capitolo 19

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Ovviamente il mio primo pensiero fu lei.
Applicai la mia bravura (modestamente) negli sport aerobici e correvo verso la stanza dov'era con Jorge.
Aprii di scatto la porta con l'intento di volerla sfondare se fosse stata chiusa a chiave.

Mi rilassai appena incrociai il suo sguardo che era diventato sempre più preoccupato probabilmente aveva sentito anche lei l'urlo.
Andai verso di lei e l'abbracciai baciandole la fronte -sono felice che stai bene, mi sono preccupato- si allontanó di poco, non voleva fare pace con me, testarda orgogliosa. Ma ti amo lo stesso.

-si sto bene ma ora voglio andare a vedere che succede- eccola pronta all'attacco.
-non ci pensare neanche per sogno.. io vado a controllare..Tu rimani qui con coso e aspettami- incroció le braccia al petto, stava per ribattere ma annuì soltanto.

Mi precipitai fuori dalla porta per capire da dove provenissero quelle urla e appena le risentii procedevo lungo il corridoio.

-che diamine succede qui?-
Cavolo.
Cavolo.
Nairobi a terra che teneva tra le braccia un volto a me conosciuto.
Era Maxi, il ragazzo della lite.

-com'è accaduto?-

-Berlino non lo so.. Ero salita per controllare come ogni sera ormai... e appena svolto l'angolo trovo questo poveretto a terra con le forbici nella schiena-

Nairobi è sconvolta tanto quanto me.
Io sono sicuro che è stato Jorge,me lo sento, e Andrés De Fonollosa non sbaglia mai.

POV'S NEW YORK
-figlio mio fatti curare da uno bravo e subito! Come credi che possa essere stato Jorge se era come me tutto il tempo-
Non volevo sargli tempo di ribattere, ora sta esagerando.

-la verità è che la gelosia ti sta logorando dentro.. Credi che possa ritornare tra le sue grinfie?pensi che sia una facile che si butterebbe tra le sue gambe? Ti ho detto mille volte che ti amo e che puoi fidarti di me-

-e io ti ho detto altrettante volte che io mi fido di te ma non di lui-

-Berlino so gestire le situazioni in cui sono coinvolta, quindi perfavore finiscila che stiamo dando spettacolo davanti a tutti gli ostaggi- abbassai di colpo il tono della voce e il mio sguardo vagava per tutti i particolari dell'atrio.

-la finiremo mai di litigare noi due? Mi manchi troppo-
Dopo questa sua affermazione sentivo gli occhi pizzicarmi.
Non devo cedere. Non devo cedere.
-dammi tempo per dimostrarti che ho ragione, ti prego-
Vedere Belrino supplicare non è una cosa da poco.
-una sola possibilità, una sola-
....
-professore siccome lei se la spassava con Rachel, un ostaggio è stato ucciso...se lei fosse stato reperibile avremmo scoperto chi è stato-

Palermo dire che è furioso è un eufemismo.
-Palermo sono tutti con te?- la voce del professore tremava, non capivo il motivo.

-no, Nairobi e Bogotà stanno fondendo l'oro, Tokio ed Helsinki invece sono di guardia.. Perché che succede?-

-io e Rachel siamo scappati, ci hanno scoperto.. Hanno sparato a Rachel-

Silenzio totale. Nessuno osa fiatare.
Palermo chiese al professore come fosse accaduto, la sua risposta non tardò ad arrivare ma sono troppo stordita per seguire attentamente la conversazione.

Berlino mi prese tra le sue braccia e inzió ad accarezzarmi i capelli.
Sentivo tutto ovattato la testa iniziava a fare male e le lacrime solcarono il mio viso.

4°GIORNO DI RAPINA

I giorni trascorsero indolenti su queste giornate grige, vuote e spente.
Dopo aver scoperto che Rachel fosse morta è accaduto di tutto qui dentro.

𝗖𝗛𝗜 𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 𝗦𝗢𝗙𝗙𝗥𝗘 𝗦𝗘𝗠𝗣𝗥𝗘 𝗗𝗜 𝗣𝗜𝗨̀/𝓑𝓮𝓻𝓵𝓲𝓷𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora