09.L'amico di Brad

21 2 0
                                    

"Di tutte le cose che la saggezza procura per ottenere un'esistenza felice, la più grande è l'amicizia"
(Epicuro)

POV’S CAMILLE

Arrivai a casa e corsi in camera a posare lo zaino. Decisi di aspettare l’arrivo di Brad in camera mia, così mi sdraiai sul materasso che, con il peso del mio corpo, si abbassò di qualche centimetro.

Pensai a cosa fare in quella mezz’ora di attesa, guardai i libri riposti sulla scrivania ma ero troppo pigra per alzarmi e prenderne uno così afferrai il cellulare e cominciai a smanettare sui social.

Risposi a Nicole che aveva mandato una sua foto mentre faceva una smorfia e poi andai sulla chat con la mamma. Vidi che era online quindi le scrissi un messaggio:

“Posso chiamarti?” digitai prima di premere INVIA.

Non attesi molto prima di ricevere la sua chiamata e mi si scaldò il cuore quando sentì la sua voce. Le raccontai la mia giornata e dopo una decina di minuti ci salutammo poiché doveva riprendere a lavorare.

Erano ormai passati venti minuti quando sentì bussare alla mia porta.

“Avanti” risposi e, dopo qualche secondo l’imponente figura di mio padre si presentò davanti alla porta.

“Tuo fratello arriverà a minuti. Se vuoi scendere noi siamo di sotto ad aspettarlo.” Mi annunciò con tono tranquillo. Risposi che sarei scesa a minuti e lui chiuse la porta alle sue spalle.

Aspettai di sentirgli scendere le scale e, dopo aver sospirato, mi tirai a sedere sul letto. Lentamente mi stavo abituando all’idea di vedere mio padre in giro per casa, quando stava ancora con noi non era molto presente.

Mi ridestai dai miei pensieri e mi alzai dal letto per scendere al piano di sotto, dopotutto quello era un giorno felice, finalmente avrei rivisto Brad.

Quando scesi l’ultimo gradino sentì il suono del campanello invadere la casa. Trepidante per l’arrivo del figlio, Loren corse alla porta e, appena la aprì un sorriso affiorò sulle sue labbra.

Si fiondò tra le braccia del figlio e, quando si staccò, lo fece finalmente entrare dentro. Brad salutò mio padre e subito dopo venne a stringermi in un forte abbraccio.

“Bentornato” gli sussurrai all’orecchio prima di lasciargli un bacio sulla guancia.

“Grazie piccola peste, anche io sono felice di rivederti” mi rispose scompigliandomi i capelli.

Mi voltai e vidi mio padre entrare con in mano una valigia di Brad mentre, con il sorriso sul volto, discuteva con qualcuno. Appena il ragazzo fece capolino sulla porta mi accorsi che si trattava di Mason.

“Mason lascia, ti ho detto che le avrei scaricate io” disse Brad avvicinandosi a lui e aiutandolo a portare dento le ultime cose.

“Ti fermi per cena Mason?” chiese Loren al ragazzo.

“No grazie signora, i miei genitori mi aspettano a casa” rispose Mason sicuro di sé.

“Ti ho già detto di non chiamarmi signora, mi fai sentire vecchia!”

Mason sorrise e poi si voltò verso di me trovandomi ad osservare la scena perplessa, evidentemente era lui l’amico che era andato a prendere Brad all’aeroporto.

“Ciao Camille” mi salutò con un sorriso.

“Ciao Mason” salutai un po' in imbarazzo per essere stata sorpresa a fissarli.

“Allora già vi conoscete. Camille mi dispiace per te ma questo rompi coglioni sarà sempre qui intorno da ora in poi” disse Brad poggiando un braccio sulla spalla dell’amico in modo plateale.

Mason lo spinse scherzosamente e sussurrò “Stronzo!” prima di farmi un sorriso.

“Amico non la starai fissando troppo?” osservò Brad dopo qualche secondo che lo sguardo di Mason rimase fisso su di me.

L’amico alzò gli occhi al cielo e si diresse in cucina a salutare.

“Sicuro che non vuoi fermarti a cena con noi? Ne sarei felice” sentì chiedere a Loren ma Mason rimase sicuro della sua risposta così salutò i due e poi si diresse verso di noi.

“Bene amico, grazie di tutto” lo salutò Brad.

“E di che amico mio” rispose l’altro dandogli una pacca sulla spalla e rivolgendosi subito dopo a me “a domani Camille” mi salutò prima di dirigersi verso l’uscita.

Si fermò poco prima di varcare la soglia e si voltò nuovamente verso di me e per un momento sembrò indeciso.

“Se ti va domani potremmo andare di nuovo a scuola insieme” mi chiese con una punta di speranza.

“Potremmo” gli concessi.

“Allora a domani” mi salutò sorridendomi.

“A domani”

Appena Mason varcò la soglia e si chiuse la porta alle spalle il mio fratellastro fece un fischio “ La piccola peste ha fatto colpo” fece una risatina prima di ricevere un colpo sul braccio da parte mia.

“Scemo” gli dissi con un sorriso prima di dirigermi in cucina seguita da lui.

La cena trascorse tranquilla mentre Brad ci raccontò dei suoi mesi trascorsi fuori. Quando mi rintanai nella mia camera ripensai a quegli occhi verdi e mi venne da sorridere, quel ragazzo mi piaceva davvero. Caddi tra le braccia di Morfeo mentre nella mia testa il ricordo di quegli occhi verdi veniva sostituito dal ricordo di altri occhi freddi come il ghiaccio.




A te che mi hai resa diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora