Capitolo sei

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Lo osservai deporre con cura e calma i suoi vestiti prima nel cassettone (biancheria, magliette, maglioni e polo) poi nell'armadio (pantaloni, jeans, giacche, cravatte e camicie) dove sistemò anche le scarpe.

Gli indicai un attaccapanni dietro alla porta dove attaccò, insieme alla mia roba, un impermeabile tremendamente e classicamente inglese, un cappotto scuro ed un giacchetto di pelle nera, insieme ad una sciarpa grigia.

Lo vidi tirar fuori dei malloppi di fogli stropicciati che dedussi essere più o meno vecchi copioni ed appoggiarli con fare adorante sul comodino.

Dal borsone estrasse anche una cornice con una fotografia di quella che dedussi essere la sua famiglia e la posizionò sul comodino vicino ai copioni, mettendosi così in ginocchio sulla moquette chiara.

Erano belli insieme.
Erano lui, suo padre, sua madre, quella che dedussi essere sua sorella con in braccio un bimbo di pochi mesi ed un altro giovane uomo.

"È la tua famiglia?" gli chiesi avvicinandomi piano piano per paura di interrompere pensieri troppo intimi per avervi accesso.

"Sì" rispose con un sorriso "mio padre Clark, mia madre Jane, mia sorella Emma con suo marito Freddie e mio nipote Chris" enumerò, passando un dito affusolato sul vetro della cornice.

"Siete belli insieme" gli dissi, la voce ridotta appena ad un sussurro.

"Grazie" sorrise appena, timido "tu? I tuoi?" mi chiese, alzando lo sguardo.

Indicai una foto sul cassettone dove aveva sistemato le sue cose, senza accorgersi evidentemente delle foto che lo popolavano.

Ci appoggiamo coi gomiti al marmo scuro del cassettone l'uno accanto all'altra: "Qui siamo io, mio padre Anthony e mia madre Marianne" ed indicai la prima foto.

"Nonno Bruce e nonna Johanna, i genitori di mio padre" la seconda foto.
"Nonno Al e nonna Roxanne, i genitori della mamma" la terza foto.
"E questi sono gli amici, quelli di sempre, università o meno: Derek, George, Liam, Tom, Kate e Mary, insieme a me ed Amanda, ovviamente" spiegai, guardando la quarta foto, mentre li indicavo uno ad uno.
"Ed ovviamente, i ragazzi della RRI...non sto a dirteli tutti che altrimenti ci passiamo la notte" scherzai indicandogli l'ultima foto.

"Wow" fu il commento appena trasognato.

"Sì, sono una sentimentalista" scherzai, ridacchiando appena "ed amo le foto, per poter vedere sempre, anche quando non sono con me le persone che amo" spiegai, sorridendo serena.

"Fai bene" mi concesse Nick, sorridendo un po' come me.

Calò il silenzio per qualche minuto durante i quali lui tirò fuori dal bagaglio parecchi libri, molti dei quali dall'aria vecchia e consunta.

"Sono cimeli di famiglia" spiegò sorridendo alla vista della mia espressione appena stranita.

Quando nel suo bagaglio non rimasero che le poche cose da bagno mi alzai per fargli vedere dove fosse il bagno, in modo che potesse sistemare le sue cose.

Lo vidi estrarre con calma un grande accappatoio blu scuro, che appese sopra al mio, color rosa cipria ed a quello di Amanda, color caffellatte.

Appoggiò su uno dei ripiani del bagno una busta bluette, che dedussi essere una sorta di beauty case.

Nel mobiletto in basso mise alcuni asciugamani di spugna, mentre uno dei quali, viola, lo appese al suo posto, vicino al mio rosa ed a quello di Amanda, verde chiaro.

Nella doccia, su uno dei piattelli bianchi, appoggiò due flaconi, uno nero ed uno rosso, shampoo e bagnoschiuma, credo.

E sopra al lavandino, come ultima cosa, mise lo spazzolino da denti, bianco, accanto al mio, blu ed a quello di Amanda, verde.

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