Tutta la famiglia Medici si trova davanti il portone principale del palazzo.
Vittoria e Piero se ne stanno accanto Clarice e Lucrezia, cercano di consolarle riguardo l'imminente partenza del figlio minore del Magnifico.
"Giovanni, verrò a Roma con te, non voglio lasciarti solo." Giulio affianca il cugino e gli rivolge tali parole.
"No, non posso permetterti di fare qualcosa che non desideri solo per fare un piacere a me, me la caverò, tranquillo. Piuttosto tieni d'occhio quei due e, tramite lettera, aggiornami." l'altro fa un cenno con il capo in direzione dei neo fidanzati.
Giulio ride. "Ti terrò informatissimo, promesso." dopodiché lo abbraccia.
"É tutto pronto." esordisce Lorenzo, a braccia conserte.
Il figlio saluta i presenti, uno ad uno, poi insieme a Carlo sale sulla carrozza.
Piero é molto giù per via della partenza del fratello. La giovane lo prende per mano, per fargli capire che lei é lì al suo fianco e ci rimarrà.
Anche a lei Giovanni mancherà parecchio. L'amico, però, le ha confidato qualche ora fa che, se avrà il desiderio di tornare a fare l'artista, il padre glielo concederà.
"Allora, cosa volete fare?" chiede Giulio, per smorzare il silenzio malinconico che si é creato.
"Perché non facciamo una passeggiata in città e poi andiamo su Ponte Vecchio?" propone Maddalena, e gli altri annuiscono.
Quando arrivano a destinazione, restano incantati dalla bellezza del panorama. Quel posto é magico, specialmente per Vittoria. Lei stessa non sa perché vi é così legata, sa soltanto che quando sta lì dimentica ogni problema, ogni preoccupazione, ogni pensiero negativo. La sensazione é ancora più bella in questo momento, perché si trova in compagnia dei suoi amici, che la fanno stare bene, specialmente Piero.
Quest'ultimo le circonda la vita con un braccio e lei poggia la testa sulla sua spalla.
A quella scena, Giulio e Maddalena si guardano inteneriti e sorridenti.
Mentre chiacchierano, la fanciulla nota una figura familiare avvicinarsi sempre di più. Quando questa é abbastanza vicina, riconosce Alessio.
Lui inizialmente non si accorge della sua presenza, poi la vede e le sorride. "Ciao, Vittoria."
"Ciao." ricambia l'amica, andandogli incontro. "Possiamo parlare un momento?" gli domanda, titubante.
Alessio annuisce, così si spostano di qualche metro.
"Vedi, mia madre e mio padre mi hanno raccontato dell'idea dei tuoi genitori, quella di farci sposare... volevo semplicemente dirti che-"
"Non ti preoccupare," la interrompe subito il ragazzo. "so già tutto."
"Mi dispiace..."
Il giovane le sorride. "E di cosa? Al cuore non si comanda." afferma, guardando in direzione di Piero.
"Quindi é tutto risolto?"
"Sì, é tutto risolto."
I due si salutano ma, prima di allontanarsi, si scambiano un breve abbraccio.
La fanciulla torna dagli amici, con i quali trascorre ancora un pò di tempo, per lo meno fin quando non si danno appuntamento per l'indomani e si separano.
Vittoria torna a casa e, dopo cena, si ritira nella sua stanza.
La mattina seguente, appena sveglia, si alza e si cambia. Dopo aver consumato la colazione si dirige verso Palazzo Medici.
Dal momento che i suoi l'hanno informata del fatto che non saranno in casa per l'intera giornata, a causa di vari impegni, rimarrà a pranzo al palazzo.
"Vittoria, che bello, sei qui!" esclama Maddalena, quando la più grande varca il portone.
Piero, che si trova poco più in là insieme a Sandro, si volta nella loro direzione. "Ciao!"
"Ciao!" Giulio corre a salutare il gruppetto.
"Andiamo a giocare?" chiede la più piccola, e gli altri la accontentano.
"Vi raggiungo fra poco, prima vorrei salutare Sandro." dice Vittoria, per poi avvicinarsi all'artista. "Buongiorno, Sandro."
"Buongiorno a te." risponde l'uomo, con un sorriso.
"Come stai?"
"Sto bene, ti ringrazio, però é un pò strano stare qui a dipingere senza Giovanni."
"Ti capisco... é passato soltanto un giorno da quando é andato via, ma manca anche a me."
"Tu come stai, invece?" le domanda Botticelli, sinceramente curioso.
"Io sto bene, grazie. Tralasciando qualche momento di confusione, é un periodo davvero felice."
"É anche merito di Piero, immagino." sorride bonariamente Sandro.
"Sì, é anche merito suo." ride leggermente lei. "Posso restare a guardarti?"
"Ma certo."
La ragazza rimane ad osservare il lavoro dell'artista per una mezz'ora all'incirca, sta ritraendo Firenze di notte. Probabilmente ci vorrà ancora qualche giorno per completarlo. Il dipinto é già stupendo e, finito, sarà sicuramente meraviglioso.
Vittoria si é completamente dimenticata che gli amici la stanno aspettando così, dopo aver salutato Botticelli, si precipita da loro.
"É successo qualcosa? Stavamo per venire a cercarti!" scherza Giulio, divertito.
"No, no, é tutto a posto. Ero rimasta a guardare Sandro che dipingeva e ho perso la cognizione del tempo, scusate."
Mentre i più grandi sono intenti a giocare con Maddalena, Lucrezia passa ad informarli che il pranzo sta per essere servito. Qualche minuto dopo, infatti, si ritrovano tutti insieme a mangiare e chiacchierare animatamente.
"Devo andare da Tommaso." Piero si alza da tavola.
"Quando tornerai?" gli chiede la sorellina, incuriosita.
"Sarò qui per l'ora di cena." Piero saluta la sorella e il cugino e lascia un bacio sulla guancia a Vittoria.
Quest'ultima, poco dopo, si ritrova in giardino, a passeggiare insieme a Maddalena e Giulio.
La bambina inizia a far volare l'aquilone, mentre i due restano a discutere.
"Sai," mormora il giovane, ad un certo punto. "avevo proposto a Giovanni di andare con lui a Roma, per non lasciarlo solo, ma mi ha detto che se la sarebbe cavato... sono un pò preoccupato, a dire il vero."
"Stai tranquillo, anche io sono sicura che ce la farà." ammette Vittoria, poggiandogli la mano sulla spalla.
"Lo so, lo so, ma io lo conosco bene... é molto timido e non si fida facilmente delle persone."
"C'è Carlo con lui, sono certa che lo aiuterà."
"Sì, ma Carlo resterà lì ancora per poco."
"Direi che per allora Giovanni avrà sicuramente più confidenza con la nuova realtà che lo circonda, non trovi?"
"Credo che tu abbia ragione." annuisce infine Giulio, sospirando.
Verso tardo pomeriggio la fanciulla si incammina verso casa, venendo presto inghiottita dalle strade ormai quasi buie della città.
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𝐋𝐀 𝐋𝐔𝐍𝐀 𝐒𝐔𝐋𝐋'𝐀𝐑𝐍𝐎 ━━ 𝘪 𝘮𝘦𝘥𝘪𝘤𝘪
Historyczne𝙌𝙪𝙖𝙣𝙩'𝙚' 𝙗𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙜𝙞𝙤𝙫𝙞𝙣𝙚𝙯𝙯𝙖, 𝙘𝙝𝙚 𝙨𝙞 𝙛𝙪𝙜𝙜𝙚 𝙩𝙪𝙩𝙩𝙖𝙫𝙞𝙖! 𝙘𝙝𝙞 𝙫𝙪𝙤𝙡 𝙚𝙨𝙨𝙚𝙧 𝙡𝙞𝙚𝙩𝙤, 𝙨𝙞𝙖: 𝙙𝙞 𝙙𝙤𝙢𝙖𝙣 𝙣𝙤𝙣 𝙘'𝙚' 𝙘𝙚𝙧𝙩𝙚𝙯𝙯𝙖. ~ 𝕷𝖔𝖗𝖊𝖓𝖟𝖔 𝖉𝖊' 𝕸𝖊𝖉𝖎𝖈𝖎 Questa storia é ambientata ne...