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Clemente e mio padre entrarono in casa, in quel arco di tempo in cui mio padre è andato da Cinisello a Milano alla stazione centrale, ho realizzato realmente ciò che era successo. Mio padre biologico aveva preso mia madre, con il solo scopo di farmi del male, e non potevo nemmeno crederci, non era possibile.

-eccoci.- disse Clemente sedendosi affianco a me, che fino a quel momento non avevo sollevato lo sguardo dal pavimento. -Marti...- sussurrò Clemente cercando di catturare la mia attenzione, lentamente alzai lo sguardo, notai nei suoi occhi, che per quanto preoccupati, riuscivano ad essere fiduciosi, come faceva a trasmettere quelle sensazioni? -ciao Clemente...- risposi svogliatamente -che cosa facciamo?- domandò Clemente notando la mia scarsa voglia di rispondere ad altre domande -dobbiamo trovarlo, assolutamente.- disse serio Fabio guardandolo in volto. Cosa stava succedendo anche a lui? -siamo sicuri che stia bene, cazzo...- disse l'altro portando le mani dietro al cappello bianco -sta bene, non penso le abbia fatto qualcosa.- disse mio fratello con un tono che cercava di trasmettere tranquillità, ma tutti in quella stanza sapevamo benissimo che non fosse così.

-non so dove cazzo poterlo trovare.- continuò Fabio portando le mani fra i capelli ricci -ci sarà qualche posto.- rispose Diego -beh...sì, ma non penso sia così stupido da...da nascondersi nello stesso posto.- disse -è qua nei dintorni Fabio. L'altra notte era sotto casa.- dissi interrompendo quel breve momento di silenzio -dobbiamo cercare ogni angolo di sto posto.- disse Fabio guardando in faccia mio fratello -sono salito a posta per questo.- intervenne Clemente guadagnandosi l'attenzione di Fabio, che sembrava volesse escluderlo. Nemmeno lui si è arreso all'idea di averla persa? Perché si stava comportando così quando aveva la sua fidanzata, compagna, a casa che probabilmente  lo stava aspettando in paranoia? -continuo a non capire tutto questo tuo interesse, fino a poco tempo prima continuavi a ripetere che di lei non te ne fregava un cazzo, che eri felice che se ne fosse andata dalla Barona.- risposi, Fabio rimase in silenzio con lo sguardo fisso su di me e così anche Clemente che nemmeno si aspettava questa mia scenata.

-non c'entra un cazzo quello che ho detto. In questa situazione dobbiamo collaborare tutti, se a te non importa puoi anche starne fuori.- disse alzando la voce -è mia madre!- urlai alzandomi in piedi, Fabio mi si avvicinò minacciosamente. -non dobbiamo lasciarci andare a ste stronzate, per favore.- disse Diego separandomi da lui, ma se avessi potuto lo avrei ucciso con un solo sguardo -ha ragione Diego, non è il momento, penseremo tutto dopo.- intervenne Clemente, ignorando anche le considerazioni abbastanza ragionevoli che avevo detto poco prima, anche lui non si spiegava queste cose, ma diversamente da me, credeva che fosse meglio evitare di fare scenate.  -Martina, per favore, calmati, se non vuoi farlo per te stessa, fallo per tua madre.- sussurrò Diego  al mio orecchio, scossi la testa e decisi di continuare a sentire le supposizioni che in quel momento stava facendo Fabio. 

-prima di tutto dobbiamo capire chi è stato. E soprattutto come hanno fatto a farla arrivare qua.- disse Fabio -probabilmente troveremo tutte le risposte trovando lui.- disse Matteo -eppure, non capisco...- disse Clemente strofinandosi l'occhio destro -perché lei?- continuò -perché è una delle persone più importanti per me.- risposi -e allora perché non prendere Matteo.- rispose alzando le spalle -perché lui sapeva come fare, per quanto possa voler bene a Margherita, lei non ha mai avuto per sua fortuna, a che fare con mio padre. E' logico che sia successo.- alzai le spalle -questo è vero.- rispose Fabio annuendo -e se avesse voluto colpire anche te, Fabio?- suppose, mio padre fece una piccola risata ironica -mi fa ridere questa tua supposizione Clemente.- disse portando alle labbra una sigaretta -vuoi farmi credere che non senti più niente nei suoi confronti? Perché se fosse così...che ci fai qua?- domandò il suo tono di voce era infastidito, ma allo stesso tempo ironico, comprensibile. Era la sua ragazza e il suo ex gli girava ancora attorno. -probabile.- rispose accendendosi la sigaretta -fatto sta che da domani, andremo a cercarla in qualsiasi buco. E soprattutto, non voglio che Emiliano lo venga a sapere. Farebbe solo qualche altra stronzata, e non possiamo permettercelo.- disse  fissando tutti.


Aletheia|| IziDove le storie prendono vita. Scoprilo ora