Hidden powers

1.3K 39 7
                                    

Ciao! Pubblico già il secondo capitolo, nella speranza di farvi entrare subito nell'avventura. In questo capitolo si smuoveranno un po' di cose e ci saranno un po' di rivelazioni, ma è solo l'inizio ;)

Fatemi sapere cosa ne pensate!
Buona lettura.

CAPITOLO 2 "Hidden powers"

Un improvviso allarme la fece sobbalzare nel letto svegliandola totalmente in pochi istanti.
Cosa accidenti stava succedendo?
Scese dal letto con uno scatto intuendo all'istante che la situazione non dovesse essere normale ed indossò al volo i primi vestiti che trovò sulla sedia. Infilò i jeans, la maglietta e gli anfibi e si precipitò fuori dalla porta della sua stanza per capire cosa stesse succedendo nell'Istituto.
La prima cosa che vide, fu la confusione che regnava sovrana nel corridoio.
Numerose persone correvano a destra e sinistra senza un ordine apparente, urlando ordini ed avvertimenti. Gruppi di shadowhunters correvano sfoderando le loro armi angeliche e per un attimo si sentì piccola e fuori luogo in quel contesto. 
Si appiattì contro il muro e si guardò intorno per cercare di capire meglio cosa stesse succedendo, ma ovviamente tutto fu inutile. Chiuse frettolosamente la porta della sua stanza ed andò in cerca di Clary o Isabelle o Jace o qualcun altro che potesse aiutarla.
Una luce lampeggiante rossa nel corridoio le diede la conferma che non fosse una situazione di normalità, mentre quella sirena assordante continuava a suonare all'impazzata dando del filo da torcere ai suoi timpani. Quell'allarme risunava fisso nella sua testa, provocandole un lieve mal di testa e sensazione di ovattamento.
Iniziò a correre a caso per il corridoio senza meta alla ricerca di qualcuno, quando improvvisamente una mano le afferrò il braccio. Sussultò per lo spavento, ma si tranquillizzò immediatamente non appena riconobbe le figure di Isabelle e Clary.
"Rose dove stavi andando?" le chiese Isabelle cercando di sovrastare la sirena con la voce.
"Vi stavo cercando! Cos'è questa cosa?" chiese mettendosi le mani sulle orecchie.
"Qualcuno ha superato le barriere magiche di difesa dell'Istituto" le spiegò Clary "dobbiamo fare qualcosa, dobbiamo scoprire chi è entrato" aggiunse "venite, andiamo!" urlò, iniziando a correre veloce per il corridoio seguita da Izzy.
Non se lo fece ripetere due volte, l'idea di restare da sola in mezzo a tutto quel trambusto la terrorizzava; iniziò a correre seguendo le ragazze e cercando di stare al loro passo.
Raggiunsero l'armeria in un attimo e faticò per non perderle di vista in mezzo a tutta quella confusione.
Isabelle e Clary presero le loro armi dagli scaffali e dai ripiani e la guardarono per un istante.
"Rose vieni con noi, dobbiamo metterti al sicuro" disse Clary scambiandosi un cenno di intesa con Isabelle. Rosalie annuì, incapace di parlare e di pensare in quel momento.
Con passo spedito avanzarono in un corridoio diretto in qualche parte dell'istituto. Rose cercò di stargli dietro ma, improvvisamente, un sussulto l'attraversò costringendola a rallentare. Appoggiò una mano sulla parete per sostenersi e la sua testa iniziò a girare confusamente, ma non si diede per vinta. Continuò a camminare con difficoltà cercando di star dietro alle ragazze che non si erano accorte di niente, quando improvvisamente un altro sussulto doloroso la investì con più potenza rispetto a prima percorrendo tutto il suo sistema muscolare.
Una morsa di ferro nel petto le impediva di respirare regolarmente e per un attimo sentì un scarica elettrica attraversarle tutto il corpo, come se della corrente si stesse scaricando attraverso la sua pelle ed i suoi nervi. Si bloccò di colpo sostenendosi al muro senza fiato.
Cosa stava succedendo?
Appoggiò la schiena contro la parete cercando di fare un bel respiro a pieni polmoni...
"Rose tutto bene?" la voce di Izzy la riportò alla realtà, le due ragazze si avvicinarono preoccupate.
"Che ti succede? Non stai bene?" indagò preoccupata Clary guardandola "sei tutta sudata..." notò passandole una mano sulla fronte. 
"Mi... manca il... fiato" riuscì a dire boccheggiando.
Le ragazze si guardarono preoccupate ma, prima che una delle due potesse aggiungere qualcosa, un pugnale si conficcò sul muro a pochi centimetri dalla testa di Rosalie, sfiorandola per miracolo. In un attimo Isabelle e Clary scattarono contro l'uomo che aveva scagliato il pugnale, ma le respinse con un colpo senza troppa difficoltà.
Altri tre uomini le raggiunsero dal fondo del corridoio, mentre le due ragazze si rimettevano in piedi. Iniziarono a lottare cercando di impedire agli uomini di attaccare, ma erano quattro contro due, e ben presto le due ragazze avrebbero fatto fatica a reggere il combattimento.
Rosalie fece un grosso respiro, lentamente sembrava che la morsa al petto si stesse riducendo, così da permetterle di respirare normalmente.
Seguì con lo sguardo i movimenti rapidi delle ragazze davanti a lei ed ammirò estasiata il loro coraggio e la loro forza. Invidiava la loro capacità combattiva, lei al confronto era totalmente inutile e non sarebbe mai riuscita a lottare così abilmente contro quattro uomini insieme.
Nonostante volesse aiutare con tutte le sue forze, avrebbe potuto fare poco in quella situazione.
Era solo una mondana...
Quando le due ragazze sembrarono essere in vantaggio sugli uomini, improvvisamente, si materializzò dal nulla un demone sotto gli occhi sorpresi di tutte e tre.
"Adesso divertitevi ragazzine" ghignò uno degli uomini poco prima di scagliarsi con forza su Clary. Ripresero a combattere più forte di prima, mentre il demone si diresse verso Rosalie.
La ragazza lo guardò spaventata, mentre le sue gambe non ne volevano sapere di muoversi da lì.
Il cuore batteva talmente forte sulla gabbia toracica che per un attimo pensò sarebbe uscito dal petto; ma, proprio quando il mostro era a pochi passi da lei, si fece forza e con uno scatto iniziò a correre per il corridoio più veloce che poteva, cercando di sfuggirgli.
Il demone la inseguì cercando di prenderla, ma lei continuò a correre senza sosta.
In un attimo le fu dietro, ma lei non aveva intenzione di mollare ed accelerò la corsa.
Proprio quando pensò di riuscire a seminarlo, giunse all'ingresso dell'Istituto e si voltò per guardare dietro di lei quando fosse distante quel mostro, ma finì inconsciamente direttamente tra le braccia di uno degli uomini che avevano assaltato la struttura.
"Presa! Il Maestro De la Roux sarà felice" disse con un ghigno tenendola ferma con le braccia in una morsa di ferro. La ragazza sussultò guardandolo negli occhi paralizzata dalla paura, ma improvvisamente una voce conosciuta attirò la loro attenzione.
"ROSALIE!" si voltò verso il portone d'ingresso, riconoscendo Jace e Alec al suo seguito.
L'idea che l'avrebbero salvata si fece largo nella sua testa, facendo rilassare lievemente i suoi muscoli tesi dalla paura. Ancora qualche istante e sarebbe tutto finito...
Ma, improvvisamente, in un attimo una scarica sconosciuta la percorse dalla testa ai piedi ed agì d'istinto senza pensarci.
Approfittando del momento di distrazione dell'uomo, gli tirò un pugno stendendolo a terra. Un secondo uomo si gettò su di lei, ma venne prontamente bloccato da un pugnale lanciato dalla mano esperta di Alec, che non sbagliava mai un tiro.
Senza che nessuno di loro se ne accorgesse e potesse fermarlo, il demone si scagliò su di lei, cercando di bloccarla ma, proprio quando fu a pochi centimetri da lei, una strana sensazione mai provata prima di allora invase tutta la sua mano. Una scossa elettrica le attraversò il braccio ed in un attimo successe ciò che non si sarebbe mai aspettata.
Aprì la mano scagliando un fascio di fuoco incandescente contro il demone, cadendo per terra rimbalzata dall'energia sprigionata dalla sua stessa mano. In un istante, senza rendersene conto, afferrò il pugnale ancora conficcato nel corpo dell'uomo affianco a lei estraendolo, ed affondò la lama mentre si illuminava al suo tocco nel petto del demone.
In un attimo il demone esplose sotto i loro occhi increduli, lasciando solo polvere e cenere come segno del suo passaggio. 
Rose guardò il vuoto lasciato dal demone sconvolta e, lasciando cadere il pugnale per terra, si lasciò andare crollando sul pavimento, incapace di dire alcuna parola e totalmente priva di forze.
Sentì subito delle braccia forti sostenerla.
Si voltò cercando il viso di Jace, ma con sua grande sorpresa incontrò gli occhi verdi e preoccupati di Alec.
Non sentiva niente, alcun rumore, alcun suono.
Guardò la sua mano incredula per ciò che aveva appena fatto.
Cos'era successo? Come aveva fatto ad uccidere quel demone?
La mano tremante sembrava la stessa di sempre, le sue unghie smaltate di nero e l'anello regalatole da sua nonna per i diciotto anni erano sempre lì. Tutto era come sempre, allora cos'era stato quel fascio energetico che si era sprigionato dalla sua stessa mano?
"Rosalie" la voce di Jace la riportò alla realtà. Alzò lo sguardo sul viso del ragazzo davanti a lei confusa, ma nonr iuscì a rispondere sentendo la gola secca.
"Rosalie" la richiamò il ragazzo dandole un buffetto sul viso, ma le parole le morirono in gola.
Si sentiva stanca, terribilmente stanca.
"Rosalie tutto bene?" la voce di Alec raggiunse le sue orecchie lievemente e si voltò appena per guardare il ragazzo dietro di lei che la sosteneva ancora per non lasciarla andare sul pavimento.
Annuì stordita, avvertendo le loro voci più acute del normale.
Cosa le prendeva?
Gli occhi improvvisamente pesanti minacciavano di chiudersi, ma cercò di resistere.
"Io..." cercò di parlare ma non riuscì a proseguire.
Lo sguardo preoccupato dei due ragazzi era fisso su di lei.
"Andiamo, portiamola in camera sua" sentì dire ad Alec prima di essere sollevata tra le sue braccia. Incrociò gli occhi di Jace per un istante, e lo guardò probabilmente supplicante.
"Non ti preoccupare, è tutto finito" le disse sottovoce rassicurandola.
Incapace di sostenere tutto questo, si lasciò andare e cadde in un sonno profondo.


"Era fuoco Jace! Quello era fuoco"
"Si ma si propagava come un'onda di energia"
"Ha sprigionato un fascio di fuoco dalla sua mano"
"Lo so Alec, smettila di ripeterlo... c'ero anche io, so cos'hai visto perché l'ho visto anche io"
"Ragazzi... voi eravate lì, ha detto qualcosa prima di emettere questo... fascio di fuoco?"
"No Clary non ha detto assolutamente niente"
"Poco prima di essere attaccate da quegli uomini... Rose si era fermata, non stava bene, le mancava il fiato" riconobbe la voce di Izzy, e quelle di tutti gli altri, ma le avvertiva lontane. Terribilmente lontane, rimbombandogli nella testa.
"Forse qualche stregone si è servito del suo corpo per emanare la sua magia..."
"E secondo te uno stregone che ipoteticamente era alleato di quegli uomini l'avrebbe aiutata ad uccidere il demone?"
"La spada si è illuminata al suo tocco"
"Si ma ha sprigionato fuoco dalla mano!"
"C'è qualcosa che non torna..."
"Ci sono molte cose che non tornano Alec"
"Ragazzi lasciamo stare per un attimo ciò che è successo a Rosalie... chi erano quegli uomini? E cosa volevano?"
"Forse Rose saprà dirci qualcosa quando si sveglierà..."

Strinse gli occhi facendo un grosso sforzo, ma ci mise tutta sé stessa per sopportare il dolore lancinante alla testa e riuscire ad aprir bocca.
"Non ho idea... di chi fossero" farfugliò cercando di farsi sentire.
Un tocco caldo subito avvolse la sua mano.
Aprì gli occhi con difficoltà specchiandosi nelle iridi nere di Isabelle. 
"Finalmente ti sei svegliata" le disse con un sorriso rassicurante "eravamo molto preoccupati" aggiunse sedendosi sul letto affianco a lei. Cercò di ricambiare il sorriso, ma non fu certa di esserci riuscita al meglio, doveva sembrare più una smorfia di fatica che un sorriso.
"Come ti senti?" le chiese Clary avvicinandosi a sua volta sorridendole.
Rose sospirò.
"Confusa suppongo... e come se mi fosse passato un treno sopra" aggiunse spostando lo sguardo sul soffitto. La luce non faceva altro che peggiorare drasticamente il suo mal di testa lancinante "cosa mi è successo?" chiese guardando le ragazze al suo fianco preoccupata.
La loro espressione mutò improvvisamente, senza lasciar trapelare alcuna emozione.
"Il fatto è che non lo sappiamo neanche noi" ammise Izzy "non avevamo mai visto niente del genere" 
Sospirò rassegnata, non avevano idea neanche loro di chi fosse o cosa fosse.
Benissimo.

Il suo sguardo cristallino venne attirato dai due ragazzi ai piedi del suo letto.
Jace la osservava silenziosamente, lasciando che fossero Clary ed Isabelle ad avvicinarla, mentre Alec spostò lo sguardo non appena incrociò il suo. In un attimo, l'idea di essere considerata un problema per loro si fece largo nella sua testa, facendola sentire ancor di più uno straccio. Alexander probabilmente l'avrebbe odiata più di prima adesso.
Dopotutto... dopo neanche dodici ore che si trovava lì aveva già fatto succedere questo putiferio.
"Rosalie tu conoscevi gli uomini che sono entrati qui dentro?" le chiese Jace facendo un passo avanti. Lo guardò confusa, ma abbassò subito lo sguardo.
"No... non li avevo mai visti prima" disse riflettendoci "ma come ha fatto ad arrivare qui quel demone? Non avete detto che ci sono delle barriere protettive?"
"Beh si ci sono... probabilmente il demone è stato portato dentro da quegli uomini" spiegò Isabelle "probabilmente erano stregoni" 
"Dovremmo scoprire chi erano e cosa volevano" disse Alec.
Improvvisamente la sua voce le ricordò i pochi istanti prima che svenisse.
Gli occhi verdi contornati dall'oro di Alec che la guardavano, le sue braccia che la sollevavano e subito dopo il buio più totale.
Abbassò lo sguardo imbarazzata.
"Rose... tu hai visto qualcosa di particolare, sentito qualcosa..." le chiese Jace cercando il suo sguardo. Rose sospirò riflettendo su tutto ciò che era successo.
Una grandissima confusione permeava la sua mente, rendendole anche offuscati la maggior parte dei ricordi. Era come se avesse preso una botta in testa e ricordasse solo poche cose...
Ma improvvisamente si accese una lampadina.
"Oddio si... quando mi ha catturata quell'uomo... ha detto 'il maestro De la Roux sarà contento'... io non ho idea di chi sia, ma magari voi lo conoscete..." disse con voce ancora strascicata dalla stanchezza, ma entusiasta dell'informazione che era riuscita a tirare fuori.
Ma l'entusiasmo svanì immediatamente osservando le facce dei ragazzi davanti a lei.
"Non ho idea di chi sia" ammise Clary guardando Jace speranzosa. Anche lui scosse la testa "neanche io... Alec?"
Il moro scosse la testa a sua volta.
Un momento di silenzio invase la stanza.
Non avevano alcuna pista su cui lavorare.
"Sarà meglio darci da fare allora..." disse Isabel alzandosi in piedi "dobbiamo scoprire chi è questo De la Roux! Cerco nel database dell'istituto, vediamo se trovo qualcosa"
"Ti darò una mano... contatto Luke e chiedo a lui se conosce qualcuno con questo nome" disse Clary.
"Vengo con te" disse Jace "è meglio se non ci muoviamo da soli finchè non capiamo chi erano e cosa volevano dall'istituto"
"Mi sembra ovvio che volessero Rosalie"
Tutti gli sguardi si puntarono su Alec, cercando di capire il senso della sua ultima frase.
"Se quell'uomo ha detto che sarebbe stato contento questo maestro dopo aver preso Rosalie... vuol dire che il loro scopo era catturarla probabilmente" spiegò collegando i pezzi.
"Ma perché dovrebbero volerla?" chiese Isabelle.
Alec alzò gli occhi al cielo avvicinandosi alla sorella per guardarla meglio.
"Oh andiamo Izzy... l'hai vista anche tu prima..." disse come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Lo sguardo di Isabelle apparve incerto per un attimo.
"Cosa intendi Alec?"
"Ha fermato il demone con un fascio di fuoco e poi l'ha pugnalato con una spada angelica che si è illuminata al contatto con la sua mano... non sappiamo niente di lei, ma è chiaro che ci possa essere qualcuno che vuole qualcosa da lei" disse serio guardando la sorella.
Jace si intromise nel discorso "Alec ha ragione... e finchè non ne sappiamo qualcosa in più non possiamo rischiare che succeda qualcosa a Rose" disse gettando un'occhiata alla ragazza sul letto "Alec tu rimani qui con lei, assicurati che non le succeda niente ne che qualcuno si avvicini a lei"
"Che cosa? Dovrei stare qui a fargli da balia finché voi fate tutto il lavoro?" chiese innervosito "non se ne parla, sono il capo dell'Istituto"
"Non abbiamo molto da fare... Izzy cercherà su database, io e Clary andremo da Luke... dopo tireremo le somme e decideremo come agire, ma intanto ci serve che Rosalie sia protetta" decretò Jace guardando il suo amico "lo sai anche tu... devi fare la cosa giusta"
Il moro alzò lo sguardo scocciato, ma non disse niente, consapevole che il suo Parabatai avesse ragione.
"Sarà meglio sbrigarci... a dopo" salutò Clary uscendo dalla stanza seguita da Jace e Izzy, prima che Alec potesse controbattere qualcosa.
Il ragazzo guardò la porta dalla quale erano appena usciti i suoi amici e scosse la testa decisamente poco convinto e confuso. Prima quella ragazza piombava così da loro, poi attaccavano l'Istituto per rapirla e addirittura un demone riusciva a varcare le loro barriere magiche, nonostante fosse terreno consacrato e non ci fossero vie infernali aperte...
Tutta quella storia non lo convinceva per niente, e sperò che gli altri scoprissero qualcosa.
"Non sei obbligato a stare qui..." la voce di Rosalie lo riportò alla realtà e la sua attenzione si focalizzò su di lei per un attimo.
"Devo assicurarmi che non ti succeda niente" disse avvicinandosi ad una sedia affianco al suo letto e sedendosi. La ragazza seguì ogni suo movimento con lo sguardo.
"Non ti trattengo... so cavarmela da sola" disse mettendosi a sedere per un attimo nel letto "sparo fiamme ed attivo lame angeliche" disse ironica ricadendo all'indietro nel letto.
Era ancora sfinita, come se le avessero prosciugato tutte le forze che aveva in corpo e la testa le faceva malissimo.
Alec la guardò lasciandosi scappare un mezzo sorriso.
"Hai fatto delle cose fenomenali e neanche te ne rendi conto" le disse guadagnandosi tutta la sua attenzione "come ti senti?" le chiese.
La ragazza lo guardò stupita del suo improvviso interesse per le sue condizioni.
"Senza forze... mi sento totalmente senza forze e ho un male terribile alla testa... non avete qualcosa per il mal di testa qui?"
Il ragazzo annuì e si alzò per dirigersi verso il bagno. Tornò un attimo dopo con una pastiglia ed un bicchiere d'acqua tra le mani, porgendole la pastiglia. La ragazza si sedette nel letto con fatica, ma la stanza intorno a lei girò vorticosamente.
Cercò di non darlo a vedere e guardò la pastiglia diffidente.
"E questa cos'è?" chiese prendendola tra le mani e rigirandola tra le dita per analizzarla meglio.
Alec rise della sua sfiducia "quella che i mondani chiamano aspirina..." si limitò a dire "prendila, ti sentirai meglio" aggiunse risistemandosi sulla sedia accanto al suo letto.
Rose buttò giù la pastiglia con un sorso d'acqua e ripose il bicchiere sul comodino.
"Cosa mi è successo prima?" chiese a bruciapelo guardando il ragazzo alla ricerca di risposte.
"Non lo so... non lo sappiamo" ammise Alec guardandola. Notò lo sguardo della ragazza abbassarsi e farsi più cupo e si sentì in dovere di proseguire per rispondere alla sua domanda "ma lo scopriremo" aggiunse cercando di risollevare un po' l'umore.
"E come?"
"Cercheremo questo tizio che hai sentito nominare e... chiederemo un po' in giro... ci sono tanti nascosti che vivono qui da secoli, sono sicuro che qualcuno di loro saprà darci qualche indizio"
"Lo spero tanto... quando hanno attaccato l'Istituto quegli uomini ho provato una sensazione stranissima" disse portandosi la mano sul petto.
Ricordava bene la sensazione di mancanza d'aria che l'aveva assalita e quelle scosse dolorose che avevano attraversato il suo corpo.
"Cosa intendi?" indagò il ragazzo appoggiando i gomiti sulle ginocchia osservandola meglio.
"Un dolore fortissimo al petto non mi permetteva di respirare, mentre una sensazione stranissima non mi permetteva di camminare... io non so spiegarlo, non mi era mai successo niente di simile prima..."
"Che tipo di sensazione era?" chiese Alec sempre più stranito.
Che fosse una coincidenza che Rosalie si fosse sentita male, e dopo qualche minuto avesse sprigionato quelle abilità nascoste? Era tutto troppo strano e gli sembrò improbabile fossero tutte coincidenze, le cose dovevano essere collegate per forza, in qualche modo.
"Non lo so, era come se delle scariche elettriche attraversassero tutto il mio corpo" spiegò guardando la finestra davanti a lei "poi è successo tutto in un attimo... sono scappata, quell'uomo mi ha bloccata e il demone si stava avvicinando sempre di più. Quando vi ho visti sapevo che avreste ucciso il demone ma... quando hai lanciato il pugnale qualcosa è scattato dentro di me. Il mio corpo ha agito da solo, è come se non fossi riuscita a controllare le mie azioni... ho fatto tutto senza rendermene conto" disse velocemente quasi giustificandosi e senza prendere aria per l'impeto del racconto. Guardò le sue mani ancora sconvolta per ciò che era riuscita a fare; tutto sembrava come sempre, ma lei si sentiva diversa.
Alec la osservò nei suoi movimenti, desiderando per un istante essere nella sua testa e capire a cosa stesse pensando. Il dubbio che non fosse tutto una coincidenza si insinuò nella sua testa, venendo a galla dopo ore che cercava di sommergerlo.
Jace, Izzy e Clary sembravano riporre una fiducia quasi immotivata nei confronti della ragazza, ma lui non riusciva proprio a passare sopra al suo sesto senso.
Fin da subito non aveva avuto grande fiducia nella ragazza che ora era davanti a lui; gli sembrava altamente improbabile che fosse passata casualmente in quel vicolo di New York la sera prima e li avesse visti combattere, possibile che fosse la prima volta in tutta la sua vita che vedeva un demone? Come aveva fatto a non accorgersi per tutti quegli anni di avere la vista?
L'agilità con cui gli aveva passato l'arco e la freccia quella sera lo avevano insospettito subito, portandolo a dubitare di lei e di ciò che aveva raccontato a tutti, nonostante li avesse aiutati.
E se fosse solo un piano per avvicinarsi a loro ed entrare nell'Istituto?
Si era dimostrata debole fin da subito, ma nel momento del pericolo aveva reagito usando poteri che mai nessuno di loro aveva visto usare da un'unica persona.
La magia degli stregoni e l'abilità nella lotta degli shadowhunter in una sola persona.
Com'era possibile?
Il fruscio delle lenzuola attirò la sua attenzione e guardò la ragazza distendersi nuovamente a letto fissando il soffitto. Sbuffò passandosi una mano sul viso, non sapeva quello che stava facendo. Non sapeva se le sue intuizioni fossero giuste o se fosse soltanto paranoico.
Non potevano rischiare di fidarsi ciecamente e poi essere fregati abilmente, ma non poteva neanche essere certo delle sue ipotesi e dei suoi sospetti.
"Come va la tua ferita?"
Riaprì gli occhi guardandola spiazzato dalla domanda improvvisa.
"Bene... ma non pensare a me adesso" disse poco convinto incrociando i suoi occhi blu. Si ritrovò a pensare ancora una volta che non aveva mai visto un colore simile.
Nonostante avesse conosciuto innumerevoli esseri magici, nascosti e non, nessuno era mai riuscito ad incarnare il colore del mare alla perfezione.
"La missione è andata bene?" gli chiese con un sorriso.
Alec continuò a guardarla negli occhi, perdendosi per un attimo "si... suppongo di si"
"Supponi di si?" ridacchiò lei "come fai a supporlo? Siete riusciti ad uccidere il denome o no?"
Il ragazzo annuì disinteressato.
"Jace" disse soltanto, alludendo al fatto che non fosse stato merito suo la riuscita della missione.
"Siete molto amici tu e Jace... vi conoscete da tanto?"
"Jace è mio fratello... la mia famiglia l'ha adottato quando aveva dieci anni"
La ragazza si tirò su a sedere nuovamente, avvolgendo le gambe rannicchiate con le braccia. "Davvero?" gli chiese sorpresa "wow non l'avrei mai immaginato... voglio dire... se si muove uno di voi due si muove anche l'altro, e vi ho visti lottare insieme... siete coordinati e vi intendete subito, si vede che tra di voi c'è un legame particolare"
Alec sorrise involontariamente sfuggendole con lo sguardo.
"Oh non sai quanto..." gli sfuggì con l'accenno di un sorriso.
La ragazza lo guardò incuriosita "in che senso?"
Il moro la guardò incerto se parlarle di quelli che erano i dettagli della sua vita privata, ma alla fine cedette.
"Lui è il mio Parabatai" le spiegò.
"Il tuo cosa?"
"Il mio Parabatai... è il mio fratello nella lotta, la mia metà nel combattimento. Siamo legati da un legame superiore..."
"Quindi... è una sorta di fratello anche nella guerra" cercò di capire la ragazza decisamente incuriosita da ciò che il ragazzo le stava raccontando.
Non era difficile capire che ci fosse un legame particolare tra i due ragazzi, ma non riusciva a capire la vera natura di quel legame. Alexander sembrava fidarsi incondizionatamente di Jace e viceversa, ascoltandosi reciprocamente. Quando li aveva visti combattere contro il demone aveva avvertito subito il feeling che c'era tra loro, ma non aveva ancora capito quanto fosse profonda la natura del loro legame.
"Si ma è un po' diverso da quello che pensi... il legame Parabatai ti lega fisicamente e mentalmente all'altro, io posso sentire tutto ciò che prova Jace e viceversa... se lui soffre io soffro, se lui è felice io sono felice, se lui muore una parte di me muore con lui" disse serio guardandola negli occhi. Rosalie lo fissò a bocca aperta, comprendendo finalmente in minima parte il legame che li univa.
Mai avrebbe pensato potesse esistere qualcosa di così profondo e superiore.
Un dubbio le venne spontaneo.
"Quindi... vi leggete nel pensiero?" gli chiese scettica.
"No no assolutamente no" chiarì immediatamente il ragazzo "ma sento quello che prova anche se è distante... la runa Parabatai mi permette di sentirlo"
"La runa Parabatai?"
"Si... viene incisa quando fai il giuramento con il tuo Parabatai... è una delle poche rune eterne, che non svaniscono mai"
La ragazza lo guardò infatuata da quel discorso "posso vederla?"
La domanda spiazzò il ragazzo che la guardò per un istante come se gli avesse chiesto qualcosa di assurdo e Rose si pentì subito della domanda, rendendosi conto di essere stata piuttosto fuori luogo intuendo l'imbarazzo del ragazzo davanti a lei. 
"Tranquillo... non importa" disse subito per cercare di sistemare la situazione imbarazzante che si era creata.
Come le era passato per la testa di chiedere una cosa del genere?
Erano fatti loro, e lei come sempre non riusciva a farsi gli affari suoi.
Spostò lo sguardo altrove a disagio, ma subito tornò ad osservare Alec non appena lui si alzò dalla sedia. Il ragazzo fece un passo verso il letto e senza alcun preavviso si alzò la maglietta. Rosalie deglutì cercando di distogliere lo sguardo dagli addominali scolpiti del ragazzo, ma il suo tentativo fallì miseramente. Il suo sguardo fu catturato dalla perfezione del corpo del ragazzo davanti a lei, cosparso di rune nere che lo rendevano ancora più bello e diverso da ogni ragazzo comune che aveva conosciuto.
Eppure quei simboli erano così simili a quelli di...
"Qui... questa è la runa Parabatai" le disse Alec indicando con un dito una delle rune sul fianco sinistro e Rose la guardò attentamente.
"Wow tutto questo è..." farfugliò continuando a fissare il ragazzo.
"...condizionante?" la interruppe lui prima che potesse completare la frase.
Alzò il suo sguardo cristallino venendo subito catturata dagli occhi di lui "incredibile" disse lei accennando un sorriso "è davvero incredibile..." .
Il ragazzo provò una sensazione strana, ricambiò il sorriso timidamente tirando giù la maglietta "si, immagino lo sia, se non sei abituata a tutto questo".
"Ti senti condizionato da questo legame che hai con Jace?" chiese lei "scusami... so che non sono affari miei, sei libero di non rispondermi"
"Il legame con Jace mi condiziona, è un dato di fatto... non posso ignorare il suo richiamo o la sua sofferenza... ne abbiamo passate tante, ma le abbiamo sempre superate insieme. Ci saremo sempre l'uno per l'altra" concluse sedendosi nuovamente sulla sedia vicino al letto.
La ragazza gli sorrise.
Doveva essere bello sapere di avere qualcuno al tuo fianco per sempre, che ti avrebbe coperto le spalle sempre, incondizionatamente. Qualcuno sempre pronto ad essere dalla tua parte.
Guardò il ragazzo in silenzio... Alec era fortunato ad avere Jace.
"Vado a farmi una doccia, devo tirarmi su se voglio partecipare anche io alle indagini" disse Rose mettendo giù le gambe dal letto. La stanza intorno a lei girò ancora, ma era tutto molto più sopportabile rispetto a prima.
"Sei sicura di farcela?"
"Penso di sì..." disse alzandosi in piedi lentamente, ma soddisfatta di esserci riuscita.
"Io resto qui... s-se hai bisogno" la informò il ragazzo imbarazzato indicando la sedia su cui era seduto. La bionda sorvolò sull'imbarazzo più che evidente e sul fatto che probabilmente restasse lì solo per controllarla, più che per assicurarsi che stesse bene "grazie Alec" disse prima di dirigersi verso il bagno e chiuderla porta alle sue spalle.

Infilò dei jeans neri attillati ed una maglietta a maniche lunghe che lasciava scoperte le spalle. La infilò dentro ai pantaloni, indossando poi la sua solita cintura. Aveva seguito il consiglio di Isabelle e Clary, almeno se fosse successo qualcosa sarebbe stata comoda.
Si guardò allo specchio dopo ore che non lo faceva, aveva un aspetto terribile!
Prese il phone e si asciugò i capelli lasciandoli mossi, per poi passare al trucco.
Per fortuna Izzy le aveva prestato qualcosa, il giusto per coprire le profonde occhiaie che solcavano i suoi occhi e per essere più presentabile.
Stese un velo di fondotinta e di eye liner, per completare il tutto con rimmel ed un lucidalabbra neutro. Fissò il riflesso nello specchio, adesso era decisamente meglio.
Cercò nella tasca della sua giacca l'anellino che era solita mettere sul naso, ma che aveva prontamente tolto poco prima di tornare a casa quando, sentendo tutti quei rumori, aveva pensato di dover fare a pugni.
Sorrise della sua ingenuità...
Se due giorni prima le avessero raccontato tutto quello che era successo, li avrebbe sicuramente riso in faccia.
Tutta quella storia era assurda.
Infilò il piercing sul naso e dandosi un'ultima occhiata allo specchio fu soddisfatta del risultato.
Finalmente era di nuovo sé stessa... almeno fisicamente.
Prese in mano il suo telefono appoggiato affianco al lavandino e controllò le chiamate in arrivo ed i messaggi dopo ore che non lo guardava minimamente.
12 chiamate perse da Kate,
8 messaggi da Joel,
7 chiamate da Lily.

"Cazzo" sussurrò tra sé e sé sottovoce aprendo i messaggi.
La sua migliore amica e coinquilina l'aveva cercata più volte, chiedendole dove fosse finita e cosa stesse facendo. Probabilmente non vedendola tornare si era preoccupata.
Per un attimo sperò non avesse telefonato a suo fratello Joel, sarebbe stata la fine.
Suo fratello era sempre stato piuttosto protettivo ed apprensivo nei suoi confronti, soprattutto dopo l'ultima grossa delusione d'amore che aveva avuto solo un anno prima.
Probabilmente erano i sensi di colpa, dato che era stato proprio lui ad averle fatto conoscere quel perfetto stronzo per cui aveva perso la testa un po' troppo facilmente.
Si passò una mano tra i capelli sistemandoli ed uscì dal bagno agitata premendo il tasto di chiamata. Portò il telefono all'orecchio, sotto lo sguardo attento di Alec.
Il ragazzo non riuscì a fare a meno di analizzare la sua figura non appena uscì dal bagno, seguendola con lo sguardo mentre camminava avanti e indietro per la stanza nervosamente con il telefono all'orecchio.
"Pronto?Kate!" disse agitata "scusami... scusami se non ti ho avvisata che non sarei tornata a casa..." il suo sguardo vagò per la stanza alla ricerca di una scusa plausibile, ma fu più difficile del previsto.
Alec la osservò seduto sulla sedia, notando per la prima volta il fisico snello e perfetto messo in risalto dagli abiti attillati che aveva indossato. Il suo volto trasudava preoccupazione, ma nonostante questo ammise a sé stesso che Rosalie era indiscutibilmente una bella ragazza, di una bellezza fuori dal comune. Il luccichio sul suo naso attirò il suo sguardo attento, che gli permise di memorizzare tutti i dettagli dei lineamenti perfetti della ragazza davanti a lui.
Notò i capelli biondissimi leggermente diversi rispetto a prima, più mossi.
"Sono andata in quel locale nuovo con Emily e le altre ragazze e poi..." si guardò intorno cadendo con lo sguardo su Alec "beh ecco mi sono fermata a dormire da un amico" improvvisò abbassando la voce imbarazzata.
La presenza del ragazzo a pochi metri da lei non l'aiutava di certo, tantomeno il suo sguardo fisso puntato addosso che la rendeva ancora più nervosa di quanto non fosse già.
"No... no Katy, non lo conosci..." continuò parlando al telefono "comunque io sto bene! Devo assolutamente andare adesso devo... devo fare una cosa" disse frettolosamente cercando di tagliare corto, ma la sua amica non glielo permise.
"Non so se oggi torno a casa" disse vaga "sai... devo passare in biblioteca per fare delle cose e poi... si ho un po' da fare in giro, ma ci sentiamo! Se non mi vedi tornare non ti preoccupare sto bene... adesso devo proprio andare Kate! Ci sentiamo, un bacio" disse chiudendo la telefonata in fretta, prima che la sua amica potesse farle altre domande scomode a cui non avrebbe potuto rispondere, se non inventando qualche scusa.
Odiava mentire alle persone a cui voleva bene.
Guardò il telefono ed aprì la chat con suo fratello. Iniziò a digitare velocemente un messaggio, nella speranza che non si insospettisse... ormai lui studiava a San Diego da quasi tre anni, ma nonostante la loro lontanaza non avevano mai perso il loro rapporto quasi morboso. 

Claimed by the shadows [Alec Lightwood/Nuovo personaggio]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora