Ed è in certi sguardi che
si intravede l'infinito.La mattinata trascorse in fretta tra una lezione e l'altra e arrivò il momento di andare a mensa. Per tutta la mattina le mie uniche parole furono rivolte a Denise nonostante molti furono i compagni che vennero a presentarsi.
Prima di andare a mensa ci dirigemmo ai bagni e, nell'attesa che Denise finisse, mi rivolsi verso le finestre che davano all'esterno. I raggi del sole attraversavano le finestre del corridoio e il canto degli uccellini si mescolava al chiacchiericcio degli studenti stesi sul prato. Il verde circondava la scuola e tutto ciò mi fece ripensare alla mamma, sarebbe stata felice di vedere tutto quel verde, lei è sempre stata amante della natura.
Lasciai il mio sguardo scorrere tra le figure stese sull'erba fino a quando non notai in lontananza poggiato ad un albero lo stesso ragazzo dagli occhi di ghiaccio, i suoi occhi erano fissi su un uccellino poggiato a terra ma nonostante questo sembrava completamente assente. La sigaretta che pendeva dalle sue labbra andava via via consumandosi e lui, quasi con gesti meccanici, aspirava il fumo per poi lasciarlo andare via nel vento. Persino da quella distanza riuscivo a vedere i muscoli delle sue braccia guizzare ad ogni movimento, ogni suo movimento lo faceva sembrare un automa.
Vidi un ragazzo avvicinarsi e poggiarsi all'albero accanto a lui, e, come se avesse percepito la sua presenza il ragazzo dagli occhi di ghiaccio alzò lo sguardo al cielo e cominciò a parlare.
"Ci stiamo rifacendo gli occhi eh?" Denise mi fece prendere un colpo spuntando dietro di me.
"Io stavo solo..." cercai di giustificarmi ma venni interrotta
"Tranquilla stavo solo scherzando" disse rivolgendomi un sorriso "lui è Ethan" disse indicando il ragazzo dagli occhi di ghiaccio "mentre lui è Mason" disse indicando il ragazzo che gli stava accanto.
Proprio nel momento in cui lei indicò Mason i due ragazzi alzarono lo sguardo e si accorsero di noi, ma, mentre Ethan abbassò nuovamente lo sguardo con una smorfia, l'altro abbozzò un sorriso e alzò la mano a mò di saluto. Denise ricambiò il saluto sicura di sé e io distesi le labbra in una specie di sorriso imbarazzato.
Ci avviammo a mensa e anch'essa si rivelò davvero enorme e al suo interno, seduti ai tavolini o in fila per prendere il pranzo, c'erano centinaia di ragazzi. Cercai di guardarmi intorno il più possibile cogliendo sprazzi di colori ovunque, molti ragazzi parlavano animatamente, altri gesticolavano, altri ancora ridevano.
Seguì Denise verso un tavolo che era quasi pieno e mi accomodai accanto a lei. Molti dei ragazzi e delle ragazze seduti in quel tavolo si voltarono verso di me mentre Denise me li presentava uno per uno ma la mia timidezza mi impedì di iniziare una conversazione con qualcuno di loro.
Non so quanto tempo trascorsi lì in silenzio prima che una ragazza si rivolgesse a me "Camille quindi anche tu frequenterai il corso di arte?"
Annuì "Lo frequenti pure tu?" le chiesi riuscendo finalmente a ricordare il suo nome, si chiamava Margaret.
"Certo" rispose "anche Jack lo segue" disse rivolgendosi al ragazzo accanto a lei.
Jack annuì, solo allora mi accorsi che anche lui era rimasto in silenzio come me per tutto il tempo, forse anche lui era timido come me.
La mia timidezza molto spesso mi portava a non piacere alle persone, a volte risultavo noiosa o arrogante per il mio semplice non rivolgere la parola a nessuno e stare un po' sulle mie, ma questi giudizi mi hanno sempre fatto male perché io non sono così, anzi avrei voluto con tutta me stessa riuscire a conoscere persone nuove senza pormi problemi ma mi sono sempre sentita come ostacolata, sentivo la timidezza e la paura di essere sbagliata crescere dentro di me e impedirmi anche solo di proferire parola; questo molte persone non lo capivano e con il tempo ho imparato a farmene una ragione.
Mi fermai ad osservare Jack, sembrava così fragile nonostante la sua corporatura robusta e i suoi tatuaggi. I suoi occhi scorrevano da una persona all'altra prestando attenzione al discorso e sorridendo qualora ci fosse qualche battuta. Il suo sguardo si posò su di me e mi trovò lì a fissarlo incuriosita. Inizialmente si irrigidì ma subito dopo la sua espressione si sciolse in un sorriso amichevole che riuscì più degli altri a mettermi a mio agio.
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A te che mi hai resa diversa
Chick-LitCamille è disposta a tutto per raggiungere i suoi obbiettivi, persino andare ad abitare da suo padre e la sua compagna in una città dove non conosce nessuno. Incontrerà persone nuove, amici e non, ma soprattutto si imbatterà in due occhi che le camb...