6

32 7 3
                                    

Cody è lì a giocare con la matita come un imbecille da ore, con lo sguardo fisso nel vuoto e con il cervello in un'altra dimensione .
Dire che la sua mente non sia lucida sarebbe una bugia...riesce ancora a scindere il bene dal male, ma nel mezzo ci trova sempre Mike e questo lo porta a fare di quelle puttanate che a raccontarle si prenderebbe a schiaffi da solo.

L'apice l'ha raggiunto, per l'appunto due ore fa, quando ha costretto Brayn a tacere sulla scoperta della nuova bisca. Silenzio durato comunque poche ore, perché l'idiota si è tradito ed ha spifferato tutta la faccenda.

Questo ha portato ad una lavata di capo da parte del superiore, che ha portato Brayn a non parlargli piu, che ha portato Cody ad avercela con mezzo distretto.

Tutto questo perché sono trascorsi 2 giorni da quella sera e di Mike non vi è traccia. Non ha chiamato Cody, non ha chiamato il cugino, non si è presentato agli allenamenti...è come se fosse sparito.

Pensavano che contattasse almeno Cody, che cercasse una spiegazione per i suoi comportamenti e per il suo silenzio...In fondo si frequentiamo da un po' una certa curiosità ed attaccamento dovrebbe essersi formato, ma la realtà, a quanto pare, è ben diversa.

-smettila di stare cosi è chiamalo- lo sollecita Brayn, levandogli la matita dal labbro superiore che magistralmente cercava di mantenere in equilibrio.
Ora gli parla quello stronzo!
-ehi, sono due ore che ci provo- risponde riprendendosi la matita
-oh lo so, fidati ...lo so- e con un colpo di mano degno di Arsenio Lupin, gli ruba il cellulare dalla scrivania e fa partire una chiamata, attivando il vivavoce. Poi abbandona "l'arma del delitto" tra i fascicoli e va via. Lo vede Cody, serafico, appoggiarsi al distributore del caffè, inserire le monetine ed aspettare la bevanda.

Torna nel mondo dei vivi solo quando sente Mike chiamarlo e li si accorge di quando sia stronzo quel pezzo di m...
-allora Cody....- gli urla Mike
-e...eccomi, ci sono..ci sono- gli risponde titubante
-ce ne hai messo di tempo per chiamarmi!-

In preda ad un attacco di ira colpisce la tazza piena di caffè, che Brayn gli ha appena portato, e la scaraventa sulla porta chiusa che ha davanti a se. Il liquido marrone cola enosorabile fin giu macchiando il pavimento bianco, i pezzi della tazza sparsi ovunque completano un quadro a dir poco squallido.

Un Bryan furioso asciuga come meglio può, quel beverone che noi chiamiamo caffè. Il sergente Mallory consegna al mio amico un rotolo di carta preso bagno e scappa via calpestando la scritta " shh..there's beer in here " della sua tazza. Cerca invano di richiamarlo Bryan, ma il sergente proprio non ne vuole sapere di prendere parte ai deliri dei suoi colleghi.

Mike ancora in linea ha un'idea di quello che Cody ha appena combinato e se la ride soddisfatto.

Sta davvero cercando di calmarsi. Ci sta provando.
No non è vero!
-chiamarti un cazzo!ringrazia quell'idiota che sta assorbendo il caffè...Altrimenti ti avrei chiamato l'anno del mai- gli strilla chiudendo il telefono e continuando ad inveire contro l'apparecchio come se le sue parole potessero raggiungere lo stesso Mike.
-idiota eh...non sono io quello che ha chiuso il telefono in faccia all'unica pista che avevamo sulla bisca- gli dice pacato il suo collega continuando a raccogliere i cocci della mia tazza preferita.

Cosi resta lì, in piedi, con lo sguardo rivolto al suo amico e la consapevolezza che le sue parole l'hanno colpito e affondato piu del previsto.
Ma non è pronto per affrontere nessuno, né Brayn né tanto meno Mike...cosi senza tirar fuori una singola parola, afferra la sua giacca e si dirige verso l'uscita del distretto.

Solo e pieno di rabbia vaga per la città camminando senza una meta per ore. Non avrebbe senso fare alcunché in questo stato, meglio smaltire tutto e con il senno di poi trovare una soluzione.
Alza lo sguardo da terra e torna al presente solo quando il cane di un barbone gli abbaia contro e cerca di afferrargli i pataloni nel vano tentativo di morderlo. Si sposta velocemente sulla sinistra per evitare la sua presa ed è solo allora che si rende conto di dove si trova. Di dove, involontariamente i suoi piedi l'hanno portato...Nell'unico posto dove non vorrebbe trovarsi, non in questo momento almeno o in queste condizioni.

Deve ammettere però, che il panorama che gli si staglia davanti è davvero splendido, ha sempre invidiato Mike per poter ammirare quello tutti i giorni. Passava ore ad osservare le manovre delle grandi imbarcazioni in entrata e in uscita dal porto, nei momenti di solitudine, era il suo passatempo migliore. Sognava una vita diversa, avventurosa come un novello pirata o un ricco armatore...poi immancabilmente arrivava Mike e gli demoliva i suoi sogni, come si fa con i vecchi palazzi pericolanti.

Con le spalle appoggiate alla lunga ringhiera, osserva questa fila di palazzi colorati ergersi eleganti sul porto, quasi a formare un sorriso messo li per salutare il popolo del mare in rientro dalle loro traversate. E ripensa a quelle vecchie storie che gli raccontavano da bambino, dove i popoli del mare avrebbero costruito questi palazzi per far alloggiare le loro concubine terresti. Oppure la sua preferita, dove vedeva il popolo del mare sconfitto dai terrestri e come pagamento avrebbero costruito questi palazzi resistenti alla salsedine.

Inavvertitamente un sorriso spunta sul suo volto, ripensare a tutte quelle storie lo rende sempre felice come un bambino.
-sempre con la testa fra le nuvole eh, sempre a pensare al mare.- lo sorprendente Mike prendendo posto di fianco a lui.
-cosa ci fai qui?-
-ti ho visto dalla finestra...mi ha sorpreso trovarti sotto casa mia- gli risponde tranquillamente mettendo su la sua classica aria serena, quelle che demolirebbe anche un saggio.

Sospira rassegnato a tutto questo, è sempre cosi quando c'è di mezzo lui. Mister perfezione può tutto, essere tutto... e tu, piccolo essere, non puoi nemmeno sognare il mare.
-andiamo subito al sodo, mi racconti tu qualcosa Mike o devo tirare ad indovinare? -inizia, sperando gli vada bene e racconti tutto di sua spontanea volontà, senza dovergli cavare le parole a forza.
-prova tu...hai sempre avuto un'ottima immaginazione-
vorrebbe dirgli tante cose, soprattutto che la sua non è immaginazione, ma bravura, non è diventato un detective con i punti delle patatine. Decide però di far finta di niente, ha bisogno di informazioni e la faccenda è già troppo complicata.
-vediamo d'indovinare allora- dice voltandosi verso il mare e appoggiando gli avambracci sulla ringhiera.
-qualcuno ti ha coinvolto in una partita di poker casereccio e poi ti ha iniziato alla bisca vera e propria, decantando tutti i soldi che avresti potuto guadagnare. Ma da quello che ho potuto vedere, qualche giorno fa, non hai vinto poi molto.
Ora ...dimmi come sono andato? Ah, gradirei qualche particolare in piu..- conclude soddisfatto voltandosi verso di lui, che guarda dritto davanti a se bello come non mai.

Con sua grande sorpresa inizia a raccontare, confermando piu o meno le sue parole. A convincerlo a giocare, per la prima volta, fu Mitchel. Una sera lo portò a casa del padre, dove si stava tenendo una piccola partitina fra amici e lui fu invitato ad unirsi a loro. Vince qualche mano, ma tutto fini li.

A contattarlo per introdurlo alla bisca fu proprio il padre di Mitchel colpito(a dir suo) del suo modo di giocare e dalla sua bravura nel blefare.
Ovviamente, comincia a saperne qualcosa anche lui.
Da lì fu un escalation discendente.
Aveva vinto centomila dollari e persi settecentomila in sole due serate.
Era nella merda fino al collo.

- a chi devi pagare questo debito?-azzarda Cody
-sei un poliziotto, metti insieme i pezzi!-
Ok, sta perdendo decisamente la pazienza. Non era una chiaccherata in armonia, era un rebus.
-vediamo...se ho messo insieme i pezzi giusti...devi "risarcire" il padre di Michel- sbuffa il poliziotto sempre piu infastidito.
Mike conferma la sua ipotesi con un gesto del capo, scuro in volto e nero nell'animo...

Cody aveva iniziato ad avere dei sospetti su di lui fin dall'inizio, ma la sua ricostruzione era fino a poco fa una mera congettura.
Ora tutto aveva un senso e tutti i tasselli erano al loro posto.
Il ruolo di Michel era chiaro, era il reclutatore, il talent scout del gioco d'azzardo. Lui addescava i clienti...li portava dal padre per sondarne le capacità e poi quest'ultimo gli introduceva alla bisca vera e propria.

-saresti disposto a darmi una mano in questo caso?- gli propose speranzoso
-ho altra scelta?- disse lui scaccandosi dalla ringhiera e dirigendosi verso il suo palazzo.

-Mike. ...- il tono che ne viene fuori è fin troppo drammatico per il momento
-era proprio necessario andarci a letto?-
-mi sono sempre piaciuti i biondi, lo sai ...non riesco a resistergli- gli rispose proseguendo il suo cammino.
Purtroppo per lui, lo sapeva bene.

Rimase li a contemplare il mare un altro po...poi, con una flemma che non gli apparteneva, si avviò verso casa.

Doveva chiamare Brayn al piu presto.

La Fortuna Del MareDove le storie prendono vita. Scoprilo ora