Capitolo 12. Lara

12 1 0
                                    

Sofia adora il suo lavoro perché ha visto qualcosa che l' ha cambiata per sempre... Adora quando le persone le sfiorano la vita come lei sfiora la loro. Quelle stesse persone che non rivedrà o quelle che vive ogni giorno: le persone che passano come il vento. Lei le adora!
Le piace toccare la tristezza di un cliente come si fa con la plastilina. Come se ogni persona che varca la porta del suo ufficio, fosse per lei una missione.
Un giorno andò al suo studio Lara, una donna sulla 60ina. Iniziò a spiegare e raccontare a Sofia come si sentisse. Le disse che quando pioveva passava il giorno a contare le gocce della pioggia. A sentire il rumore che ogni goccia batteva sul pavimento del terrazzo. E ogni tanto piangeva, ricordando suo figlio che non c'è più. Le raccontò che durante un temporale, un brutto incidente glielo aveva portato via per sempre.
Per Sofia, quella fu una delle missioni più difficili da affrontare. Perché ogni pezzo di dolore di quella donna le portava alla mente la signora Teresa, la mamma di Matteo. Con quella plastilina di dolore di Lara costruiva nella mente un pupazzetto che rappresentava i sentimenti di Teresa. Il dolore era quello di due madri che avrebbero voluto stare al posto dei figli.
Mentre Lara raccontava la sua storia, Sofia pensava sempre alla mamma di Matteo.
La mamma è quella persona che ti amerà sempre, anche oltre la morte.
Quando ti diranno che le persone che muoiono saranno immortali nel tuo cuore e nella tua mente, tu credici. È così.
Sofia ricordava ancora il vocione di Matteo, anche a distanza di 12 anni dalla sua morte. Ogni tanto chiudeva gli occhi e se la risentiva. Come se avesse delle cuffie invisibili pronte a riprodurre quella voce. Allora, si chiedeva: se quel tono non era ancora affievolito nelle sue orecchie, lei che era stata una semplice amica da più o meno 5 anni; cosa potevano mai sentire le orecchie di una madre?! Forse il primo pianto appena nato, la prima volta che disse mamma o papà, i pianti delle cadute o dei capricci, la prima poesia imparata alle elementari per la festa del papà, i primi litigi per restare fuori un po' di più, le incomprensioni su quale strada da intraprendere da grande, oppure l'ultimo saluto al telefono il giorno prima di volare via.
I pensieri spesso sono prodotti dai ricordi. Sofia si chiedeva chissà quante parole fossero uscite dalla sua bocca.
Se mai un giorno avrà un figlio, conterà le sue parole dalla prima. Perché le parole sono importanti: hanno tutte un peso. Anche se, a volte per chi le hai dette, non valgono nulla. Tutte le parole pesano. Perciò bisogna saperle calibrare non tanto per parlare, ma per dire.
Sofia ascoltava i pensieri di Lara come se a parlare fosse proprio Teresa.

SofiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora