Capitolo otto

4 3 0
                                    




Come da copione, appena chiusi gli occhi, mi addormentai praticamente di schianto.

Non ricordo se sognai o cosa, con precisione: diciamo però che qualche idea ce l'ho.

Erano le 8 del mattino quando chiusi gli occhi, lo sguardo puntato sui numeri della mia sveglia che lampeggiavano, arzilli, quasi a ricordarmi e rimproverarmi del fatto che quella era l'ora per alzarsi, non certo per andare a dormire.

E quando li riaprii era mezzogiorno passato.

Non male.

Sbadigliai con una certa forza e mi girai verso il muro, avvolgendomi del tutto nelle coperte calde.

Che goduria.

Mi stiracchiai appena e nel farlo incontrai qualcosa di caldo e morbido ai miei piedi: dal rumore che emetteva, capii essere Luna.

Non sapevo se era il caso di alzarsi oppure no.

Optai per un'equa via di mezzo: mi girai supina a fissare il soffitto che quella notte aveva offerto rifugio ai miei pensieri e, di nuovo, pensai e riflettei.

A quel che era successo 4 ore prima. Credetti perfino di essermelo immaginato.

Ma era come se il segno sottile delle sue labbra si fosse impresso a fuoco sulla mia pelle, perenne monito di quel piccolo, timido e tenero segno che eppure c'era stato.

Mi portai una mano alla faccia come se dovessi farmi in segno della croce e sfiorai coi polpastrelli di indice e medio quella piccola porzione di pelle.

Sospirai.
Perchè?
Stavo tanto bene senza uomini nella mia vita.
Stavo tanto bene senza litigi, anniversari e scadenze.
Stavo tanto bene senza gelosia, preoccupazioni, paure ed ansie varie.
Stavo tanto bene senza cattiverie e qualche dispetto.
Stavo bene perchè consideravo solo i lati spiacevoli di avere qualcuno accanto.

E lo facevo perchè era così che gli stupidi che avevo incontrato fino ad allora che avevano portato a fare.

Ero stata sfortunata, tanto sfortunata per anni.
Perchè la fortuna non potrebbe girare dunque un mio favore tutta d'un botto?

Frena, frena, frena.

Scossi la testa come a scacciare un insetto molesto: quello era mettere i carri davanti ai buoi, non era assolutamente detto che Nick avesse anche la più lontana e vaga intenzione in quel senso.

Anzi, ne ero pressoché sicura!
Lo conoscevo da neanche 24 ore, dopotutto.

E poi un gesto del genere potrebbe anche essere di tenerezza, come dire .... fraterna .

Come quello di un fratello verso una sorella più piccola, ecco.

Sicuramente era così.

Se le esperienze passate mi avevano insegnato qualcosa era che nulla è come sembra.

E per essere una banalità è una bella verità.
Sopirai di nuovo.

Sì, avevo imparato sulla mia pelle come un gesto che all'apparenza è semplice può avere significati, risvolti e conseguenze ... inaspettati.

E spiacevoli, sopratutto.

Avevo sempre sperimentato i lati spiacevoli, appunto, di una "relazione" tra due persone di sesso opposto.

E forse era per quello che non ne sentivo la mancanza, in fondo.

L'agognato completamento nell'altro a cui tutte aspiravano per me non era che un'isola lontana ed inavvicinabile e perciò priva di qualsiasi attrattiva.

Randomness.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora