10. Ethan

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"Scese, evitando di guardarla
a lungo, come si fa col sole;
ma vedeva lei,
come si vede il sole,
anche senza guardare"

Lev Tolstoj


Svegliarsi  con i raggi del sole che filtrano dalla finestre è sempre stato uno dei miei modi preferiti per dare inizio alla giornata.  

Mancava qualche minuto al suono della sveglia ed io ero già pronta per affrontare quella giornata con un sorriso sulle labbra.

Scesi a fare colazione e incontrai Brad in cucina già pronto per la sua solita corsa. Indossava una t-shirt larga e dei pantaloni di una vecchia tuta che lo fasciavano alla perfezione.

“Neanche oggi rinunci a correre, potevi restare a dormire ancora un po'” gli dissi raggiungendolo al tavolo subito dopo avergli dato il buongiorno.

“E perché mai piccola peste. Non sono abituato ad oziare come te” risposte facendomi una linguaccia prima di addentare la sua colazione.

“Io non…” prima ancora che finissi la frase la sua voce mi interruppe.

“Domani non avete lezioni, potremmo organizzare un pic-nic con Mason e alcuni miei amici. Se ti va puoi invitare qualche tua amica, ovviamente non ci dispiacerebbe qualche ragazza in più” concluse con un sorrisetto.

“Mi dispiace per te chico ma come ben sai non sono molto espansiva e le mie “amicizie” sono veramente poche” risposi sedendomi accanto a lui.

“Dovresti iniziare a socializzare”

“Sono qui da poco, lo sai che non è facile per me” gli sussurrai ormai stanca della solita storia.

“Lo so” disse dandomi un rapido abbraccio e un bacio sulla guancia.

Sapevo che quello era il suo modo di chiedermi scusa.

Per molti anni della mia vita ho sentito le solite frasi “perché non fai amicizia con qualcuno?”, “sei sempre sola”, “dovresti essere più socievole”, ho sempre lasciato pensare che queste affermazioni mi scivolassero addosso eppure non è mai stato così. Ho sempre sofferto per il mio non riuscire a fare amicizia, ho sempre provato a cambiare il mio carattere ma la mia timidezza mi ha sempre impedito di fare il primo passo.

“Posso chiedere a Denise, magari le farà piacere venire con noi” gli dissi pensando all’unica persona con cui avessi davvero parlato in quei giorni.

“Certo. Poi se parli di Denise Anderson come potrei dirti di no”

 “La conosci?” chiesi.

“La conoscono tutti Cami” disse con un sorriso.

“Perché?”

“Lo capirai presto anche tu.”

Brad si alzò e lavò il suo piatto per poi venire a baciarmi la guancia e salutarmi prima di uscire di casa.

“Salutami Mason” urlò prima di chiudersi la porta alle spalle.

Continuai a chiedermi il perché delle parole di Brad  su Denise ma poi lasciai cadere la cosa perché non avrei saputo rispondermi.

Quando uscii di casa trovai Mason davanti al vialetto di casa sua ad aspettarmi e in modo istintivo controllai l’orologio. Ero puntale.

“Ei” mi salutò alzandosi dal muretto su cui era poggiato.

“Buongiorno, scusa se ti ho fatto aspettare”

“Tranquilla sono uscito io in anticipo e poi non avevamo programmato un orario quindi saresti stata in orario a prescindere” disse grattandosi la nuca.

“Ti saluta Brad” dissi a corto di argomenti.

“Certo” disse sorridendo per poi aggiungere “Ascolta non era previsto ma te lo chiedo lo stesso. Per te è un problema se si aggiunge a noi un mio amico? In genere non viene mai con me la mattina ma proprio oggi ha avuto un problema e…”

“Tranquillo Mason, nessun problema” lo interruppi.

“Grazie Cami”

“Quando arriva il tuo amico?”

“Casa sua è al prossimo isolato, lui è già fuori che ci aspetta”

“Non facciamolo aspettare allora” dissi allungando il passo.

“Allora, come vi siete conosciuti tu e Brad?” chiesi per smorzare il silenzio.

“Ah bhe, in realtà da piccoli giocavamo sempre insieme vista la vicinanza delle nostre case però il nostro legame si è stretto quando abbiamo iniziato la scuola. Lui è un anno più grande ma andavamo e tornavamo da scuola sempre insieme. Il pomeriggio spesso ci incontravamo o per guardare qualche partita o per uscire e anche se ora non ci vediamo tutti i giorni il rapporto tra di noi è rimasto quello di sempre”

Mentre lui parlava cominciavo a scorgere una figura in lontananza e immaginai si trattasse proprio del suo amico.

“Si vede che avete un bel legame e che vi volete bene”

“Si, spero che con gli anni non ci perderemo di vista. Comunque lì c’è Ethan” disse alzando una mano per salutarlo.

Solo quando sentì quel nome capì chi era l’amico che sarebbe venuto con noi e il mio cuore mancò un battito

POV’S ETHAN

“Stupida moto” sbruffai tirando un calcio a vuoto. Proprio quella mattina aveva deciso di non partire.

Avevo bisogno di aria, di sentire l’aria sferzarmi il corpo e di vedere gli alberi scorrermi accanto ad alta velocità.

Proprio oggi doveva succedere! Cazzo!

Presi il cellulare e chiamai Mason, speravo che almeno lui sarebbe stato capace di aiiutarmi.

“Amico che succede?” fu la prima cosa che chiese appena rispose, non ero solito chiamare la mattina. Anzi non era  da me fare telefonate in generale.

“Mason alza il culo e vieni a prendermi, stamattina la moto fa i capricci.” So che non è corretto riversare la mia rabbia su di lui eppure ero così incazzato!

“Amico calmati, stamattina non posso. Mia madre è già uscita con la macchina e comunque non avrei potuto lo stesso”

“Perché no?” chiesi cercando di mantenere il controllo.

“Ecco stamattina ho promesso a Camille che saremmo andati a scuola insieme, non ho neanche il suo numero di cellulare quindi non potrei neanche disdire” il mio amico sembrava imbarazzato mentre mi parlava di questa ragazza. Tra me e lui non è mai stato difficile parlare di ragazze eppure Camille doveva essere speciale per lui.

“Va bene Mas, verrò con voi a piedi. Muovetevi però che già sono nervoso” gli dissi prima di salutarlo

Quella ragazza lo aveva davvero colpito. Mason non era mai stato un ragazzo impacciato con l’altro sesso eppure con Camille sembrava un altro, non faceva che parlare di lei.

Eppure da una parte riuscivo a capirlo, quella ragazza era davvero una bomba.

Mentre quei pensieri si facevano  strada nella mia testa li vidi in lontananza. Mason alzò una mano per salutarmi e io gli feci un cenno di saluto.

Mentre si avvicinavano riuscì a notare ancora di più la bellezza di quella ragazza, ciò che la rendeva ancora più carina era il lieve rossore che le stava colorando le guance.

“Buongiorno, io sono Camille” mi salutò allungando la mano.

“Ethan” le feci cenno con la testa e lei ritirò la mano imbarazzata.

Lo so, sono uno stronzo.    

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Ehy guys, vi sta piacendo la storia?
Come la continuereste?
Mason cadrà a breve tra le braccia dell'amor🌸



A te che mi hai resa diversaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora