᪥︎ Know

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Erano giorni che mi tenevano sotto stretta sorveglianza, addirittra quando dovevo andare in bagno avevo i loro occhi di ferro addosso.

Continuavo a scrivere delle lettere ai Ghim, ovvimente dovevo proggettare una strategia per potergliele cosegnare, e sapevo che loro non me lo avrebbero mai permesso.
᪥︎᪥︎᪥︎

Mi svegliai di scatto; sulle coperte grigiastre erano sparse piccole macchioline d'inchiostro, i fogli di carta erano sparsi senza un senso su di esse, mi ero addormentata finendo una delle mie "inutili" lettere senza una concreta destinazione.

Decisi di rimanere sveglia anche se il cielo era ancora dipinto del suo scuro colore, e le stelle erano piccoli spruzzi di bianco su di esso.

Con passo felpato mi diressi verso la porta, il parque scricchiolava a contatto con il mio peso, sentivo le mani fremere, le bende stringevano violentemete i miei polsi, facevano piu male dei tagli stessi. Creai del contatto con la maniglia e con tutta la fermezza possibile la abbassai.

Il corridoio era spento, chissa' quali creture si potevano nascondere dentro esso, dolore,lacrime , stress, tutto e' rinchiuso nel buio.
Sarebbe azzardato sentire solievo nel buio? puoi fare cose che alla luce ti donano solo giudizio, quante volte non ho potuto piangere perche' ero con della gente? Invece nel buio puoi annegare tutti i tuoi dispiaceri e le tue lacrime tossiche, nessuno provera' pena nel vederti piangere, pensera' che tu lo fai per attenzioni, e si chiedera' "ma questa puo smetterla?! Vuole solo attenzioni! Io proprio non la capisco!" E quindi tu passeresti per la cattiva, la superficiale, anche se dentro sei a pezzi, quante volte ti hanno ripetutto "non hai un cuore!" probabilmente non ce l'ho perche' ho perso ogni grammo del mio cuore per strada.
Ma la mia domanda e' voi lo avete un cuore?
᪥︎
Mi avventurai nel buio piu totale e
il mio battito era sincronizzato con l'otologio che si trovava attaccato alla parete color crema.
Le mie mani scorrevano veloci sulla suprefice fredda del muro alla mia sinistra, gli occhi vagavano senza meta, mi stavo affidando al tatto che mi aiutava ad orientarmi.

I piedi erano infeddoliti, non avevo dei calzini che potevano recargli un po di meritato calore,
e mentre i miei piedi tastavano il pavimento giunsi "finalmente" alle scale, le conoscevo fin troppo bene.

Feci piu o meno quattro scalini fin quando una rabbiosa voce venne a contatto con il mio (ormai) fino udito; mi lasciavo guidare da quella voce tagliente, rossa come il rubino e soprattutto spigolosa e molto polverosa.

Tutto mi riportava li, nella stanza delle mie temute e dure "torture"; rabbrividii al solo pensiero, le gambe vagavano ancora nel buio e gli occhi saltavano da un punto piu scuro all'altro senza meta; le mani erano le uniche a cui mi affidavo, tastavo, tastavo il muro, e poi la presi in mano, la maniglia fredda dal calore svanito.

Mi accasciai per terra poggiando le spalle sulla porta che mi divideva da quella voce furibonda.

«QUINDI QUELLO STRONZO E' FINITO IN CARCERE?!»

«si....ma sul serio hyung, abbassa la voce, sai che potrebbe sentire, e non mi pare il cas-»

« PORCA TROIA TAEHYUNG STAI ZITTO!»

« QUINDI E' STATO TUTTO FOTTUTAMENTE INUTILE FINO AD ADESSO! NOI DOBBIAMO, non so che dire.»

« Ora state un'attimo zitti tutti ok?!
State tranquilli, riusciremo a riavere quei soldi, e finiremo sia l'affare sia il resto. Quindi fin quando sappiamo dove si trova quel bastardo possiamo ancora fare tutto. E non fate cazzate. CHIARO?!»

Riconoscevo quella voce, era fin troppo pacata sono sicura che si trattava di Namjoon; mi misi sulle ginocchia e cercai di ascoltare al meglio quella confusa conversazione, non riuacivo a sentire benissimo per i continui cambi di tono dei presenti.

Tutto stava filando liscio fin quando non vidi la porta essere illuminata da una luce accecante visto il buio a cui si erano abituati i miei occhi, mi girai di scatto e lo vidi, lo stesso ragazzo che mi aveva seguito sull'albero nel tentativo della mia disperata fuga.

Era li immobile e mi fissava con le sue iridi scure a contatto von le mie, mi puntava la luce diritta negli occhi, mi dava fastidio, altamente fastidio.

«Stavate parlando di mio padre, vero?» chiesi, anche se ero abbastanza sicura della sua riaposta.

Lui on un primo mento non fece nulla, poi collego' le mie marole e le sue iridi si allargarono, mi prese per il polso e mi trascino' sulla rampa di scale, facendomi incimpare piu volte ,riuscimmo a risalirla tutta; in tutto questo lui non lasciva la presa intorno al mio polso, i tagli pulsavano per l' improvviso contatto e questo mi provoco' un improvviso dolore.

Non so come riusci' ad orientarsi in tutto quel buio, poiche' lui avesse la torcia l'aveva spenta.

Mi sbatte' dentro una camera e richiuse subito la porta a chiave, aveva il fiatone e mi guardava senza dire nulla, io temevo cosa potesse frullare in quella piccola e forse malta testolina.

Lui si avvicino' al letto e mi costrinse ad indietreggiare, mi fece sedere sul letto e si accomodo' pure lui.

«Ora, spiegami all' istante, per quale stracazzo di motivo tuo padre e' andato in carcere e sopratttutto CHI lo ha fatto arrestare.»

« Semplice, sono stata io, sono andata a denunciarlo, abusava continuamente di me, mi picchiava e torturava, per fortuna che aveva delle puttanelle personali perche' sono sicura che non avrebbe esitato a stuprarmi»

Lui mi gurdo' malissimo. Strinse i pugni,probabilmente non voleva perdere il controllo.

E restammo li a guadarci, come se congelati nel tempo.

Angolo autrice

Salveeeeee.

Si non sono ancora morta, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, se lo trovate carino lasciate una stellina e mi raccomando, fatemi sapere se vi sta piacendo e soprattutto che ne pensate.

Michela᪥︎

- ℙ𝕖𝕣𝕔𝕙𝕖' 𝕕𝕠𝕧𝕣𝕖𝕚 𝕒𝕞𝕒𝕣𝕥𝕚?- (𝙱𝚝𝚜)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora