"Volevamo prenderci il mondo ma non c'era niente che potessi darti. Per farlo ho dovuto sporcarmi, tanto che tu non riuscivi a guardarmi"
Soldi- Club Dogo
"Tornammo a casa, nonostante il silenzio si sentiva l'agitazione, ce n'era tanta da parte specialmente da mio padre, mia madre e Clemente. Si era creato un clima abbastanza teso tra i tre, si sapeva che non scorreva buon sangue. Anche perché Fabio non si è mai comportato in modo esemplare nemmeno dopo la loro "separazione".
I tre corsero dentro, in particolare i miei "genitori", Clemente era dietro di loro, quasi come se fosse più preoccupato per la sua ragazza che per la ferita che aveva riportato mio padre. -che situazione del cazzo...- sussurrò Matteo rientrando in casa, rimasi in silenzio, fino a quel momento ero rimasta in silenzio. Non sentivo nemmeno la preoccupazione di quello che era successo a Fabio, una parte di me non si interessava e nemmeno voleva farlo, non aveva fatto altro durante la sua vita, se non continuare a sminuirmi, cercando conflitto nei miei confronti. Pensando di sapere cosa fosse meglio per me, pensando davvero di sapere chi fossi. Ma il problema rimane sempre quello, io non so chi sono. Lui nemmeno sa chi io sia. Nessuno lo sa. E nemmeno penso di riuscire a saperlo, perché alla fine si cambia in continuazione, o almeno per metà.
-Marti...- disse il moro avvicinandosi a me, girai lo sguardo su di lui. Mi ritornarono alla mente le sue parole "la mia opinione su di te non è cambiata" com'è possibile, ha visto quello che è successo, ha visto che tipo di persona sono. Perché insiste ancora? -che ti prende?- chiese -niente. Cosa dovrei avere?- domandai -hai uno sguardo insolito, sicura?- domandò nuovamente -non capisco come sia possibile che la tua opinione su di me non sia cambiata, mi hai vista? Cosa vuoi che ti dia? Io poi, come se avessi davvero qualcosa da dare a qualcuno.- dissi ironizzando sulla mia situazione -ci hai mai almeno provato?- chiese -e perché dovrei?- risposi -perché dovresti.- rispose -che risposta è esattamente?- risposi infastidita dal suo tono, lui alzò le spalle -non capisco perché tu non vuoi almeno provarci.- disse -perché non ho niente da offrire, e sono io quella a non capire per quale motivo tu ti stia fissando in questo modo con me. Cosa vuoi Diego?- domandai disperata -non provi alcun interesse nei miei confronti?- chiese senza perdersi d'animo -e anche se fosse? Ti cambierebbe qualcosa? Saresti più felice di avere dei problemi nella tua vita?- risposi -sì, sicuramente. Almeno provaci, lasciati andare, fammi almeno provare, vedere, che anche tu sai amare-. disse avvicinandosi a me -non ti posso assicurare niente.- dissi cercando di allontanarmi -sicura?- domandò, annuì.
-oh vi muovete voi due?- urlò Matteo dall'entrata -sempre a rompere il cazzo oh.- risposi andando verso di lui. Diego mi prese per il polso -quindi?- domandò -ti ho già detto che non ti prometto nulla.- dissi -ma almeno ci vuoi provare?- domandò, annuì. Mi liberai dalla sua presa e rientrai in casa. Rendendomi conto che per quanto in tutto quel tempo avessi negato di essere interessata a quel ragazzo dagli occhi grandi, alla fine era l'esatto opposto, aveva qualcosa che mi aveva catturato del primo momento, e forse dopo tutta questa situazione, dopo tutta questa storia. Trovare un po' di pace era quello che mi serviva, forse era lui, quello che mi serviva
Questa è la fine di "Aletheia" non ho idea di cosa vi aspettavate, forse è una delle storie più corte che abbia mai fatto su Diego, in questo momento non la sento come dovrei sentirla. Annuncio che avrete altre storie da parte mia, almeno altre due, non so come saranno sotto ai vostri occhi, ma vi parlerò di me a cuore aperto e di tutto quello che è accaduto in questo asso di tempo, di tutti i miei pensieri.
Aspettatemi, perché probabilmente vi farò piangere.
-Margherita.