Capitolo 14. Rossella

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Chissà a cosa pensano quelli che dicono di non pensare a niente.
Sofia era in videcall con una nuova paziente. Finalmente dopo giorni scanditi quasi sempre dalle stesse cose, vedeva una voce nuova. Era Rossella. Aveva una voce delicata e sottile, quasi timida. Mentre la guardava parlare , Sofia la guardava attentamente. Capelli rossi ricci, lentiggini e carnagione chiarissima come la neve, sul nasino grossi occhiali avanti a occhi piccoli e azzurri.
La donna le raccontò che si trovava incatenata in una vita che non voleva.
Sposata, un figlio e un altro in arrivo. Lei amava tanto il marito e la sua famiglia, ma viveva come se le mancasse qualcosa. Da giovane sognava di fare l'insegnante, ma qualcosa è andato storto.
Ora conta le bollette e i gradini delle scale da uno a dieci, con il figlio di 3 anni.
Forse qualcosa sarebbe andato diverso, forse sarebbe stata diversa se si fosse incontrata/scontrata prima con sé stessa.
Dopo quella videochiamata Sofia restò seduta in terrazza a pensare. Rossella era una di quelli che restano appesi al passato e si sentono annegare nel presente. Nonostante questo però guardano al futuro, con i loro giorni che credono essere inutili, con i loro sogni che aleggiano nella testa e nel cuore.
Chi lo dice che i sogni sono tutti da realizzare?! Chi lo ha stabilito?!
Ci sono sogni che ti porti addosso tutta una vita e che non lascerai mai. Ci sono sogni che vivono solo di notte e non finiscono mai. Sono quelli che non tentiamo neanche di realizzare.
Il mondo è largo, anche se lo senti stretto.
Non devi mai sentirti costretto ad andare a braccetto per la piazza con una persona. Devi sentirti libero, tornare a respirare anche da solo. Eppure ci sono persone che hanno una vita serena, ma non se ne rendono conto. Ci sono persone che credono di vivere, invece si limitano a non morire.
Il giorno dopo Sofia ascoltò di nuove le parole lamentose di Rossella. Erano come sassi e schegge. Si rese conto che in quel periodo non avesse proprio bisogno di quelle parole. D'altronde era solo un life coach, mica una psicoterapeuta.
Allora le disse: " Cara Rossella, smettila di lamentarti! Scrollati da dosso questi pensieri! Smettila di pensare a cosa poteva o non poteva essere! La vita è ora! Anche se fai mille progetti, la vita è sempre ora! Abbraccia tuo figlio, dai un bacio a tuo marito e accarezza la tua pancia! Hai bisogno di guardare avanti, guardarti allo specchio e capire forse che non c'è niente di sbagliato! Il problema non esiste! Lo hai costruito tu nella tua mente in tutti questi anni tanto da credere che esista! Se lasciassi tuo marito cosa faresti?!"
E Rossella dall'altra parte dalla cornetta:" Non so, ci devo pensare"
"Cara Rossella se hai pure bisogno di pensarci, allora è come dico io. Se uno è davvero stanco e insoddisfatto della vita che ha non gli servirebbe neanche pensare a cosa potrebbe essere ! Io più di dirti e farti capire questo non posso più esserti di aiuto". La salutò, lei ricambiò e la ringraziò.

Quella meravigliosa primavera ora era piena di rinascita e di colori, ma era stata sfigurata da quella epidemia.

SofiaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora