᪥︎ You should shoot me

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«Y/N! Y/N !CHE SUCCEDE?!JIN! QUALCUNO! PER FAVORE VENITE QUI!»
᪥︎᪥︎᪥︎

Taehyung continuava ad implorare l' aiuto di qualcuno non rendendosi conto di star strattonado i miei capelli c/c.

Il mio stomaco non la smetteva di rigettare tutto quello che si trovava al sio interno. Stavo sul serio male. La sensazione di nausea non spari' anche quando la mia cena era letteralmente finita nel gabbinetto.

Jin si precipito' all' interno del bagno e scosso disse « Y/N! CHE SUCCEDE?!»

«NON LO SO CHE SUCCEDE....» -disse cominciando ad alzare la voce Taehyung«.....SI E' PRECIPITATA QUI E MI SONO PREOCCUPATO»

Mi uscii un gemito di dolore dalle labbra screpolate e stanche. Taehyung si rese conto della presa troppo stretta e mi lascio'i capelli deboli.

Mi cercai di alzare ma le gambe non collaboravano; «Cazzo perche'devo essere sempre cosi debole?!» ero arrabbiata con me stessa. Non riuscivo a star bene. Stavo soffrendo. Tutto questo era tossico. Non lo sopportavo piu e il mio cuore reagiva cosi influenzando la mia salute.

«Y/n. Andiamo. Vieni di sotto ch-»

« BASTA STAI ZITTO. TUTTI VUOI BASTA STATE ZITTI. NON LO SOPPORTO PIU. » Urlai contro Taehyung.

Mi alzai di scatto e mi spinsi al limite quel corpo senza vita che mi ritrovavo a trasportare. Mi precipiati sulle scale gelide e mi ritrovai squadrata dagli sguardi curiosi e proccupati degli altri che si trovavano alla fine delle scale.

Subito mi guardai dietro e vidi Taehyung e Jin dirgersi verso di me; feci un salto per superare gli ultimi scalini e spinsi con le mani quel muro che si era formato davanti a me. Hoseok mi disse in modo calmo «Y/n, calmati, se riesci a riprenderti possimo parlare con calma.»

Non curante delle sue parole mi diressi in cucina, cercando quello che forse poteva essere la mia fine.

La disperazione gioca brutti scherzi.

Ecco la mia me ne aveva giocato uno veramente grande.

Non sapevo perche' decisi di rifugiarmi in cucina, ma poi i miei occhi scivolarono verso una dolce e pericolosa lama. Era un coltello abbastanza grande. Jin generalmente lo usava per tagliare la carne, io lo avrei usato per altro.

Le mani lo presero tra le loro dita e un velo mi copri' gli occhi comincinado ad appare la mia vista instabile.

Yoongi entro' nella stanza facendomi sobbalzare, portai la lama dietro la schiena e portai i miei occhi velati davanti ai suoi.

«Y/n....che fai.? ti senti meglio?»

« yoongi. Sono stnaca posso andare a dormire?Magari con un po di sonno passara' tutto. » Dissi con la mia finta tranquillita'

« ok....? vuoi che ti accompagno in camera?» chiese curioso

«NO! Em....no tranquillo.»

Lui uscii dalla cucina lasciandomi sguardi preoccupati e confusi.

Nascosi la pericolosa lama sotto la felpa pesante che indossavo e mi diressi in camera mia, passai davanti agli sguardi critici dei ragazzi; risalii le scale e aprii la scricchiolante e gelida porta della stanza in cui ero stata rinchiusa.

Tutto cio' e' tossico. Sto lentamente marcendo. Mi stavate inniettando del veleno e io lo stavo assorbendo piano piano; i pensieri torruravano la mente stanca e io di conseguenza torturavo i miei capelli esausti cominciando a stringerli senza pieta'.

Mi avevi abbandonata da tempo vero?

Era questo quello che la mia mente continuava a darmi. Sempre la solita domanda a cui io non sapevo rispondere. Io no. Ma tu si. Potevo chiedertelo personalmente, potevo reincontrarti e chiedertelo di persona.

Ancora me lo ricordo. La tua figura immobile e fredda incorniciata dal sangue scarlatto, le miei lacrime, le urla e il dolore che provai. Quel giorno non pioveva , era un giorno bello, soleggiato, ero sicura che tu avresti amato quel sole. Solo che tu non lo potevi vedere, dormivi, dormivi profondamente nella tua bara di mogano. C'era un silenzio assordante. Nessuno parlava. Nemmeno il tuo assassino.

In quel momento le mie mani si allacciarono al freddo manico del coltello che mi avrebbe ferito. Amare erano le lacrime che mi rigavano le guance, mi mordevo pesantemente il labbro inferiore per fermare i miei sonori singhiozzi.

Eri stata stupida ad amarmi.
Eri stata stupida.

E sei caduta. Sei caduta una, due volte a causa mia ma ti ripetevi sempre "Non e' il momento di morire"

Ho lasciato bruciare la mia anima, e anche io sono caduta e caduta di nuovo. Ha fatto lo stesso con me mi ha fatta cadere una volta e non si fermava da rifarmi cadere ma io non sono ancora arrivata al paradiso. Non e' il momento di morire. Almeno cosi' pensavo.

Stavo per fare un gesto che mi avrebbe portata da te. Ma non lo fece del tutto. Mi fermasti tu. Probabilmente non volevi. Come biasimarti.

2 Ottobre .

Oggi.

Oggi era il giorno del tuo anniversario di morte.

Sai oggi sarebbe perfetto no?

Le mani tremavano e io continuavo ad avvicinare pericolosamente quella superfice liscia e tagliente alla mia candida e dolente pelle. Silenzio.

E poi lo feci.

La lama colpi' violentemente la mia pelle e questo mi provoco' un dolore istantaneo che mi fece uscire un urlo strozzato dalla gola. La lacrime ricominciavano a scendere velocemente sulle mia guance stanche di essere solcate.

Feci cadere il coltello dalle mie mani tremolanti, ma poco dopo cercai di riprenderlo fin quandonon ti vidi. Eri li davanti a me con un'espressione malinconica e preoccupata sul viso «y/n...per favore. Non e' il momento di morire. Non adesso. Per favore.» Mi ripetevi la  famosa frase che ti porto´ alla morte.  «Mamma.....ma-mam-MAMMA!» urlai in preda al panico e alla disperazione

Come avevo detto la disperazione e la tossicita´ ti giocano brutti scherzi e io vi ero cascata in pieno.

Tutto questo venne interrotto con il suo arrivo. La porta si spalanco' e rivelo' un Jungkook shokkato e impietrito. «Y/n....Y/N! MA CHE CAZZO STAI FACENDO?! SEI IMPAZZITA?!» mi disse in tono di rimprovero.

Si catapulto' verso di me ma subito mi ritrassi dalla sua presa.

« STAI SUL SERIO TENTANDO IL SUICIDIO?! EH?! Y/N! RISPONDI! TU NON PUOI MORIRE! NON E' IL TEMPO DI MORIRE!» mi urlo' contro con voce di ghiaccio.

Io non reagivo. Rimanevo in silenzio. Ero abituata a tacere.
Il silenzio infernale che mi portavo dietro da diciasette anni non faceva che aumentare; lo continuavo a guardare con uno sguardo distrutto. Eppure per quanto rotto era pur sempre li.

Non vedendomi ragire Jungkook mi prese alla svelta l' arma di mano e la butto lontano da noi.

Le lacrime continuavano imperterrite a scendere sulle mie guance distrutte da esse, le mani tremavano e il sangue scarlatto non ne voleva sapere nulla di smettere di scendere sulle mie candide braccia. Ero rannicchiata contro il letto e Jungkook era a pochi centimetri dal mio corpo logoro di demenza e disperazione.

Ero stata strappata via dal mio lieto fine.

Angolo autrice᪥︎

Scusate per l'attesa, ma avevo sul serio molte cose da fare. Spero il capitolo possa piacervi.

Buona serata᪥︎


- ℙ𝕖𝕣𝕔𝕙𝕖' 𝕕𝕠𝕧𝕣𝕖𝕚 𝕒𝕞𝕒𝕣𝕥𝕚?- (𝙱𝚝𝚜)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora