Vittoria corre giù per le scale; i suoi genitori la stanno sicuramente aspettando a tavola per la colazione.
Non appena li raggiunge, si accomoda anche lei.
"Buongiorno." la salutano, con un sorriso affettuoso.
"Buongiorno, scusate per il ritardo."
Il servo si appresta a versare il cibo nei loro piatti.
"Cosa farai oggi, cara?" le chiede la madre, incuriosita.
"Credo che andrò a Palazzo Medici, Giulio vorrebbe mostrarmi alcune tecniche di combattimento che ha imparato." risponde la figlia, bevendo dell'acqua.
"Quel ragazzo non cambierà mai!" la donna ride leggermente.
"É davvero in gamba, secondo me." interviene il padre, divertito.
"Già, é un buon amico." conclude la giovane, annuendo.
Dopo aver consumato il pasto, Vittoria saluta i genitori, promettendo loro di tornare in tempo per il pranzo, poi esce di casa.
Palazzo Medici dista circa una quindicina di minuti. Andrà andata a piedi, le piace molto passeggiare.
Lungo la strada incontra diversi volti familiari. Si stranisce perché, solitamente, a quest'ora del giorno non vi sono molte persone in giro per la città.
"Vittoria!" la ragazza si accorge che Carlotta, una sua cara amica, l'ha appena chiamata.
"Buongiorno!" sorride quindi lei, cordiale. "Cosa ci fai da queste parti?"
"Tengo compagnia a mia madre. Sta comperando qualcosa al mercato." la informa l'altra, inclinando leggermente la testa. "Tu invece dove vai?" domanda, curiosa.
"A Palazzo Medici."
"Capisco... io torno da mia mamma, buona giornata!" si congeda Carlotta, saltellando.
"Anche a te!" esclama la fanciulla, per poi riprendere il cammino.
Quando arriva davanti il palazzo, vede il suo amico Giulio, insieme a Giovanni ― il cugino ― nel portico.
"Ciao, Vittoria!" il primo le corre incontro e l'abbraccia.
La gente si chiede se fra loro ci sia del tenero, ma non é così. Semplicemente si vogliono molto bene e sono grandi amici.
"Buongiorno, Giovanni." la giovane saluta anche il figlio di Lorenzo. Il diretto interessato, che é abbastanza timido, le rivolge semplicemente un piccolo sorriso.
"Come stai? É da molto che non ci vediamo!" continua Giulio, voltandosi verso Vittoria.
"Sto bene, grazie. Mi é dispiaciuto non poter venire a farvi visita durante gli scorsi giorni, ma ho avuto diversi impegni."
Mentre chiacchierano, cercando di coinvolgere anche Giovanni nel discorso, la ragazza si accorge che due figure familiari si stanno avvicinando sempre di più: si tratta di Piero e Tommaso Peruzzi.
"Buongiorno." li saluta Giulio.
Piero rivolge loro un cenno con il capo.
"Buongiorno a voi." dice invece Tommaso. Poi si accorge della presenza di Vittoria. "Salve, come state?" le chiede allora.
"Buongiorno Tommaso. Io sto bene, e voi?"
"Sto bene anche io." afferma l'uomo, in tono amichevole. "Noi andiamo, dobbiamo raggiungere il mio studio, abbiamo molto da fare." prosegue, alludendo a sé stesso e al suo compagno di lavoro.
"Bene, spero di rivedervi presto." ammette la fanciulla, con un piccolo sorriso.
"Lo spero anche io." il biondo le fa il baciamano, dopodiché si allontana insieme a Piero.
"Cosa volevi mostrarmi?" Vittoria si rivolge a Giulio.
"Sto diventando davvero abile con la spada, vorrei farti vedere cosa ho imparato finora!" esordisce lui, fiero.
"Io devo andare, ci vediamo più tardi." Giovanni si allontana.
Gli altri due, quindi, si avviano verso il giardino del palazzo.
"Mia nonna non é molto d'accordo che io utilizzi la spada." rivela il giovane, afferrando proprio l'oggetto in questione.
"Posso capirla, é sicuramente un'arma pericolosa." conferma l'amica, annuendo brevemente
"Lo so, ma io la utilizzo soltanto per difendermi in caso di necessità."
Non appena il ragazzo le mostra tutto ciò che ha imparato, Vittoria non può fare a meno di applaudire. "Sei davvero bravo!" si complimenta, euforica.
"Ti ringrazio!"
"Penso di dover tornare a casa adesso, o farò tardi per il pranzo." confessa lei, alzandosi.
"Va bene, ci vediamo domani?" le domanda Giulio, speranzoso.
"Certo, passerò nel pomeriggio!"
"Allora ti aspetto!" sorride il nipote del Magnifico, per poi abbracciarla e osservarla mentre si allontana.
Camminando, la fanciulla si guarda un pò intorno. La gente che fino a qualche ora fa si trovava in strada non c'è più, é rimasto solo qualche mendicante.
Improvvisamente urta contro qualcuno. Capisce ben presto che si tratta di Piero.
"Oh, perdonami, non ti avevo proprio visto." si scusa lei, alzando lo sguardo.
"Non fa nulla, é tutto a posto... torni a casa?"
"Sì, devo raggiungere i miei per il pranzo."
"Bene, allora ci vediamo domani, sempre se verrai..."
"Sì, ci sarò, a domani!" lo saluta la ragazza, per poi tornare sui propri passi.
Quando arriva a casa si meraviglia nel non trovare i suoi genitori già seduti a tavola. Questi ultimi arrivano pochi secondi dopo.
"Cara, sei qui." constata sua madre, lanciandole una breve occhiata.
"Sì, sono appena arrivata."
"Possiamo accomodarci." interviene il padre, indicando le sedie in legno massiccio.
I servi cominciano a versare del brodo nei piatti.
"Tesoro, dobbiamo metterti al corrente di una faccenda importante." le spiega la donna, per poi osservare il marito.
"Per via di alcuni affari, fra tre giorni dovremo partire per Ferrara. Staremo via soltanto per una settimana." continua l'uomo, congiungendo le mani.
"Sì, ma abbiamo deciso che sarebbe più opportuno se non restassi in casa da sola, quindi starai a Palazzo Medici mentre noi saremo via. Abbiamo già parlato con Clarice e Lorenzo, e per loro non c'è alcun problema." conclude la moglie, spostandosi i capelli da un lato.
"Davvero?" chiede la figlia, contenta. Sarà divertente soggiornare al palazzo, specialmente perché starà in compagnia dei suoi amici.
"Sì, tesoro. Sei d'accordo?" le chiede la madre, dubbiosa.
"Certo!" annuisce lei, sorridendo raggiante.
I coniugi le sorridono di rimando, poi tutti insieme iniziano a consumare il pasto.
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Ecco il primo capitolo! Fatemi sapere cosa ne pensate, a presto 🌝
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𝐋𝐀 𝐋𝐔𝐍𝐀 𝐒𝐔𝐋𝐋'𝐀𝐑𝐍𝐎 ━━ 𝘪 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪
Historical Fiction𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩'𝙚' 𝙗𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙜𝙞𝙤𝙫𝙞𝙣𝙚𝙯𝙯𝙖, 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙛𝙪𝙜𝙜𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙖𝙫𝙞𝙖! 𝙘𝙝𝙞 𝙫𝙪𝙤𝙡 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧 𝙡𝙞𝙚𝙩𝙤, 𝙨𝙞𝙖: 𝙙𝙞 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣 𝙣𝙤𝙣 𝙘'𝙚' 𝙘𝙚𝙧𝙩𝙚𝙯𝙯𝙖. ~ 𝕷𝖔𝖗𝖊𝖓𝖟𝖔 𝖉𝖊' 𝕸𝖊𝖉𝖎𝖈𝖎 Questa storia é ambientata ne...