capitolo 20

602 23 28
                                    

-ogni volta è sempre la solita storia con te, smettila di frignare come una bambina, sei un'adulta-

-ah ma senti chi parla.. il vecchio rammollito che seduce le venticiquenni!-

Posai il fucile per terra e mi appoggiai alla ringhiera della scale, nell'atrio.

-almeno io non piango per qualsiasi cosa insignificante-

Stiamo dando spettacolo davanti a tutti gli ostaggi, compreso Jorge che si sta divertendo.

-sei solo un narcisista del cazzo, ti odio-
Mi alzo per andarmene ma prontamente mi blocca
-dove credi di andare? I capricci li fai dopo ora tu stai buona buona e badi qua agli ostaggi-

Mi allontanai dalla sua presa guardandolo con aria di sfida.
Andai verso di Jorge -è ora di medicarti-
-ma io sto bene- lo pizzicai

-in effetti il sopracciglio mi fa ancora un pò male-

lanciai un'occhiata furtiva a Berlino,scruta ogni mio movimento e ottengo la reazione che volevo.

Presi dalla mano Jorge per andare nella stanza dell'altra volta, che stesse male ovviamente è una finzione.

-non siamo qui per divertimento, non puoi andare a spasso con gli ostaggi-

-bello mio metti da parte la gelosia, io vado a medicarlo-
-ma che medicare e medicare sta bene-

Ignorai Berlino ma Jorge si era piazzato davanti a lui.
-ragazzino è meglio per te se tu ritornassi al posto tuo-
-vecchio non mi fai paura-

Ciao ciao Jorge è stato bello rivederti, o forse no.

-vuoi che ti continui a rompere il sopracciglio o vuoi il provare a vivere senza una costola?-

chiusi gli occhi, sono sicura che gli sta per sferrare un pugno

-che cazzo succede qui dentro?siamo in una giungla percaso?-

-per questa volta sei salvo- uscì dalla bocca di Berlino come un sussurro che  per la vicinanza solo io potevo sentire oltre a Jorge.

-niente Nairobi.. è solo che i bambini delle volte fanno i capricci-

Devo provare a praticare yoga forse gioverà al mio corpo e mi aiuterà a sopportare Berlino.

-qui non c'è bisogno del mio aiuto io me ne vado di sopra- mi rivolsi solo a lei senza guardare negli occhi Berlino anche se sentivo il suo sguardo addosso.

-fermati NewYork, vieni con me di sotto.. aiutami con l'oro- annui distrattamente e mi concentrai su Jorge, mi sta sorridendo e ricambiai.

Come mossa non credo sia sfuggita all'uomo di cui ero innamorata,con lo sguardo sta bruciando Jorge e quest ultimo abbassó il capo.
Oh ma dai..
......
Dopo due ore che stavo colando l'oro Nairobi mi disse che se ne avessi voluto mi sarei confidata con lei.

-grazie per tutto.. vorrei abbracciarti ma sto grondando sudore- ci mettemmo a ridere

-vai pure a lavarti, non preoccuparti-

La ringraziai nuovamente e corsi fino ai bagni di sopra,non vedevo l'ora di sentire l'acqua fresca a contatto con la mia pelle.

-casinista che hai combinato?-

Stavo per finire quando sbucó una Valencia tutta allegra pronta a chiacchierare sicuramente.

-questa volta niente-

-perché ho come la sensazione che tu mi stia mentendo?- mi passó la carta che era nel contenitore e asciugai la faccia.

-non sto mentendo, sono seria.. non mi va di parlarne scusami- me ne andai via con l'intento di scendere sotto. Si è fatta già sera e gli ostaggi devono cenare.

-Stoccolma ti aiuto- presi la busta e iniziai a distribuire l'acqua e Stoccolma il cibo.

Arrivata al punto di Jorge gli chiesi come stesse e lui rispose bene.

-senti..dopo devo parlarlti-
-vabene- mi sfiorò la mano con i polpastrelli e gli sorrisi.

-hai litigato con Berlino?- Stoccolma si era seduta un gradino dopo il mio ma eravamo comunque vicine.
-le voci girano-

spostati lo sguardo altrove, non mi va di parlarne con nessuno.

-se non ti va ti capisco, non preoccuparti.. se hai bisogno di me lo sai.. sono qui-

Parlammo di altro e mentre gli ostaggi avevano finito di mangiare si stimevano per dormire.

Andai verso di Jorge
-finito?-
-si, ci sono

Trovai la prima stanza vuota e mi fiondai subito dentro con Jorge che mi seguiva a ruota.

-scusa per oggi, ti ho messo in mezzo.. è che ho litigato con lui... non dovevo usarti scusami, scusami- mi misi seduta su una poltrona esausta e lui rimase in piedi.

-quando la smetterai con il tuo vizio di chiedere scusa anche quando non hai fatto nulla?- viene verso di me e si mise seduto sul bracciolo della poltrona

-vedi il punto è che ora mi sento sola e ho bisogno di qualcuno-

-e tu ti aspetti di piangere tra le mie braccia dopo quello che mi hai fatto?-

-lo so scusami.. dovevo aprire gli occhi prima di fare una sciocchezza del genere-

-sei fortunata che ti amo ancora altrimenti ti avrei già mandata a quel paese-

Si mise anche lui sulla poltrona e mi culló tra le sue braccia.

...........................................................................
Ciao amori, come state?spero bene!💛
scusatemi se aggiorno nel cuore della notte ma sono stata impegnata con danza.
Spero che il capitolo sia di vostro gradimento.. cosa ne pensate del comportamento della protagonista?

𝗖𝗛𝗜 𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 𝗦𝗢𝗙𝗙𝗥𝗘 𝗦𝗘𝗠𝗣𝗥𝗘 𝗗𝗜 𝗣𝗜𝗨̀/𝓑𝓮𝓻𝓵𝓲𝓷𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora