Capitolo nove

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Cominciò qualcosa quel giorno, quella primavera, quell'anno. Qualcosa di speciale.

Cominciò quella sera, per la precisione, alla domanda di Nick, dopo cena: "Vi va di uscire a prendere una boccata d'aria?" Chiese sorridendo, mentre mi aiutava ad asciugare i pochi piatti "non so, una birra?" 

" Dove?" chiesi senza far mente locale che Nick non era, come dire, esattamente delle nostre parti.

"Dimmelo tu" rise "io sono in città da 24 ore a malapena!".

" Già" risi arrossendo appena.

" Mama's?" Propose Amanda

" Sì!" Esclamai soddisfatta.

Il Mama's era un pub vicino casa, quello dove andavamo sempre con i ragazzi dell'Università.

Era vicino, piccolo, confortevole, quasi intimo ... un classico senza tempo.

E perciò sempre gremito di gente. Mi piaceva parecchio.

" Aggiudicato, allora?" Chiese Nick, sorridendo.

" Aggiudicato!" Esclamai quasi entusiasta.

" Vieni anche tu, Amanda?" Chiese Nick, rispettoso

E lei, ancora col turbante in testa dopo la doccia, il pigiama già indosso e l'aria quasi annoiata: "No, ragazzi, grazie ma stasera no. Sono stanca e stasera avevo già fatto i miei programmi: godermi un bel film per poi andarmene a letto presto " espose, risoluta.

Annuimmo entrambi, quasi facendo spallucce. Affari suoi, dopotutto, no?

Conoscevo Amanda e non perdeva mai occasione per farsi la sua birra, la sua sigaretta e la sua chiacchierata in compagnia.

Sapevo infatti che quella aveva dato era la "versione ufficiale".

Ma la realtà era un pelino diverso ed io, sotto sotto, lo sapevo bene. Conoscevo il mio pollo, ormai.

Difatti, dopo che mi sono chiusa in camera, mentre mi stavo vestendo per la precisione e perciò ero sola, lei sgattaiolò dentro e si sedette sul mio letto a guardarmi.

"Ho bisogno di una sigaretta!" Se ne uscì fuori dopo qualche minuto di silenzio totale, in cui lei fissava il vuoto ed io navigavo nei meandri del mio caotico armadio.

Detto ciò, tirò fuori un pacchetto dalla tasca sinistra del pigiama insieme ad un accendino colorato e si accese una sigaretta.

"Tanto a te non da fastidio, vero?" Chiese, non curante.
"A me no, lo sai bene, ma non sappiamo se a Nick sì ...", puntualizzai io.

" Che sarà mai una sigaretta" borbottò sorridendo, sorniona.

Mi guardò per un attimo mentre gettavo abiti su abiti sul pavimento.

" Che ti metti?" Chiese.

" Non ne ho la più pallida idea" risposi, quasi irritata: la mia classica risposta.

Tra noi due era sempre così: lei sapeva sempre cosa mettersi, io mai.

Sospirai.

"Si accettano consigli" dissi, guardandola, quasi speranzosa.

Si alzò dal mio letto con la sigaretta tra due dita e senza dire nulla raccolse da terra un paio di jeans scuri, una maglia di cotone nera ed un paio di stivaletti neri.

Andò poi al mio cassettone come se fosse il suo, aprì un cassetto e ne estrasse un piccolo foulard bianco a pois neri e lo poggiò sul letto insieme al resto.

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