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Chiusi il grosso libro che avevo incominciato da poco, dopo quella discussione non riuscivo a concentrarmi sulla lettura, dovevo rileggere più e più volte anche una sola riga per colpa di tutti quei pensieri che mi affollavano la mente. La verità è che non mi sento in colpa per quello che ho detto o fatto, non mi sento in colpa di niente, so di aver fatto quello che mo diceva la testa e anche se ho fatto qualche stronzata, non posso farci nulla.

Mi dispiaceva aver trattato Diego in quel modo, forse non avrei dovuto, lui alla fine non c'entrava niente con tutto il discorso che stavamo facendo io e Matteo. L'unica cosa che mi ha innervosito in quel momento è il suo modo di comportarsi, come se lui sapesse tutto, tutta la situazione, tutto il passato sia mio che quello di mio fratello. Nessuno sapeva niente, ognuno sapeva solo quello che io ho voluto dire. Perché tutti quanti dovete essere ciò che non siete? E perché fate finta di esserne convinti, sappiamo tutti quanti, che a voi non interessano determinate cose, eppure vi dimostrate interessati, vi fate piacere le cose a forza, perché la società vi ha indotto questo nelle vostre inutili teste. 

Matteo entrò nella mia stanza senza nemmeno chiedere il permesso, rimasi per qualche istante a fissarlo in malo modo, e attendendo con pazienza che parlasse. -quindi? Non hai nemmeno intenzione di uscire per mangiare?- domandò alzando un sopracciglio -questi sono cazzi miei Matteo.- risposi acidamente continuando a fissarlo in cattivo modo. Lui sospirò -puoi essere incazzata con me quanto ti pare, ma penso che tu debba delle scuse a Diego.- rispose -non ci penso nemmeno!- dissi incrociando le braccia sotto al seno -lui dovrebbe imparare a farsi i cazzi suoi, e come lui anche te.- risposi -Dio Santo, ma sei insopportabile.- disse portando le mani sul volto -sono tua sorella.- risposi alzando le spalle -vedi di sbrigarti, non riapriremo il discorso, ma vieni a mangiare.- disse andando poi verso la porta -sì, ora arrivo.- dissi lasciando il libro sul letto e mettendomi a sedere.

-ah e comunque so bene che ti pentirai di questa stronzata.- disse prima di socchiudere la porta -e meno male che non volevi riaprire il discorso.- dissi sbuffando e alzandomi dal letto. Uscì dalla mia stanza con spasso lento e svogliato, non avevo voglia della loro compagnia, soprattutto dopo questo pomeriggio. Non capivo perché continuassero a darmi addosso, perché Matteo lo facesse e perché insistesse così tanto di mettere in mezzo anche Fabio, c'era qualcosa che non sapevo, qualcosa che non mi volevano dire. E pensavano che facendo così, probabilmente avrebbero evitato che io ne venissi a conoscenza. Ma cos'era? Era così grave?









Breve ma intenso mi viene da dire, comunque una piccola domanda: sareste disposti a leggere una storia su una persona a voi sconosciuta? (non a tutti, qualcuno sono convinta sa chi sia) 

Aletheia|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora