capitolo 14

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-1 H ALLA RAPINA

Eravamo tutti svegli, puntali come non mai, perfino io che arrivavo quasi sempre in ritardo a lezione.

Quanto darei per essere di nuovo tra quelle lenzuola a raccontarci delle nostre paure e i nostri copri avvinghiati.

Mi ronzarono in testa le parole del professore su come poter entrare nella riserva della zecca di stato,non facevo altro che ripetere in mente il piano

Sentivo qualcuno prendermi la mano ed era Valencia, probabilmente anche lei stava tremando come me e cercava conforto in qualcuno. 
Si fece più vicina,(eravamo su un carro armato,non fate domande vi prego tutta opera del professore)mettendosi in mezzo tra me e Berlino sorpassandolo quasi.
Berlino sbuffó ma capì la situazione e lasciò spazio a Valencia.

-tutto bene Vale?-
-no, per niente- stava sussurrando e da lì capii che davvero stesse male.
-ieri sera con Palermo abbiamo litigato per colpa mia- abbasó di scatto la testa
-gli ho detto che da quando siamo qua non mi rivolge più attenzioni, mi manca-

Le strinsi ancora di più la mano.

-bel modo pure tu per festeggiare la vigilia di una rapina- si mise a ridere e posso dire che il mio tentativo è riuscito per il momento.
-Valencia- Berlino era intervenuto nel discorso e mi spaventa come cosa.
-potevate fare boom come noi due, ti dico cosa non abbiamo fatto - bastardo.

Se mi vedeste ora sono di mille colori in faccia, Berlino ha un sorrisino vittorioso stampato sul volto, ma io dico come fa questa cristiano a non avere un minimo di pudore?
Lo schernii con lo sguardo e mi concentrai su Valencia.

-lascialo stare poverino soffre di qualche decifit mentale..continuando il discorso di prima.. stavo scherzando, hai fatto bene a dirglielo subito altrimenti ti portavi un macigno enorme sul cuore-

- però lui mi ha interroto subito quando stavamo parlando e abbiamo finito per litigare, vorrei chiarire-

Si girò verso Palermo, le stava facendo un cenno con la mano di andare da lui e si sedette su le sue ginocchia.
Sono bellissimi insieme.

-ragazzina tu sei brava- sentii la voce di Helsinki, lo cercai con lo sguardo e lo ringraziai.

-miracoli ancora non ne faccio però se dovessii riuscirci sicuramente farei spegnere dal tuo bel visino quei sorrisetti fastidiosi- mi voltai verso Berlino il quale aveva alzato un sopracciglio come segno di sfida.

-io invece farei di tutto per non farti portare le mutadine- caldo? qualcuno ha caldo? acqua? c'e dell'acqua? Ho la gola secca, grazie.

-ma le nostre conversazioni possono essere normali o devono sfociare sempre nel sesso? -
poi mi resi conto con chi ho a che fare e mi diedi una risposta da sola.

-bimba, vedi posso passare per sfacciato però- ci pensó su un attimo - si ok lo sono-

si mi se a ridere e vorrei baciargli tutti i sorrisi che fa.

Si avvicinò per lasciarmi un casto bacio sulle labbra.

Anche oggi ha messo il profumo, mi fa impazzire questa fragranza.
Mi avvicinai al suo collo per ispirare questo meraviglioso miscuglio di aromi che lo rende un profumo deciso ed elegante che io amo follemente.

Mi guarda diverito con la coda dell'occhio mentro io sto baciando il suo collo.
Altro che profumo, sarà questuomo a farmi impazzire!!
.....
Finalmente siamo arrivati e non vi dico l'agitazione che si prova in questo momento.
Un piccolo errore? Tutto a puttane.
Noi possiamo farcela, siamo la banda.
Ormai mi considero una di loro, sono la mia famiglia.. sono un pó svitati però mi piacciono lo stesso.

-bimba tutto ok? - annuii, mi presi un secondo per osservarlo. Devo dire che anche in tenuta militare è pur sempre un gran figo.

Non so sinceramente ad opera di quale spirito divino ma riuscimmo ad entrare tranquillamente senza destare sospetti
nelle mente di quel poliziotto all'ingresso.

FLASHBACK

-professore come faremo ad entrare questa volta? - Tokio non stava più nella pelle e sinceramente anche io ero curiosa.

-PIANO CHERNOBYL- caló il silenzio,
Seguii il gioco di sguardi trab Berlino, Tokio, Helsinki, Nairobi, Rio e Denver.
I loro occhi sembravano parlare ed esprimevano. ... felicità?

Iniziarono ad esultare e io non capivo

-gentilmente potete dirmi da cosa è dettato questo vostro entusiasmo? grazieee- Berlino si mise a ridere era affianco a me e io rimasi imbambolata un'altra volta.

-lo spiego per i nuovi arrivati- incrociai le braccia e ascoltai attentamente il professore -il "piano Chernobyl"  doveva attuarsi nella rapina precedente se le cose si fossero messe male nel momento della fuga...dovevano sparare a dei palloncini in aria per creare caos.. Ma non è servito il tutto perchè in qualche modo sono riusciti ad uscire.. Più o meno tutti-

La sua voce si incrina, Helsinki si mette a piangere, Stoccolma abbraccia Denver.

-Berlino che succede? - chiesi bisbigliando.
-ad Helsinki è morto il suo compagno di guerra Oslo.. a Denver invece il padre quando eravamo tutti nella zecca -

cavolo,vorrei andare lì e abbracciarli.

-ora invece questo piano sarà attuato ma più grande -, alzai un sopracciglio, - un gonfiabile quando voi sarete quasi alla Riserva occuperà il celo di Madrid, sganciando sulla città soldi a palate-

WOW SONO SENZA PAROLE È GENIALE.

RISERVA ZECCA DI STATO

-MANTENIAMO LA CALMA SIGNORI- disse Berlino con voce autoritaria.
-Signori e signore ho due notizie da comunicarvi, una buona e una cattiva..la cattiva è che la banca di spagna sta subendo un attacco.. e la buna è che.. bhe gli assalitori siamo noi-

Le persone erano impaurite, urlavano.
Chi tiene stretto la mano della persona vicina, forse, senza neanche sapere chi fosse.

Quanto avrei voluto rassicurare uno ad uno e dirgli "ragazzi calmatevi noi non siamo pericolosi, siamo buoni, ve lo posso garantire" ovviamente non mi avrebbero potuto mai credere.

Ora avevamo portato gli ostaggi nell'altrio principale e Denver stava raccogliendo i pin dei loro cellulari.

A turno ci andammo a cacciare queste uniformi così potevamo indossare le nostre tute rosse.

Dopo che mi cambiai andai ad aiutare Denver e notai che Rio stava tenendo in mano una busta con i cellulari.

-ragazzi posso aiutarvi?-
-certo NewYork tu puoi raccogli i pin da quella parte- mi passò un block notes e una busta un pò più piccola della sua.

Andai dalla parte opposta per farmi dare i cellulari e i corrispettivi pin.
Erano tutti uguali con queste mascherine sugli occhi, mi facevano un pò impressione, con quelle croci bianche raffigurate sopra.

Non alzai lo sguardo di un millimetro, mi concetrai a dire
- nome cognome cellulare e pin-
-Jorge Valbuena 160318-
-cosa? -
Buttai a terra la busta con i cellulari per lo spavento.
È qui.

𝗖𝗛𝗜 𝗥𝗘𝗦𝗧𝗔 𝗦𝗢𝗙𝗙𝗥𝗘 𝗦𝗘𝗠𝗣𝗥𝗘 𝗗𝗜 𝗣𝗜𝗨̀/𝓑𝓮𝓻𝓵𝓲𝓷𝓸Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora