07. Fino al punto di non ritorno

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"Però mi si ferma il battito"



POV'S CAMILLE

"Allora, come hai trascorso queste ultime ore senza di me?" fu la prima domanda che mi pose Mason. Non mi diede il tempo di rispondere che continuò:

 "Il tempo è relativo, il suo unico valore è dato da ciò che noi facciamo mentre sta passando" concluse con un sorrisetto.

 "Scommetto che è una frase di qualche filosofo" risposi scherzosa.

 "Albert Einstein, mi meraviglio di te Camille" mi prese in giro.

 "Che sia il migliore o il peggiore dei tempi è il solo tempo che abbiamo" citai anch'io aspettando che indovinasse.

 "Questa è facile. Arthur Buchwald" disse lui fiero.

 "Non pensavo la conoscessi" risposi sorpresa.

 "Io conosco tutto, tienilo bene a mente" concluse con un occhiolino.

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Tra una citazione e l'altra arrivammo a scuola con qualche minuto d'anticipo.

Vidi Denise in mezzo ad un gruppetto di ragazze e ragazzi che chiacchierava in modo allegro e fui indecisa se avvicinarmi o meno.

Non sono mai stata una ragazza intraprendente per quanto riguarda le relazioni sociali, è per questo motivo che rimasi sorpresa della facilità con cui Mason riuscì a mettermi a mio agio e farmi mettere da parte la timidezza.

Lui era accanto a me e sembrò cogliere il mio momento di incertezza. Mi disse di seguirlo e si diresse verso il gruppo in cui c'era Denise.

"Buongiorno ragazzi" salutò  con un sorriso raggiante.

"Buongiorno" risposero in coro gli altri.

Denise si voltò e mi vide "Ei Camille buongiorno" mi sorrise.

"Buongiorno" dissi un po' in imbarazzo avvicinandomi a lei.

Notai che era lo stesso gruppetto che il giorno prima era seduto a mensa.

Mason rimase un po' a parlare con i ragazzi mentre Denise continuò il discorso con le ragazze cercando di includermi il più possibile nonostante le mie risposte vaghe e sottovoce.

Mente le ragazze si confrontavano su alcuni compiti assegnati il giorno prima dal docente di lettere, il rombo di una moto catturò la mia attenzione. Ad una ventina di metri da noi un ragazzo stava parcheggiando la sua Yamaha.

I suoi movimenti attrassero il mio sguardo e mi ritrovai a fissarlo come incantata. Il ragazzo scese dalla moto e si tolse il casco, solo allora mi resi conto che si trattava di Ethan. I suoi capelli corvini erano lucidi e immobili sul suo capo, sembrava appena uscito da una rivista di moda.

Distolsi lo sguardo nel momento in cui una mano si poggiò sulla mia spalla.

“Camille io vado” mi disse Mason prima di iniziare a camminare in direzione di Ethan.

Lo salutai e i miei occhi tornarono a posarsi su quel ragazzo che tanto mi affascinava. Il mio cuore mancò un battito quando, voltandomi, trovai i suoi occhi già puntati nei miei.

Non riuscii a distogliere lo sguardo. Quegli occhi mi tennero incollata lì, e, guardando in quelle pupille di ghiaccio, anche il mio cuore sembrò per un attimo gelarsi. Un brivido mi scosse e solo allora distolsi lo sguardo. Mi convinsi che quel brivido era dovuto al leggero venticello che si era alzato ma, in cuor mio, sapevo che non era così.





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Ciaooo
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