L'episodio di Caleb funzionò da collante, tra me e Nick.
Come se fosse stato necessario, poi.
Ciò che sancì quel bellissimo affiatamento fu la nascita di un mio nuovo hobby e che piacque moltissimo anche a lui.
Non ero una sportiva.
Non lo ero mai stata, anche se avevo praticato tanti sport. Ed a volte, alcuni mancavano.
Avevo quelle mie piccole "manie" ed ogni tanto mi piaceva di esercitarle, anche nel mondo dello sport.
Io e Amanda abbiamo passato tanto tempo sui campi da tennis, giocando alla meglio, senza alcuna pretesa, divertendoci tanto.
In periodi di studio intenso avevo passato tanto tempo chiuso in palestra a dare colpi di un saccone, un ritmo di sana musica, o da sola, o con una mia vecchia amica del liceo.
Durante l'inverno, la mia settimana sulla neve me la prendevo sempre, che fosse da sola o con mio padre che, come me, amava alla follia sciare.
Andavo, a volte, a farmi le mie vasche in piscina, quando ne avevo voglia, con una vecchia amica, boccoli dorati, fisico mozzafiato ed una certa acidità.
E poi c'era il classico "sassolino nella scarpa", quell'attività che mi era sempre piaciuta e che mai ero ero decisa a tariffa.
Fu con Nick che, quasi senza volerlo, quasi per caso, riuscii a farlo.
Perchè fu per caso che finimmo, una sera, mentre facevamo una delle nostre passeggiate, nel bel mezzo di una rassegna itinerante di ballo.
C'è balli per tutti i gusti: dalla classica, passando per hip-hop e latino americano fino ad arrivare ai balli di gruppo.
Fu in quel frangente che intravidi una coppia alle prese con quella mia "segreta passione": lui, sulla trentina, capelli castani ed occhi chiari, muscoli da vendere, completamente vestito di nero; lei, più giovane, sulla ventina o forse meno, caschetto biondo, sorridente e bellissima, vestita completamente di bianco.
Hip-hop.
Rimasi letteralmente bloccata, imbambolata come un'idiota.
Cazzo, quanto mi piaceva.
E, manco a dirlo, Nick lo notò.
"Sono bravi, eh?" Chiese, affiancandomisi alla transenna, sorridendo.
"Moltissimo" risposi, ancora ipnotizzata.
"Sai ballare, tu?" Chiese, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"No" ammisi, abbassando lo sguardo "o almeno, non questo e non così, anche se il piacere è impazzire" ammisi ancora "ma mi manca tutto: maestro, luogo e soprattutto partner perchè senza partner non avrei mai il coraggio" aggiunsi, subito, a mo 'di spiegazione, facendo tristemente spallucce nella t-shirt nera.
"Si può ovviare, lo sai?" Disse, ridendo.
"Che vorresti dire?" Lo guardai, gli occhi sicuramente dilatati.
"Io so ballare" spiegò, sorridendo, divertito "anche questo" specifico, facendo un gesto con la mano "ed anche benino, se posso permettermi" aggiunse, notando la mia faccia stupita "posso insegnarti io: risolto il problema del maestro; farlo in casa senza problemi: risolto il problema del luogo; ed ovviamente sarò io il tuo partner "sorrise, quasi entusiasta.
Lo guardai, come se mi avesse appena chiesto di sposarlo.
Eh, beh, per me non c'eravamo poi tanti problemi.