"In quel sorriso c'era
il senso di tutto quello
che stavo cercando."Al suo ritorno papà mi diede davvero una bella notizia: Brad, il figlio della sua nuova moglie, sarebbe arrivato il giorno dopo e si sarebbe fermato per qualche settimana da noi.
Con Brad fu amicizia a prima vista. Lo conobbi il primo anno che venni a trovare mio padre.
Nonostante mi sembrasse strano stringere subito amicizia con il mio nuovo “fratellastro”, con lui mi sentì subito a mio agio.
Ricordo ancora i pensieri che mi frullarono per la testa i giorni prima di conoscerlo, pensai a tutte le possibili direzioni che avrebbe potuto prendere la nostra conoscenza, gli scenari che si presentarono nella mia testa oscillavano tra odio profondo e tolleranza reciproca; mai avrei pensato alla nascita di un’amicizia.Brad era completamente diverso dalla madre: lei bionda e con gli occhi scuri, lui moro e con gli occhi verdi; lei estroversa, lui profondamente timido e riservato.
La prima volta che lo vidi rimasi completamente affascinata dalla sua calma e dai suoi modi di fare e capì che in fondo il mio pregiudizio era sbagliato.
Subito dopo che papà mi diede la notizia decisi di mandare un messaggio a Brad:
“Quando pensavi di dirmelo? Sono profondamente DELUSA!”
Inviai il messaggio con un sorriso stampato sulle labbra, il solo pensiero di poter trascorrere pomeriggi senza annoiarmi mi rendeva felice.
La risposta non tardò ad arrivare:
“Ci vediamo domani piccola peste”
Ero davvero felice di rivederlo.
Quella sera andai a dormire presto, sognai occhi azzurri e anime dannate.
La sveglia fu la prima cosa che sentì appena aprì gli occhi, erano le 7 a.m. e alle 8 a.m. sarei dovuta essere all’entrata di scuola. Mi alzai e con passo lento andai a rinfrescarmi e a prepararmi. Dopo essermi vestita mi diressi in cucina a fare colazione e trovai Loren, la moglie di mio padre, alle prese con dei pancake.
“Buongiorno” sussurrai per niente sorpresa di trovarla lì.
“Buongiorno Camille, come stai stamattina?” mi chiese cordiale.
“Tutto bene, a che ora arriva Brad?” chiesi diretta, non è mai stato piacevole per me conversare le prime ore del mattino.
“Alle 7 p.m. va un suo amico a prenderlo all’aeroporto, arriverà a casa per le 8 p.m.” mi rispose. Annuì e lei mi porse una porzione di pancake.
Feci colazione persa nei miei pensieri, immaginai la mamma in cucina a mangiare i soliti cereali con il latte e il solito pane con burro e marmellata. La immaginai sorridente mentre, persa nei suoi pensieri, intonava una canzone sotto voce. Mi mancava la mamma, mi mancava vederla sempre con il sorriso sulle labbra e con la forza di un uragano, non si dava mai per vinta lei.
Decisi di chiamarla quel pomeriggio nonostante l’avessi sentita la sera prima.
Quando uscì di casa alzai lo sguardo verso al cielo, non avrebbe piovuto oggi, eppure il sole era coperto dalle nuvole e un leggero venticello scuoteva le foglie degli alberi. Mi diressi verso scuola e quando passai davanti casa di Mason sentì una porta aprirsi e una voce urlare:
“Si mamma, starò attento. Va bene mammaaa. Ciao.” E subito dopo la porta si chiuse.
Mi voltai in quella direzione e vidi Mason che dava le spalle alla porta e, con le dita che stringevano il naso all’altezza degli occhi, tirò un sospirò così forte che il ciuffo si spostò da un lato.
Quel ragazzo era buffo, la disperazione dipinta sul suo volto mi fece scappare una risata.POV’S MASON
Sentì una risata leggera giungermi alle orecchie e questo mi portò ad aprire gli occhi e ad allontanare la mano dal viso all’inizio del vialetto di casa c’era la ragazza nuova. Quando vide il mio sguardo rivolgersi verso di lei portò subito una mano sulla bocca a tentare di coprire il sorriso che aveva sulle labbra ma ormai l’avevo visto.
“Ah le mamme sono tutte uguali” decisi di avvicinarmi nonostante il suo viso stesse cominciando a diventare rosso. Anche ieri il rossore pervase le sue guance quando mi avvicinai a lei.
Camille tolse la mano dal viso e mi rivolse un timido saluto ricominciando a camminare, la sua timidezza era visibile in ogni suo gesto ma io decisi di insistere, mi incuriosivano i suoi modi di fare.
“Potremmo andare a scuola insieme” le dissi avvicinandomi “so che non ci conosciamo ma Denise mi conosce e quindi puoi stare tranquilla” appena finì la frase mi resi conto di aver detto una cosa senza senso ma questo sembrò divertirla perché annuì sorridendo di nuovo.
Non ero mai stato impacciato con una ragazza eppure lei aveva quel non so che di diverso.
Presi il cellulare e mandai un messaggio ad Ethan:
“Ci vediamo direttamente a scuola, il giro in moto lo faremo dopo le lezioni”
Dopo aver premuto INVIA mi rivolsi a Camille: “Allora? Come hai passato queste ultime ore senza di me?”
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A te che mi hai resa diversa
ChickLitCamille è disposta a tutto per raggiungere i suoi obbiettivi, persino andare ad abitare da suo padre e la sua compagna in una città dove non conosce nessuno. Incontrerà persone nuove, amici e non, ma soprattutto si imbatterà in due occhi che le camb...