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Presente

Un affannato Brayn corre per i corridoi dell'albergo cercando di raggiungere la stanza nel minor tempo possibile. Le scarpe nuove stringono i suoi gia stanchi piedi e il tonfo che producono palesa la sua fretta. Quando arriva a destinazione trova Mike, fuori la stanza, seduto sulla moquette rossa con la testa fra le gambe.
La situazione è complicata ed i sensi di colpa di tutti i presenti sono tali da lasciarli senza fiato. Mike sa di essere stato raggirato, ma non riesce a darsi pace e Bryan urtato dal comportamento del cugino non riesce proprio a perdonarlo. Cosi si limitano ad osservarsi in cagnesco...

Era passato troppo tempo da quando Mike era stato portato in quella cella. I primi giorni passarono apatici a letto, quelli successivi a gridare la sua innocenza fino a quando non uscirono altro che lamenti strozzati e poi, nulla più, solo rassegnazione.
Le uniche visite erano quelle che gli concedeva Brayn, ma finivano sempre per litigare ...aveva proposto di aiutarlo, però in fondo lo riteneva colpevole per tutto ciò che riguardava Cody.
Cosi le emozioni si mischiavano, i sensi di colpa aumentavano, la speranza diminuiva e rabbia li teneva tutti stretti a se.

Non vi era via d'uscita alla sua situazione, nessuno credeva nella sua innocenza...per tutti era il fallito giocare di basket pieno di debiti con un fidanzato poliziotto fin troppo ligio al dovere.
Avrebbe dovuto ascoltare Michel e lasciarlo, allontanarlo da lui, mettere le distanze per il bene di tutti. Ma aveva gestito male tutta la faccenda, aveva tradito e trascurato Cody con la speranza che ha lasciarlo fosse lui, diventando vittima inconsapevole dei poteri forti. Poteri che ancora oggi anelava.

Sapeva benissimo chi fosse Michel quando si incontrarono e fece carte false per farsi notare ed abbordare dal biondo... mirava a diventarne il marito, il gioco d'azzardo fu un incidente di percorso.
Cody? Sarebbe stato un ottimo amante, infondo stravedeva per lui e se proprio non voleva saperne era liberissimo di andare per la sua strada

Ma non sempre il gioco va secondo i piani e cosi si ritrovò in carcere con l'accusa di favoreggiamento...un fidanzato in ospedale... ed un cugino con un forte istinto omicida.

La svolta lo colpì  in un momento di apatia, a dieci giorni dal matrimonio di Bryan. Inaspettatamente venne scarcerato..  tutte le accuse a sua carico  crollarono...Michel aveva confessato, imputando a se stesso ed al padre tutte le colpe, estraniando Mike da qualsiasi coinvolgimento nell'agguato a Cody Palmer, rimaneva solo la partecipazione alle bische clandestine.

Era andato a prenderlo Bryan e lo aveva accompagnato direttamente a casa, non una parola, una pacca sulla spalla o un "hai visto, si è risolto tutto". Lo aveva semplicemente lasciato sotto casa ed era ripartito nell'esatto momento in cui Mike si era girato per salutarlo.

Aveva passato cosi dieci giorni chiuso in casa, mangiando qualsiasi cosa fosse presente nell'appartamento e trascurando tutto il resto, anche se stesso. Fu un messaggio di Bryan, dove lo pregava di non presentarsi,  a tirarlo fuori di li e renderlo presentabile per la cerimonia. Capiva il gioco del cugino, ma era giunto il momento di affrontarli.

Aveva notato Cody subito, elegante ed instabile sull'altare, con un Bryan piu votato al suo collega che alla sua futura moglie.

L'aveva osservato tutto il tempo, sorridendo per gli atteggiamenti tipici che lo contraddistinguevano e stringendo i denti quando notava le enormi difficoltà che ancora aveva. C'era stato anche un momento di gelosia, quando il giovane figlio del comandante Smith aveva ottenuto il numero del cellulare di Cody e la promessa di una cena insieme. Ma la risata amara e sprezzante di suo cugino lo avevano riportato alla realtà, non aveva nessun diritto di essere geloso, non dopo tutto quello che aveva combinato.

Nonostante il tacito divieto del cugino, a metà serata lo aveva avvicinato... creando cosi "l'incidente diplomatico" piu grande nella storia della sua famiglia e pensare che voleva solamente scusarsi.

L'apice del paradosso l'aveva raggiunto quando aveva trovato Cody svenuto sul divano e Bryan, sopraggiungendo subito dopo, aveva imputato a lui la colpa dell'accaduto.

Passando oltre l'ostacolo momentaneo che rappresentava Mike, Bryan entra nella stanza inserendo la chiave magnetica nell'apposita fessura...non ha bisogno di voltarsi per sapere che Mike non lo seguirà.

Si chiude la porta dientro di se e con il cuore in gola raggiunge il letto dove, poco prima, aveva adagiato Cody.
-ehi, sei sveglio...come va amico?-
-cosa fai qui idiota...è il tuo matrimonio-
-ed io che mi preoccupavo- ribatte ridendo Bryan, ma cercando comunque di raccattare qualche informazione sul suo stato di salute.
- sto bene, basta! Sei ossessionante...- disse Cody all'ennesimo tentativo di rimettersi in piedi, fallito per la presenza ingombrante del collega.

Instabile sulle stampelle si dirige verso la porta intenzionato a lasciare il matrimonio, aveva subito troppo per quella giornata, le sue fragili e stanche ossa gridavano pietà.

Bryan lo guardava preoccupato e silenziosamente piangeva le lacrime piu amare che avesse mai versato. Si sentiva in colpa, perché lui aveva fatto entrare Mike nella sua vita...lui aveva taciuto e permesso tanta sofferenza. Cody non lo meritava, non meritava questo da lui.

L'ombra nel suo sguardo venne completamente offuscato dalle lacrime quando vide la mano di Cody ad un palmo dal suo viso. ..era li tesa, accompagnata dal suo sorriso meraviglioso in un invito difficile da rifiutare. Cosi afferrò la sua mano, ma invece di issarsi su, lo tirò stretto a se portandoselo addosso.
L'abbraccio sempre piu stretto come monito silenzioso al suo perdono.
-non è colpa tua, basta fare lo il piagnucolone e torna il solito figlio di puttana che sei...sono stanco di questa situazione...e...lasciami andare, cosa penserebbe tua moglie se entrasse ora- disse cercando di liberarsi dalla stretta di Bryan
-vedrebbe, semplicemente, due fratelli amarsi alla follia- sentenzio' il poliziotto riportando il collega verticale e aiutandolo a rimettersi in piedi.

Con il cuore e l'anima leggera, i due amici premono la maniglia della porta d'ingresso ed escono dalla stanza. La figura ancora rannicchiata di Mike si staglia potente nell'animo dei due ragazzi, ma solo uno gli tenderà la mano, mentre l'altro continuerà imperterrito per la sua strada.





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