovrei avere abbastanza potere nelle mie vene... peccato che non lo sappia usare" concluse alzando lo sguardo irritata da quella situazione.
Alec la guardò "non sai come usare la tua magia?" chiese curioso.
"Non so come usare nessuna delle mie abilità a quanto pare" commentò rassegnata andando a sedersi sul letto. Sprofondò nel materasso, iniziando a giocherellare con le lenzuola di seta lilla.
"Cosa intendi?"
"Non so come usare la mia magia, ne so come usare le mie abilità da shadowhunter... vorrei essere d'aiuto con De la Roux, ma senza alcuna abilità non potrei fare molto" sconsolata si lasciò cadere all'indietro nel letto, finendo per fissare il soffitto avorio sopra di lei.
"Forse posso aiutarti io"
Tornò subito seduta con uno scatto, fissando Alec.
"E come?" chiese curiosa.
Il ragazzo sorrise "sono uno shadowhunter" disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo "posso insegnarti a combattere intanto" concluse guadagnandosi la completa attenzione della ragazza. Lo guardò incerta, era pronta a diventare una shadowhunter?
Almeno per metà insomma...
"Non hai molta scelta se vuoi combattere De la Roux con noi" le fece presente Alec.
Lo guardò per qualche istante, dopotutto aveva ragione.
"E va bene... quando iniziamo?"
"Anche subito se vuoi"
"Subito? Ma è quasi ora di cena..." disse guardando l'orologio al suo polso "e va bene... ci sto" concluse alzandosi in piedi "dammi un attimo, mi metto qualcosa di più comodo e ti raggiungo"
"Ci vediamo in palestra" le disse accennando un sorriso, per poi uscire dalla stanza lasciandola da sola. La ragazza guardò per qualche istante la porta chiusa meditabonda...
Finalmente avrebbe imparato qualcosa, anche se l'ansia iniziava a farsi sentire. Da piccola aveva fatto qualche corso di boxe, ma nient'altro, non era mai stata un abile lottatrice, ne tanto meno aveva mai fatto a pugni con qualcuno. Aveva passato anni ad allenarsi come cheerleader per andare al College e doveva ammettere di aver sviluppato molta resistenza fisica ed agilità, ma la lotta doveva essere completamente diversa. Era più una ginnasta che una lottatrice.
Era fottuta. L'avrebbero presa a calci nel culo.
Prese in mano il telefono e compose il numero di Katy, doveva assicurarsi che nessuno la cercasse per un po' di tempo, così avrebbe potuto dedicarsi alla ricerca di De la Roux.
"Pronto?"
"Ciao Katy, sono io"
"Rose! Dove diavolo sei finita? E' tutto il giorno che ti cerco..."
"Io... sono stata molto impegnata" rispose incerta cercando di inghiottire i sensi di colpa che la tediavano.
"Con quel ragazzo dell'altra sera?" chiese la sua amica ridacchiando. Rosalie arrossì di colpo ricordandosi di aver inventato quella scusa dato che era in compagnia di Alec.
"Ehm... si anche..." farfugliò poco convinta "ma in realtà mi sono rinchiusa in biblioteca a studiare" aggiunse gettando un'occhiata ai libri sparsi sulla sua scrivania.
Almeno questa era una mezza bugia... aveva studiato, ma di certo non qualche libro di anatomia come avrebbe dovuto fare.
"Ho capito... questa sera torni a casa o hai intenzione di dormire ancora da questo ragazzo misterioso?"
"Non penso tornerò questa sera... e probabilmente domani tornerò a casa, a Santa Barbara dai miei" aggiunse sedendosi sul letto.
"A Santa Barbara? Non pensavo dovessi tornare a casa adesso, e siamo nel bel mezzo del semestre... è successo qualcosa?"
"No niente... ho solo bisogno di tornare a casa per un po'... sai, passare un po' di tempo in famiglia" disse vaga sperando che Katy non continuasse a farle domande.
Odiava mentire.
"Ho capito... ma sei sicura che vada tutto bene?"
"Si certo perché non dovrebbe... te lo direi se non fosse così... "
"Lo spero..."
"Adesso devo andare Katy, ci sentiamo il prima possibile..."
"Quando passi a farti la valigia?"
"Non lo so... in caso ci vediamo a casa! Un bacio Kat" chiuse velocemente la chiamata, prima che la sua coinquilina potesse farle qualche altra domanda.
Odiava mentire.
Non lo aveva mai fatto, ne avrebbe voluto farlo adesso, ma era costretta.
Era già un anno che abitava con Kat e da quando si era trasferita a New York erano sempre state insieme. Era la prima ad aver conosciuto in quella città, la prima persona su cui aveva sempre contato da quando era lontana da casa, la prima persona ad esserle stata accanto.
Guardò l'orologio, era tardi!
Si alzò e si svestì frettolosamente per poi dirigersi verso l'armadio.
Per fortuna Isabelle e Clary le avevano dato qualche vestito, il giusto per sopravvivere.
Non appena ne avrebbe avuto il tempo sarebbe andata a prendersi le sue cose a casa e le avrebbe portate all'Istituto.
Indossò dei leggins neri ed un top sportivo, infilò le scarpe da ginnastica e si legò i capelli corti in una treccia che partiva dall'alto. Anni di cheerleading le avevano insegnato come essere sempre perfetta, anche quando si trattava di allenarsi, e questo era sicuramente un vantaggio.
Soffocò una risata considerando quanto poco fosse pronta a tutto quello, ma poi fece un bel respiro e si guardò allo specchio pensierosa...
Sarebbe riuscita a sostenere l'allenamento di Alec?
Decise di non preoccuparsene per adesso ed uscì dalla stanza velocemente per raggiungere il ragazzo. Raggiunse la palestra in fretta, ma si bloccò sull'arco d'ingresso non appena guardò all'interno della stanza.
Dovette far conto a tutto il suo autocontrollo per mantenere un espressione del viso abbastanza normale da non sembrare una perfetta scema. Guardò il ragazzo davanti a lei muoversi agile e rapidamente, mentre prendeva a pugni un sacco da boxe a petto nudo. I muscoli del petto, degli addominali, della schiena e della braccia sembravano essere stati scolpiti da uno scultore mentre si muovevano coordinati, compiendo movimenti rapidi e fluidi. Le quelle rune dipinte su tutto il corpo non facevano altro che renderlo più bello. Lo osservò per qualche minuto, mentre lui concentrato sul suo allenamento continuava a prendere a pugni il sacco, non essendosi accorto del suo arrivo.
Sarebbe rimasta lì per ore ad osservarlo, ma le sue gambe si mossero da sole ed entrò nella stanza raggiungendolo. Non appena si accorse del suo arrivo si fermò e la guardò attentamente con il fiato corto, fermando con una mano il movimento ondulatorio del sacco.
"Eccoti finalmente" disse con un mezzo sorriso "iniziamo?"
Sia allontanò dal sacco e prese un bastone appeso sul muro. Glielo lanciò senza alcun preavviso, ma non ebbe problemi a prenderlo al volo subito.
Il ragazzo sorrise soddisfatto "hai visto? Non hai neanche bisogno delle basi" le disse prendendone uno anche per lui e portandosi davanti a lei, ma rimanendo a distanza di qualche metro.
Il cuore della ragazza tamburellò veloce per l'agitazione, ma fece un bel respiro e cercò di calmarsi.
In fin dei conti, si stavano solo allenando.
"Avanti, fammi vedere che sai fare" disse Alec con tono di sfida "colpiscimi"
Rose non se lo fece ripetere due volte, si gettò in avanti cercando di colpirlo, ma il ragazzo parò facilmente il suo colpo. Dopo un primo attimo di sorpresa, Rose riprese a scagliare colpi su colpi, uno dietro l'altro con tutta la forza che aveva, ma sembrava tutto inutile.
Alec riusciva sempre a fermarla, parando tutti i suoi colpi uno ad uno.
Con un calcio le sfilò il bastone dalle mani e rimase senza arma immobile davanti a lui "avanti, disarma anche me" la incitò fissandola intensamente.
La ragazza si lanciò su di lui cercando di afferrare il bastone, ma rapidamente la evitò. Con un pugno cercò di colpirlo in faccia, ma con un piede tra le sue gambe Alec la fece cadere per terra. Trattenne un gemito di dolore per l'impatto con il marmo duro e non si diede per vinta; con un calcio mirato riuscì a far volare il bastone del ragazzo a qualche metro da loro, guadagnandosi uno sguardo sorpreso da parte del moro "touchè, sei stata brava" le disse realmente colpito "ma adesso iniziamo a fare sul serio" aggiunse con un sorrisetto di sfida che non prometteva niente di buono.
Le prese una caviglia tirandola verso di sé per bloccarla, ma Rosalie agilmente fece perno sul suo corpo gettandosi all'indietro con la schiena sul marmo e ruotò trascinando per terra insieme a lei il ragazzo.
In un attimo Alec agilmente le bloccò le gambe ed in un istante si ritrovò anche le braccia bloccate "bel tentativo, ma devi essere più veloce" le disse con un sorriso.
"E tu non devi abbassare la guardia" disse lei sorridendogli di rimando. Piegò la gamba velocemente tirandogli una ginocchiata nello stomaco, riuscendo a liberarsi almeno le gambe. Con un movimento agile bloccò il corpo del ragazzo tra le sue gambe e si diede la spinta per ruotare, trovandosi in pochi istanti sopra di lui. Lo tenne bloccato con le gambe, mentre lui le teneva ancora bloccati i polsi in una presa ferrea "se mi lasci andare, ti lascio andare anche io" propose la ragazza compiaciuta e soddisfatta per essere riuscita a tener testa al ragazzo.
Alec sorrise soddisfatto restando immobile sotto di lei, ma senza abbandonare quell'aria di sfida che aveva mantenuto per tutto il combattimento.
Senza dire una parola, una gamba del ragazzo la prese per la vita, trascinandola nuovamente distesa per terra sotto di lui. Rabbrividì al contatto con il marmo freddo sulla schiena, ma forse non solo per quello.
Gli occhi verdi di Alec la guardarono divertiti, mentre bloccava il corpo della ragazza tra il suo ed il pavimento. Per un attimo sentì quel calore conosciuto bruciarle il viso, quando avvertì la pelle calda e sudata del ragazzo a contatto con la sua.
Il suo petto nudo si alzava e si abbassava velocemente per lo sforzo fisico fatto, ma la tranquillità nei suoi occhi le infusero un senso di calma che solo una persona prima di lui era riuscito a farle provare.
Nonostante si trovassero per terra, nel bel mezzo di un combattimento, Rosalie non riuscì a fare a meno di pensare per l'ennesima volta quanto fosse bello il ragazzo.
I capelli neri leggermente sparati in alto erano in contrasto con la sua pelle chiara e priva di imperfezioni.
Rose cercò di liberarsi dimenandosi e di rialzarsi, ma fu tutto inutile.
Era finita.
Si lasciò andare sul pavimento, alzando lo sguardo sul soffitto e sbuffando, rendendosi conto di essere in trappola "regola numero uno, mai cercare di scendere a compromessi con l'avversario" le disse il ragazzo divertito "o vivi o muori" aggiunse prendendole il mento e obbligandola a guardarlo negli occhi.
Rose sospirò "adesso l'ho capito"
Dopo qualche istante di silenzio, il ragazzo la liberò dalla sua presa e si alzò in piedi, lasciandola finalmente libera di alzarsi. Le tese una mano per aiutarla ad alzarsi; la ragazza non ci pensò due volte, l'afferrò e si rialzò in piedi con una lieve spinta. Lo guardò per qualche istante, incerta se dire qualcosa o stare zitta, ma lui la precedette "sei stata brava" ammise allontanandosi da lei per raccogliere i bastoni per terra.
"Per essere la prima volta sei stata più che brava" disse Jace entrando improvvisamente nella palestra.
Si girò sorpresa "ci hai visti?" chiese Rose guardando il ragazzo.
Jace annuì "sono arrivato quando hai atterrato Alec" disse ridacchiando e gettando un'occhiata al suo amico. Alec scosse la testa rimettendo a posto i bastoni "gliel'ho lasciato fare" disse.
"Si... certo" confermò divertito Jace facendole un occhiolino d'intesa.
Rose trattenne una risata per non far innervosire Alec "comunque complimenti, per essere la prima volta te la sei cavata davvero bene" concluse incrociando le braccia al petto.
"Devi dirci qualcosa Jace? Perché sei qui?" gli chiese Alec avvicinandosi a loro.
"Nessuna novità... io e Clary stiamo cercando di capire da dove partire per scoprire dove si trova De la Roux, ma per ora non abbiamo niente in mano"
"Mia sorella dov'è?"
"Da Simon... non so cosa dovessero fare" precisò subito, anticipando la domanda dell'amico "ritorno da Clary, abbiamo una missione... un demone ha attaccato un mondano a Manhattan... sono quasi certo c'entri Camille..." disse scambiandosi uno sguardo d'intesa con Alec.
"Vengo con voi..." disse il moro prendendo la maglietta a maniche corte che aveva lasciato per terra.
"Non ti preoccupare... riposati, vado con Clary" gli disse Jace.
Alec si infilò la maglietta "da quando mi sostituisci con la tua ragazza?" gli chiese visibilmente scocciato.
"Da quando la ferita sul braccio ti dà problemi e non riesci più a centrare un bersaglio" ridacchiò Jace dandogli una pacca sulla spalla "scherzo" disse subito notando lo sguardo cupo dell'amico "ma voglio stare un po' da solo con Clary... è un demone comune, non avremo alcun problema" concluse sorridendogli amichevole. Alec alzò gli occhi al cielo per poi sorridergli falsamente "buona missione allora" gli disse a denti stretti. Rose lo guardò, dovette trattenere un sorriso considerando quanto Alec fosse scocciato dall'essere stato sostituito per quella sera da Clary.
"Sapevo avresti capito fratello... ciao ragazzi" disse Jace salutandoci con un sorriso ed uscendo dalla stanza quasi correndo. Rosalie lo guardò sparire alla fine del corridoio per poi riportare lo sguardo sul Alec.
Lo sorprese a fissarla "che c'è?" gli chiese curiosa.
"Pensavo di andare a mangiare qualcosa, l'ora di cena è passata da un po'... vuoi venire con me?" le chiese lasciandola di stucco.
Rose tentennò per un attimo, ma alla fine si convinse "perché no... dove volevi andare?"
"Che ne dici del cinese? C'è un ristorante a qualche isolato da qui davvero fantastico..."
La ragazza gli sorrise "cinese sia allora, mi fido! Dammi solo dieci minuti per farmi una doccia e cambiarmi" gli disse incamminandosi verso la porta.
"Basta che non mi fai aspettare troppo!" lo sentì dire uscendo dalla porta.
Non rispose, ma non riuscì a trattenere un sorriso felice.
Mangiò un'altra forchettata di pollo alle mandorle e bevve un sorso di vino.
Era tanto che non si concedeva una cena in tranquillità. Erano già due giorni che non tornava a casa, e anche a casa l'ultimo periodo era stato parecchio stressante.
Il semestre stava terminando e tra non molto avrebbe avuto gli esami, come avrebbe fatto? Sarebbe sicuramente rimasta indietro con il programma e recuperare sarebbe stato sempre più difficile.
"A cosa stai pensando?" la voce di Alec la distolse dai suoi pensieri, riportandola alla realtà.
"Niente..." rispose vaga riportando lo sguardo sul suo piatto.
"Non ti credo... " disse il ragazzo mangiando una coscetta di pollo fritto tranquillamente, senza distogliere lo sguardo da lei. La ragazza lo guardò incerta "sono preoccupata per l'università..." ammise guardando altrove imbarazzata. Probabilmente Alec le avrebbe riso in faccia, dopotutto che rilevanza potevano avere i suoi problemi da mondana?
In fin dei conti adesso non era più una mondana... non sapeva cosa ne sarebbe stata della sua vita, ne cosa avrebbe fatto in futuro.
In soli due giorni la sua vita si era stravolta.
"Perché? " le chiese curioso bevendo un sorso di vino.
Lo guardò attentamente, era davvero interessato a ciò che stava pensando?
"Perché rimarrò indietro con il programma, rimarrò indietro con gli esami... non so neanche dove sarò tra un mese ne cosa starò facendo..." disse buttando giù tutto in un sorso solo il vino che aveva nel bicchiere.
Il ragazzo alzò le sopracciglia, ma proprio quando pensò l'avrebbe ripresa per ciò che aveva appena fatto, con sua grande sorpresa prese la bottiglia di vino e le riempì nuovamente il bicchiere.
"Immagino non sia facile..." si limitò a dire guardandola.
Rosalie sospirò "non è facile per niente" ammise guardando altrove.
Accavallò le gambe lasciate scoperte dal vestito che aveva deciso di indossare quella sera "cosa dovrei fare? Lasciare tutto?" gli chiese cercando delle risposte.
"Devi fare quello che ti senti Rosalie... la prima regola degli shadowhunter è che i sentimenti offuscano la mente, io non la penso così. Penso che ci si debba fidare di ciò che si prova, si deve fare ciò che si vuole fare per essere in pace con sé stessi" disse pacatamente il ragazzo "posso assaggiare?" le chiese indicando il suo piatto di pollo alle mandorle. La ragazza lo fissò per qualche istante, riflettendo sulle parole che le aveva appena detto. Annuì avvicinandogli il piatto, mentre con la forchetta rubò dal suo piatto un'aletta di pollo.
La guardò contrariato, tradendosi con un sorriso stampato in faccia.
"Grazie" disse lei sorridendogli di rimando e facendogli l'occhiolino. Mise in bocca il pollo e lo masticò lentamente "è buona questa cosa"
"Questa cosa è pollo fritto, certo che è buona" ridacchiò lui mangiando a sua volta un po' del suo pollo con le mandorle.
"Il fatto è che non so cosa voglio essere Alec" ammise la ragazza portando gli occhi nei suoi, senza perdere il sorriso che aveva in faccia "pensavo di voler essere un medico... adesso non so se voglio essere un medico, una shadowhunter o una strega..." disse sorridendo con amarezza "direi che sono tutte cose piuttosto diverse" aggiunse ridacchiando per la situazione assurda in cui si trovava.
"Non devi decidere adesso cosa essere" le disse catturando la sua attenzione "non hai neanche idea di cosa voglia dire essere una shadowhunter, ne tanto meno cosa voglia dire essere una strega...datti del tempo, vivi le tue esperienze e vedrai che capirai cosa vuoi fare da grande" le disse rubandole un sorriso.
Doveva ammettere che Alec si stava rivelando una piacevole sorpresa.
"Non pensavo fossi così saggio Alexander" lo prese in giro ridendo.
"Se non fossi saggio non sarei il capo dell'istituto" le rispose fissandola un attimo di troppo.
"E tu? Hai sempre voluto fare quello che fai?" le chiese curiosa appoggiando il meno sulle sue mani.
"Fin da quando ero piccolo sognavo di prendere il posto di mio padre a capo dell'istituto... quindi direi di si, ho sempre voluto fare quello che faccio" disse sincero "sono cresciuto come uno shadowhunter, è quello che sono fin dalla nascita, non potrei essere altro"
"E se potessi scegliere cosa saresti?" lo provocò lei realmente curiosa della sua risposta. Lo sguardo del ragazzo brillò per un attimo, doveva ammettere che quella ragazza sapeva toccare i punti giusti.
"Uno Shadowhunter" rispose con un sorriso divertito.
"Ne sei sicuro?" incalzò lei sorridendo a sua volta.
"La magia degli stregoni mi affascina, devo ammetterlo... la loro magia permette di fare cose davvero incredibili" disse in totale sincerità "ma sono uno shadowhunter, e tale vorrò essere per sempre... nonostante io abbia capito con il tempo che a volte le regole dei Nephilim sono un po' troppo dure e vanno anche prese con le pinze" concluse convinto.
La ragazza lo guardò in silenzio con ammirazione.
Alec era fiero di essere ciò che era, e non c'era niente di meglio di questo probabilmente.
"E così studi medicina?" le chiese incuriosito cambiando totalmente discorso.
Lo guardò per un attimo, indecisa se concedergli di cambiare discorso, ma alla fine i suoi occhi verdi la convinsero ad assecondarlo "si esatto... sono al primo anno" rispose rendendosi conto dell'ascendente che aveva quel ragazzo su di lei.
"Interessante, quindi ti piace l'arte medica..."
"Mi piace la medicina" disse lei "ma mi piace anche la musica, l'arte, la moda..." aggiunse con un sorriso bevendo l'ennesimo sorso di vino.
"La tua famiglia abita qui a New York?"
"Oh no... mi sono trasferita qui all'inizio dell'anno per il College... sono di Santa Barbara"
"California! Mio padre è a capo dell'Istituto di Los Angeles..." disse "non l'avrei mai detto comunque"
Rosalie ridacchiò "e perché mai?"
"Perché sembri la classica tipa da New York"
Rise appoggiando la schiena lasciata scoperta dal vestito sullo schienale della sedia "io la classica tipa da New York?" ripeté divertita "disse quello che va sempre in giro con una giacca in pelle nera, jeans neri e rune tatuate su tutto il corpo" lo prese in giro.
"Sono uno shadowhunter" le fece presente ridendo a sua volta. La guardò per un istante; era tanto che non si sentiva così... era tanto tempo che non si sentiva così sereno con qualcuno.
Da quando si era lasciato con Magnus un anno e mezzo prima non era più riuscito a ridere e scherzare tranquillamente con qualcuno, non era neanche più riuscito a sentirsi sereno per più di due ore. Ma quel giorno incredibilmente ci era riuscito.
"Hai da fare questa sera?" gli chiese improvvisamente la ragazza riportandolo alla realtà.
"Quando?" domandò confuso guardandola stranito.
"Dopo, adesso! Hai qualche missione o compito strano che devi eseguire in quanto capo dell'istituto?" gli chiese tirandogli un calcio sotto al tavolo per prenderlo in giro.
Il ragazzo le rivolse un mezzo sorriso "no... per questa sera no" rispose sobbalzando al calcio della ragazza.
"Conosco un bar carino a Brooklyn... ti va di farci un salto?" gli propose.
Qualche istante di silenzio seguì la sua proposta, facendole dubitare della risposta affermativa del ragazzo. Forse aveva interpretato male? Forse era stata troppo precipitosa?
Riuscì a leggere l'incertezza sul volto del ragazzo "non importa Alec" gli disse cercando di tagliare l'aria che si era fatta tesa come una corda.
Improvvisamente però, il ragazzo parlò "perché no" disse stupendola ancora una volta "dai, andiamo!" le disse alzandosi improvvisamente dalla sedia e rimettendosi la giacca.
Rosalie lo guardò per qualche secondo spaesata, ma non appena realizzò si alzò a sua volta ed indossò la sua giacca di pelle. Alec pagò il conto e dopo qualche minuto uscirono dal ristorante.
Si incamminarono verso il locale che aveva proposto Rosalie, mentre l'aria frizzante di fine Aprile soffiava incanalandosi tra i grattacieli di New York. Camminarono per qualche isolato, parlando del più e del meno ed in pochi minuti raggiunsero il bar.
"Scommetto che non sai giocare a biliardo" lo sfidò la ragazza prima di aprire la porta ed entrare all'interno. Alec fece un mezzo sorriso "potrei stupirti Rosalie"
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Claimed by the shadows [Alec Lightwood/Nuovo personaggio]
FanfictionLa giovane Rosalie Thorne scoprirà un mondo che non credeva potesse esistere realmente e, con esso, verranno riportati alla luce vecchi scheletri nell'armadio, verità nascoste per troppo tempo e nuovi amori, comprendendo di far parte di quello stran...