capitolo 5

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« 𝙚 𝙙𝙖𝙢𝙢𝙞 𝙪𝙣 𝙖𝙜𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙪𝙣 𝙜𝙞𝙤𝙧𝙣𝙤 𝙘𝙪𝙘𝙞𝙧𝙤̀ 

𝙡𝙖 𝙢𝙖𝙥𝙥𝙖 𝙘𝙝𝙚 𝙥𝙤𝙧𝙩𝙖 𝙖𝙡𝙡𝙖 𝙩𝙪𝙖 𝙗𝙤𝙘𝙘𝙖»

Mi voltai e dissi mentendo
- chi saresti?-
Sentivo i passi di Berlino avvicinarsi sempre di più,sapevo che fosse lui, era la sua voce roca che stava diventando una completa ossessione

-ragazzina lo sai chi sono-
-no, assolutamente no. Lo giuro- era bello giocare con lui, non ti annoi mai
-se vuoi ti rinfresco la memoria- eh nono caro mio, non voglio dartela vinta ancora,
-per quanto vuoi giocare?- nella sua voce c'era una puntina di eccitazione tanto quanto nella mia


-sà signor Berlino vorrei conoscerla meglio prima di saltare al dunque- glielo sussurrai dietro l'orecchio e lui non disse nulla come risposta, peró potevo sentire come deglutiva a fatica.
Approfittai di questo suo momento di trance per avvicinarmi a due centimetri dalla sua bocca per sussurrargli - buonanotte signor Berlino - e prima che potesse dire qualcosa sgattaiolai nella mia stanza.
Non vedevo l'ora di dormire e sprofondare nel letto, ero stanchissima. Prima di addormentarmi ripensai a Berlino e a quello che mi provocava, non mi concedevo così a nessuno, tira fuori un lato diverso di me.


LA MATTINA SEGUENTE

-uhm mamma altri due minuti, lasciami- qualcuno mi stava scuotendo ma non capivo.

-tesoro sono Nairobi- Apro lentamente gli occhi e perchè non ho davanti il bagnino alto muscoloso ,occhi blu e capelli marroni, che stavo sognando ma Nairobi?

-Nairobi che ci fai qui?-dissi strofinandomi gli occhi

-tesoro forse eri nel mondo dei sogni ma sono le sette e un quarto-

Mi alzo di scatto cercando qualsiasi cosa nell'armadiopurchè siano vestiti,sembravo una pazza perché girovagavo per la stanza e mi ero dimentica della presenza di Nairobi.

-NewYork vuoi calmarti per favore?-

-si scusami,come mai sei venuta qui?- presi un pantalone della tuta ma non ricordo dove stava la felpa,cavolo perchè devo essere così disordinata?

-immaginavo che tu non ti svegliassi-

-grazie Nairobi senza di te non saprei come fare-

Mi infilai di corsa la felpa e appena arrivammo sotto la colazione era già sul tavolo e sicuramente i dolci erano stati preparata da Stoccolma. Mi aveva raccontato che lei ha avuto fin da piccola la passione per i dolci e il mio stomaco approva tutto ciò.

Mi fiondai sul ciambellone,era squisito. -buongiorno anche a te New York- oddio che figura,non l'avevo vista,pensavo fossi sola con Nairobi.

-Stoccolma scusami,avevo fame,non pensavo ci fosse qualcuno- dissi la prima cosa che mi balenò in testa.

-tranquilla, anzi sono contenta che ti piaccia, l'ho preparato di fretta e pensavo di aver mancato qualche ingrediente- mentre parlava Denver cercò di rubarle qualche bacio.
Che belli che sono,si amano tantissimo. Poi mi soffermai su Rio e Tokio, vorrei una relazione come la loro, sono così affiatati.


Nel frattempo arrivarono Helsinki e Berlino e quest'ultimo non poteva non commentare questo mio comportamento buffo con la sua solita area da strafottente.


-finiscila di ingozzarti così o finirai per diventare come Helsinki-

Helsinki fece una faccia offesa ma subito dopo anche lui si fiondò sul ciambellone e si mise a ridere,io invece sventolai il terzo dito in area per Berlino.

𝗖𝗛𝗜 𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 𝗦𝗢𝗙𝗙𝗥𝗘 𝗦𝗘𝗠𝗣𝗥𝗘 𝗗𝗜 𝗣𝗜𝗨̀/𝓑𝓮𝓻𝓵𝓲𝓷𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora