CAPITOLO 13 "Istinct"
Guardò a bocca aperta Jace "cosa vuol dire che il Conclave non si fermerà?" chiese sconcertata appoggiando le mani sul tavolo incredula.
Questo era un problema. Questo era un immenso problema.
Aveva dato in pasto al Conclave l'Accademia, e la colpa era sua... finché non avrebbero trovato De la Roux non si sarebbero fermati. E adesso non poteva neanche dire che quel demone era stato mandato da un soldato ribelle di De la Roux; avrebbe sicuramente aggravato la situazione.
Crollò sbuffando sullo sgabello, era distrutta e tutto sembrava complicarsi ancora di più, niente andava dritto "hai fatto tutto quello che potevi Jace?" gli chiese speranzosa.
"Si..." rispose rassegnato "ho provato di tutto, ma non intendono mollare la presa... sono irremovibili quando si tratta di arti oscure"
"Devo avvisare Laurie... "
"Domani lo avviserai Rose..." si intromise Joel "adesso hai bisogno di riposare"
La ragazza scattò in piedi "riposare? Ho lanciato in pasto al Conclave le persone che mi hanno aiutata!" urlò disperata "devo trovare una soluzione, devo fare qualcosa" aggiunse agitata.
Non poteva permettere che succedesse qualcosa a Laurance e de la Roux a causa sua, ne a tutto il resto dell'Accademia. Quel posto era la casa di tante streghe e stregoni che non avevano nessun altro e lei li aveva messi in pericolo...
"Comunque abbiamo un po' di tempo... sicuramente l'Accademia è protetta da barriere magiche molto forti" disse Alec "non ha funzionato neanche la ricerca Parabatai che abbiamo usato per cercarti" le spiegò rassicurandola per un istante "basterà avvisarli ed incrementeranno ulteriormente le loro barriere... sono sicuro che De la Roux troverà il modo di non farsi trovare dal Conclave" disse cercando di tranquillizzarla.
Rose annuì "chiamo Laurie" disse allontanandosi con il telefono in mano.
La seguirono con lo sguardo pensierosi, la situazione si complicava sempre di più.
"Perde la testa quando si tratta di quel tipo" sbottò innervosito Joel guardando la sorella allontanarsi. Alec si irrigidì involontariamente alle parole del ragazzo, riflettendo per un istante sulla confidenza che aveva avuto lo stregone con Rosalie la mattina precedente. Sembravano essere molto uniti tra di loro, sembrava si comprendessero a vicenda. Aveva notato la loro sincronia nelle azioni, nonostante si conoscessero da solo qualche settimana...
"Qualcuno qui è nervoso" lo canzonò Isabelle "oh andiamo Joel, la tua sorellina è grande e maggiorenne" disse divertita "e poi... non penso ci sia qualcosa tra lei e quello stregone... anche se devo dire che è decisamente affascinante, la capirei se avesse un debole per lui" aggiunse maliziosa.
"Isabelle..." la richiamò Alec alzando gli occhi al cielo.
Sua sorella non sarebbe cambiata mai.
"Non ci ha ancora detto quale grande segreto le hanno rivelato..." commentò sospettoso Jo "non ha voluto parlarne neanche con me" aggiunse pensieroso.
"Ragazzi quando sarà pronta ve ne parlerà!" si intromise Clary "perché voi uomini pretendete sempre che le donne vi dicano tutto? Dovete capire che ci sono cose nella nostra vita che non vogliamo rivelare a tutti... e adesso basta perdere tempo! Pensiamo ad un piano per indurre il Conclave a chiudere le ricerche su De la Roux... è l'unica cosa che possiamo fare per rimediare ad un casino che abbiamo creato noi"
"Sono d'accordo con Clary" aggiunse Jace "non possiamo metterle troppa pressione, peggioreremmo solo la situazione! In ogni caso... potremmo usare questo soldato ribelle per distogliere l'attenzione del Conclave da De la Roux" ipotizzò.
"Sei impazzito? Avrebbero un motivo in più per voler trovare De la Roux" disse Isabelle.
"Ma noi potremmo dire che sono demoni controllati da uno stregone... senza specificare il collegamento che ha con De la Roux... se lo lasceremo fuori da tutta questa storia non verrà tirato in ballo" disse Alec.
Jace lo guardò compiaciuto "e bravo il mio Parabatai! Come sempre trova le soluzioni migliori" gli disse con un sorriso guardando l'amico "è un'ottima idea" aggiunse.
Rosalie si riavvicinò a loro "li ho avvisati... intensificheranno le barriere magiche e staranno all'erta" disse ai compagni "mi sono persa qualcosa?" chiese curiosa notando gli sguardi entusiasti intorno a lei.
"Alec ha avuto una delle sua idee geniali" disse compiaciuto Jace.
Rose guardò Alec speranzosa, ed il ragazzo le rivolse un sorriso imbarazzato "faremo in modo che l'attenzione del Conclave si concentri sullo stregone che controlla i demoni, senza far emergere il fatto che sia un soldato addestrato da De la Roux... in questo modo il Conclave ci aiuterà con la questione demoni... e magari metteranno in disparte la questione dell'Accademia, almeno per il momento" le spiegò tranquillamente.
Rose sorrise soddisfatta "è un ottimo piano! Cosa aspettiamo allora a fare rapporto?" disse finalmente tirando un sospiro di sollievo.
Se tutto fosse andato come programmato, non ci sarebbero stati problemi.
Isabelle le rivolse un sorriso "sono due giorni che non dormi tesoro... vai a riposarti, qui ci penso io" le disse avvolgendole le spalle con un braccio.
"Ma hai bisogno di qualcuno che ti aiuti"
"Non ti preoccupare, l'aiuterò io" disse suo fratello "faremo rapporto insieme"
"Allora se è così ne approfitto per dormire un paio d'ore" disse sbadigliando "sono distrutta"
"Io vado nel mio ufficio, cerco di contattare qualcuno ad Alicante per avere maggiori informazioni su cosa sanno su De la Roux" disse Alec passandosi una mano tra i capelli. I suoi occhi, contornati da leggeri cerchi violacei, dimostravano perfettamente come avesse passato la notte precedente in bianco.
"Prova a contattare Aline Penhallow... sarà sicuramente disponibile ad aiutarci" gli consigliò Izzy. Rose sussultò a quel nome "la cugina di Sebastian..." farfugliò a bassa voce guardando la ragazza. Isabelle la guardò stranita "proprio lei..." confermò incerta "ehi ma tu come fai a sapere chi è Sebastian?" le chiese curiosa.
Rosalie aprì la bocca per rispondere, ma le parole le morirono in gola.
Il susseguirsi di mille eventi in quei giorni le avevano impedito di pensare al suo lutto, ma la presa di coscienza della perdita di Sebastian era ancora molto fresca e faceva male.
Molto male.
"Sebastian era il suo ragazzo" disse suo fratello, evitandole di dover parlare "stavano insieme" concluse sotto lo sguardo sbigottito di tutti i presenti, eccetto Alec, che ne era già a conoscenza.
"Che cosa?" chiese incredula Clary "tu eri la ragazza del vero Sebastian Verlac?"
Rose annuì "si... ma non sapevo fosse uno shadowhunter, non sapevo niente" disse con voce tremante "mi aveva detto che studiava a Parigi" aggiunse con un sorriso amaro, carico di ricordi.
Era stato così abile a nascondere la sua vita nel mondo delle ombre...
"Mi... mi dispiace Rose... io... Jhonatan è stato... mio dio" balbettò Clary avvicinandosi a lei e prendendole le mani tra le sue "mi dispiace tanto" aggiunse guardandola negli occhi.
Rose la fissò, comprendendo all'istante i suoi pensieri "non è colpa tua Clary! Jhonatan era tuo fratello, ma non sei tu la responsabile delle sue azioni" disse accennando un sorriso "non ti preoccupare..."
Clarissa la abbraccio d'istinto, allontanandosi subito dopo "Sebastian... beh ecco, noi non l'abbiamo conosciuto ma era un ragazzo davvero stupendo da quello che ci ha raccontato Aline..." disse a disagio. Rosalie accennò un sorriso "si... lo era davvero..." confermò triste abbassando lo sguardo sul pavimento "sarà meglio che vada adesso... buon lavoro ragazzi" accennò un saluto tagliando corto e decise di andare, prima che qualcuno potesse accorgersi dei suoi occhi lucidi. Si incamminò rapida verso il corridoio, cercando di ignorare quella brutta sensazione che provava ogni volta che ricordava ciò che era successo a Sebastian.
I sensi di colpa per aver incolpato Sebastian per essersene andato per un anno intero continuavano a tormentarla. Si era interrogata per giorni, settimane, mesi interi sul perché il ragazzo fosse sparito senza dirle niente. Né un messaggi né una chiamata...
Era abituata alle frequenti sparizioni di Sebastian Verlac, il biondino che aveva conosciuto quando un giorno suo fratello era tornato a casa per le vacanze di Natale insieme a lui, come l'aveva sempre descritto alle sue amiche...
E adesso, capiva anche perché spesso non lo sentisse per giorni interi.
Chissà a quante missioni aveva preso parte, rischiando la vita e lei neanche lo sapeva.
Per un attimo si sentì una completa imbecille; come aveva fatto a non rendersi conto che la storia di suo fratello su come aveva conosciuto Sebastian non era altro che una cazzata?
L'idea che per un anno avesse pensato di non poterlo sentire per il fusorario o per le numerosi lezioni che doveva seguire alla Sorbonne, e che invece probabilmente fosse in giro a cacciare demoni com'era stato addestrato fin da bambino la faceva sentire ancora più imbecille.
Se solo avesse saputo all'epoca che era uno shadowhunter... forse sarebbe stato tutto diverso.
Le mancava. Le mancava terribilmente.
Ma le emozioni dentro di lei erano sempre più confuse e sempre meno chiare. Era convinta che nessuno avrebbe più avuto l'ascendente che aveva Sebastian su di lei, eppure quando il demone aveva ferito Alec si era sentita morire. Non era riuscita a controllarsi, ne a controllare la sua magia e aveva combinato un bel casino.
Se avesse scatenato quel putiferio in un'altra situazione avrebbe anche potuto far del male a qualcuno. Seriamente.
Sospirò continuando a camminare per il corridoio. La strada per arrivare alla sua stanza non le era mai sembrata così lunga come in quel momento...
La sua mente volò rapida al bacio di qualche giorno prima con Alec, facendole smuovere lo stomaco con un balzo. Una sensazione di sopore avvolse la sua testa, lasciandola crogiolare nel ricordo di quel momento. La stanchezza le stava giocando un brutto scherzo probabilmente, ma non riusciva a non pensare alle labbra morbide del ragazzo sulle sue. Nonostante le avesse nascosto la sua relazione con Magnus Bane e probabilmente non fosse neanche sicuro del suo orientamento sessuale, in quel momento avrebbe volentieri mandato a quel paese tutto, lasciandosi andare.
Era stanca di seguire regole non scritte e sostenute dalla ragione.
Dopotutto... la ragione dove l'aveva portata fino ad ora?
Era sempre stata abituata a seguire il suo istinto, fregandosene delle regole; ma da quando si era immersa in tutta quella storia sembrava essere cambiata. L'unica volta che aveva deciso di seguire il suo istinto da quando era a New York era finita a Port-Avue, rapita da Laurie ed aveva scoperto la vera origine dei suoi poteri...
Forse avrebbe solo dovuto seguire il suo istinto, ancora una volta.
Magari l'avrebbe portata da qualche parte, magari avrebbe capito chi era davvero...
Si fermò appoggiandosi con la schiena al muro e chiuse gli occhi sollevando la testa verso il soffitto. Cosa stesse aspettando non lo sapeva neanche lei... probabilmente un segno dagli Angeli di essere sulla strada giusta, di non aver fatto una cazzata proteggendo De la Roux e Laurance, di aver fatto bene a respingere Alexander, di aver scelto correttamente scegliendo entrambe le sue due nature, di non essere finita all'Istituto per caso ma perché era il suo destino, di sapere se Sebastian stava bene in qualsiasi posto si trovasse adesso e se un giorno finalmente sarebbe stata serena, finalmente sentendosi al suo posto...
Si era iscritta a medicina convinta di voler aiutare gli altri, ma come poteva aiutare gli altri se non sapeva neanche badare a sé stessa?
"Rose" la voce di Alexander la riportò duramente alla realtà improvvisamente "cosa stai facendo? Tutto bene?" le chiese accennando un sorriso ed avvicinandosi a lei.
"Io...si" rispose incerta "cosa ci fai qui?"
Il ragazzo si accigliò "sei davanti al mio ufficio..." le fece notare indicando davanti a lei.
Rosalie guardò la porta davanti ai suoi occhi "Ufficio del capo dell'Istituto Alexander Gideon Lightwood" lesse la targhetta ad alta voce richiudendo gli occhi di nuovo e sbuffando.
Ironico come la sua mente redarguita dal sonno l'avesse condotta proprio lì.
"Stai... bene?" le chiese il ragazzo guardandola attentamente.
C'era qualcosa di strano in lei quella sera.
La bionda riaprì gli occhi "si sono solo... stanca" mentì staccandosi dal muro ed incamminandosi verso camera sua "vado a riposare, è meglio" disse continuando a camminare.
Alec fissò per qualche istante la schiena della ragazza e si mosse senza neanche rendersene conto "ti accompagno" si giustificò affiancandola quando lo guardò sorpresa.
Rosalie accennò un sorriso "non ce n'è bisogno, so raggiungere la mia camera" disse divertita.
"Lo so... ma sono sicuro che tu non mi stia dicendo la verità e che ci sia qualcosa, quindi ti accompagno" le disse estremamente sincero.
Lo guardò sorpresa "cosa ti fa pensare che io abbia qualcosa che non va?" chiese scettica.
"Sei pensierosa, pallida, guardi il vuoto, stranamente silenziosa..." disse continuando a camminare affianco alla ragazza.
"Sono solo stanca"
"Non hai ancora detto a nessuno cosa ti hanno detto all'Accademia"
"Non ho voglia di parlarne adesso" tagliò corto accelerando il passo.
"Puoi scappare quanto vuoi, ma prima o poi dovrai parlarne, soprattutto se ti fa stare così" disse serio. Rosalie non riuscì più a trattenersi "non sono tenuta a parlarne proprio con nessuno!" sbottò irritata voltandosi verso di lui"sono affari miei, non vostri, non di mio fratello. Miei" precisò alzando il tono di voce alterata.
Alec la guardò storto "non serve che ti scaldi così tanto, volevo solo aiutarti" disse atono.
Rosalie aprì la porta della sua camera ed entrò rapidamente, lasciando la porta aperta.
La testa le rimbombava a causa dei mille pensieri che la torturavano incessantemente da giorni.
"Non mi serve aiuto" rispose secca sedendosi sul letto e guardando il pavimento.
Non sapeva neanche lei perché non avesse detto a nessuno quello che le aveva rivelato De la Roux. In fin dei conti, loro erano la sua... squadra, se così potevano definirsi, e avrebbero avuto il diritto di sapere perché possedeva quei poteri. E soprattutto dovevano sapere perché il Conclave non avrebbe mai dovuto saperne niente...
Il rumore della porta che si chiudeva la distolse dai suoi pensieri, portandola ad osservare il ragazzo in piedi davanti a lei. Alec la fissò nervoso, sbottonandosi il primo bottone della camicia e facendo un bel respiro "sono sempre stato sulle mie, uno che non parla molto, uno anche abbastanza stronzo a volte, se devo essere sincero..." disse serio "ma se c'è una cosa che ho imparato da quando Clary è arrivata qui e ha sconvolto tutta la nostra vita è che tutti abbiamo bisogno di un aiuto. Io ho un Parabatai, Jace, che mi aiuterà sempre quando avrò bisogno di aiuto... ma tu... tu adesso credi di non aver bisogno di nessuno, ma arriverà il momento in cui ti renderai conto che non è così. Tutti abbiamo bisogno di qualcuno" sputò fuori sotto gli occhi sorpresi della ragazza, che non si aspettava minimamente delle parole del genere da parte del ragazzo. Sicuro di avere la sua attenzione, decise di proseguire "se non vuoi parlarmene per me va bene, ma se tu volessi parlarne con qualcuno a me puoi dire tutto" concluse sentendosi a disagio non appena terminò di parlare. Un lieve calore sulle sue guance gli confermò che probabilmente stava arrossendo, ma cercò di mantenere la serietà.
Rose si alzò dal letto e sentì gli occhi pizzicare, ma non riuscì a distogliere lo sguardo dal suo "io... io non posso Alec..." farfugliò incerta "nessuno deve saperlo io... io finirei nei guai" disse con voce tremante.
Il ragazzo fece un passo avanti "Rose ti prometto che nessuno saprà mai niente" disse evidentemente sincero "di me ti puoi fidare... non puoi fare tutto da sola" aggiunse guardandola negli occhi e appoggiandole le mani sulle spalle.
La bionda guardò i suoi occhi verdi cercando di trattenere le lacrime; aveva già pianto una volta davanti a lui, non lo avrebbe fatto una seconda. Se l'era ripromesso.
"Non... io... tu... non posso Alec, non... tu non mi guarderesti più con gli stessi occhi, sono un mostro" ammise a voce bassa rendendosi finalmente conto di quale fosse il reale problema, anche dentro di sé. La verità per lei era dolorosa, non le piaceva.
Il ragazzo aprì la bocca per parlare, ma attese un attimo in cerca delle parole giuste. Richiuse le labbra ed accennò un sorriso "Rosalie..." le disse appoggiando una mano sulla sua guancia delicatamente "qualsiasi cosa tu mi dica non cambierà l'idea che io ho di te" sussurrò dolcemente sfiorandole l'altra guancia delicatamente.
"No io non posso, davvero" disse risoluta cercando di divincolarsi dalla sua presa, ma con uno strattone delicato Alec non le permise di allontanarsi da lui "tu non puoi essere un mostro Rose" le disse dolcemente avvicinandosi alle sue labbra e guardandola nelle iridi blu.
La ragazza chiuse gli occhi trattenendo le lacrime e sospirò.
Conscia di non avere più vie di scampo, era arrivato il momento di dire la verità. Almeno ad Alec.
Non ce la faceva più a tenere dentro di sé quell'assurda verità.
Fece un bel respiro ed aprì gli occhi, scontrandosi con due sfere verdi che la fissavano intensamente "i miei poteri non sono di origine demoniaca" disse improvvisamente ad alta voce, quasi stesse rivelando la verità ad una folla.
Dirlo ad alta voce l'avrebbe aiutata ad accettarlo, forse.
Alec la guardò stranito "in che senso?" chiese senza capire.
"I miei poteri non sono di origine demoniaca" ripeté con il cuore che batteva a mille "mia madre è una shadowhunter e mio padre è uno stregone, io sono sia una shadowhunter sia una strega. I miei poteri magici non hanno origine demoniaca, ma angelica. Il mio vero padre non è un demone, è il mio padre biologico... ma suo padre..." si interruppe un attimo cercando le parole per proseguire "suo padre è uno degli angeli più potenti che siano mai esistiti e gli ha donato i suoi poteri, e a sua volta li ha donati a me. Decide lui a chi darli, per questo mio fratello non li possiede ed io si..." ammise guardando il ragazzo "quando il demone ti ha ferito ho scatenato involontariamente quella tempesta di fuoco, non l'avevo mai fatto prima, e da quello che mi ha detto Lady Fitzory gli stregoni normali non possono generare elementi dal niente..."
"Aspetta... Lady Fitzroy? Quando hai parlato con lady Fitzroy?" la interruppe confuso.
Rose scosse la testa "non è questo il punto Alec... io non controllo solo gli elementi, non ho alcun bisogno della presenza di elemento per usarlo. Posso crearli, per me richiamare e generare il fuoco è..." tentennò un attimo, in cerca delle parole adatte da usare.
Alec socchiuse la bocca, per un istante incerto se parlare o meno.
L'idea che gli era balenata nella testa era assurda.
"Rosalie..." farfugliò indeciso se esprimersi o tacere, deglutì a fatica "il padre di tuo padre è... Lucifero?" sputò fuori sconcertato dai suoi stessi pensieri "il Re dell'Inferno? Di tutto l'Inferno?" chiese incredulo con un sorriso nervoso stampato in faccia.
Un momento di silenzio galleggiò nell'aria, confermando gli assurdi sospetti del ragazzo.
"Si... Lucifero è il padre di mio padre ed io ho nelle vene il suo sangue, così come mio fratello. Clary e Jace hanno ereditato poteri straordinari da Ithuriel, io come loro ho ereditato i miei poteri dal sangue di Lucifero stella del mattino" confermò sentendo il fiato farsi sempre più corto "l'origine e la natura della mia magia sono oscure, trova la piena manifestazione nelle arti oscure e della magia nera... o almeno, dovrebbe essere così, non controllo ancora molto bene i miei poteri come hai potuto notare..." disse guardandosi intorno a disagio.
De La Roux e Laurance gliel'avevano ripetuto già molte volte, ma dirlo ad alta voce era... tutta un'altra cosa.
Tutto così assurdo. Sempre più assurdo.
Fino ad un mese prima angeli, demoni, fate e vampiri erano solo leggende. E adesso si ritrovava con una spada del Conclave sopra alla testa a causa del sangue infernale nelle sue vene.
Osservò il ragazzo cercando di decifrare la sua espressione, ma gli sembrò una maschera vuota "sei libero di andartene Alec" disse seria guardandolo negli occhi "non ti biasimo se tu non volessi più avere niente a che fare con me. Sono un mostro, con i miei poteri potrei fare del male a qualcuno... De la Roux mi ha detto che devo imparare a controllarli ma se non ci riuscissi... " si interruppe per un istante scuotendo la testa "lascia perdere, adesso sai la verità, puoi andare via, ma non dire niente a nessuno ti prego. Se il Concalve lo venisse a sapere cercherebbe di eliminarmi, perché considerano le arti oscure come un pericolo, lo sai meglio di me..." lo supplicò con le lacrime agli occhi. Non riusciva più a mantenere il controllo, le sue emozioni scalpitavano dentro di lei, ormai sull'orlo di una crisi nervosa "io... io non sapevo neanche di essere una shadowhunter fino a qualche settimana fa, ne una strega, e adesso questo... io non so come gestire questa cosa, non so cosa dovrei fare, non so se fidarmi di De la Roux oppure se mi userà come arma a sua volta io... io non so niente, so solo che ho nelle vene il sangue del Re dell'Inferno e probabilmente merito l'Inferno anche io" disse a raffica mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime e sfogando i suoi pensieri una volta per tutte. Si rese improvvisamente conto di quale fossero i reali tormenti che la perseguitavano da giorni.
Mai prima di allora era riuscita ad ammettere a sé stessa quanto la sua discendenza la turbasse realmente, ma adesso...
Fissò il ragazzo davanti a lei, certa di leggere tutto il suo disprezzo nel suo sguardo, ma in un istante, prima che potesse rendersene conto o aggiungere altro, le labbra del ragazzo impattarono sulle sue lasciandola senza fiato, con una decisione quasi rassicurante.
Dopo un momento di sorpresa iniziale, ricambiò il bacio con foga, quasi stessero aspettando quel momento da un tempo troppo lungo, e probabilmente era proprio così.
Alec approfondì il bacio cercando la sua lingua e scivolando con le sue mani sulle natiche della ragazza, la sollevò senza alcuna difficoltà. La lasciò cadere sul letto ma Rose, afferrandolo per il colletto della camicia, se lo tirò dietro facendolo cadere su di sé scoppiando a ridere sommessamente e si posizionò agilmente su di lui.
Tentennarono per un istante, guardandosi negli occhi.
Ripresero a baciarsi senza mai staccarsi, mentre le mani del ragazzo scivolarono rapide sul suo corpo facendolo impazzire. Alec sganciò la cintura con le armi della ragazza e subito dopo la sua, gettando per terra le lame angeliche che portavano sempre con loro.
Privo di controllo come non era da molto tempo, le sfilò la maglietta con decisione, facendola sussultare sulle sue labbra "scusa" farfugliò con il fiatone staccandosi per un attimo, ma Rosalie lo attirò subito a sé senza dargli il tempo di parlare.
"Stai zitto" disse a denti stretti reprimendo un sorriso malizioso.
Gli sfilò la maglietta, fermandosi per un istante ad osservare il petto scolpito del ragazzo, cosparso di rune angeliche. Accarezzò ogni centimetro della sua pelle tatuata, iniziando a torturare con le labbra la runa disegnata sul suo collo. Alec chiuse gli occhi e trattenne un gemito; afferrandola per i glutei, invertì rapidamente le posizioni portandosi sopra alla ragazza "non sei tenuto a farlo" disse sotto voce la ragazza staccando le labbra dalla sua pelle "sono un mostro Alec... io non..." le chiuse le labbra con un bacio, impedendole di proseguire.
Nonostante non avesse alcuna confidenza con tutto quello, si sentiva svuotato. Svuotato da ogni pensiero e preoccupazione che lo tormentavano da giorni.
Per la prima volta dopo mesi si sentiva di nuovo sé stesso.
Rosalie gemette di piacere e con una mano svelta sbottonò i jeans del ragazzo sfilandoglieli.
La testa le diceva di fermarsi, questo avrebbe complicato le cose.
"Alec noi dovremmo..."
Il ragazzo allontanò le sue labbra dalla sua pelle vellutata e si sistemò sopra di lei guardandola fisso negli occhi, ad un centimetro di distanza "Rose... smettila di parlare..." disse con il fiato corto per l'eccitazione "ci siamo detestati abbastanza"
"Non hai idea di quanto io ti voglia, ma così complichiamo solo le cose, è tutto un casino" disse seria la ragazza. Il moro la guardò per un altro istante "vuoi andartene?" le chiese sottovoce.
La ragazza sussultò, consapevole che la stesse sfidando "io... non..." lo guardò negli occhi, e non riuscì a terminare la frase. Era arrivato il momento di seguire ancora il suo istinto.
"Al diavolo tutto!" farfugliò riunendo le loro labbra fameliche.
In pochi istanti tutti i loro vestiti finirono sul pavimento, mentre le loro anime si perdevano nella passione.Una bella svolta in questo capitolo! Finalmente Rose ha ceduto al fascino di Alec, ma gli ha anche rivelato il suo segreto... adesso cosa succederà?
Fatemi sapere che ne pensate! Alla prossima
STAI LEGGENDO
Claimed by the shadows [Alec Lightwood/Nuovo personaggio]
FanfictionLa giovane Rosalie Thorne scoprirà un mondo che non credeva potesse esistere realmente e, con esso, verranno riportati alla luce vecchi scheletri nell'armadio, verità nascoste per troppo tempo e nuovi amori, comprendendo di far parte di quello stran...