05. Temporale

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"Non tutte le tempeste arrivano
per distruggerti la vita.
Alcune arrivano per pulire
il tuo cammino"





Di nuovo sola, sola nella mia bolla con i miei pensieri.

Era ormai pomeriggio quando lasciai il cortile della scuola e salutai Denise, prima di andare via mi diede il suo numero e mi disse che avrei potuto scriverle per incontrarci la mattina dopo.

Persa nei miei pensieri mi diressi verso casa, il sole stava tramontando e in giro per le strade c’era calma se non per il solito traffico sulle strade principali.

Mentre a passi lenti mi dirigevo verso casa mi  tornò in mente il ragazzo dagli occhi di ghiaccio, Ethan se non ricordo male. Pensai ai suoi occhi quella mattina, erano tristi, freddi e lontani. Cosa stava pensando?  Perché era lì?

Mentre pensavo a lui una goccia fredda mi sfiorò la guancia e mi portò ad alzare gli occhi al cielo, nuvoloni da temporale si stagliavano su tutta la città e i tuoni non presagivano nulla di buono, infatti dopo poco iniziò a piovere.

Guardai ancora il sole in lontananza che tramontava come una palla di fuoco poi vidi il contrasto con quelle nuvole piene di pioggia e mi scappò un sorriso.

Anche nelle giornate cupe c’è sempre uno spiraglio di luce.

Ho trascorso molte giornate cupe nella mia vita, momenti che sembravano non passare mai, i miei occhi erano quelle nuvole, le mie lacrime quella pioggia copiosa e violenta, i miei singhiozzi erano i tuoni. Solo con il passare degli anni mi accorsi che quel periodo della mia vita era attraversato anche da fulmini. Spesso si paragona il fulmine a qualcosa di cattivo, per indicare qualcosa di brutto si dice “un fulmine a ciel sereno”. La mia concezione di fulmine è diversa. Bene, avete presente quando c’è un temporale fuori? Quando il cielo è scuro e neanche il sole sembra più esistere? Ecco. Il fulmine è quello squarcio nel cielo che mi fa ricordare che esiste la luce, anche quando il sole non c’è.   

I miei momenti di luce erano rari, eppure c’erano. Bastava una carezza, un sorriso, uno sguardo di sfuggita. Attimi fugaci eppur significativi.

Persa nei ricordi non mi accorsi di essere a pochi isolati da casa fino a quando un vento freddo mi scosse e mi riportò alla realtà.  Sentì dei passi dietro di me calpestare una pozzanghera  formatasi con la pioggia. Mi voltai e vidi Mason distante pochi passi da me con lo sguardo rivolto alle sue scarpe ormai zuppe. Il suo sguardo si rivolse subito a me quando anch’io, voltandomi, schiacciai una pozzanghera. Immediatamente l’acqua gelida mi colpì le caviglie bagnando i pantaloni e facendomi rabbrividire.

“A quanto pare piace ad entrambi calpestare le pozzanghere” sentì dire. Mi voltai e Mason stava sorridendo con una faccia buffa. Anche lui aveva i pantaloni bagnati all’altezza delle caviglie e questo mi fece sorridere.

“A quanto pare alle pozzanghere piace trovarsi nei posti meno opportuni” risposi con un sorriso. Feci per voltarmi quando si presentò.

“Mason” disse allungando la mano verso di me.

“Camille” risposi afferrando timidamente la sua mano.

“Eri tu stamattina con Denise?” mi chiese ricominciando a camminare.

“Si” risposi riprendendo anch’io a camminare.

“Menomale” si passò una mano sulla fronte con fare teatrale “ci vedo ancora bene”

Sorrisi.

“Sei nuova?” mi chiese.

Annuì.

“E non sei di molte parole” constatò.

“Già hai capito tutto di me” dissi sorridendo, era buffo.

“Sono precoce” disse sorridendo e poi aggiunse “ io sono arrivato” indicando una casa.

“Anche io” risposi indicando qualche casa più in là.

“Allora non mancherà occasione di vederci, ciao Camille” mi salutò chiudendo l’ombrello, ormai aveva smesso di piovere.

“Ciao” risposi voltandomi e continuando verso casa.

Appena chiusi la porta alle mie spalle il tepore mi pervase, mi diressi subito in camera mia per mettermi qualcosa di più comodo e  recuperai il cellulare dai pantaloni.

Mi era arrivato un messaggio:

DA PAPA’:
Rientrerò tra poche ore, ho una bella notizia da darti.

A te che mi hai resa diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora