Capitolo 12

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Era deciso, non so come avrei fatto, ma io dovevo rincontrare quel lupo...

Era da troppo tempo che ci pensavo. Dovevo solo farlo, senza se e senza ma. Furono passati solo due giorni da quando capii la vera natura di quel lupo e stamattina decisi che oggi era il giorno giusto per farlo. Jake si fermava a scuola per un allenamento e Tess doveva stare con suo fratello a casa, quindi non avrei avuto distrazioni. Sapevo cosa fare, e sopratutto, volevo una risposta alle mie domande.
Quando finii tutte le lezioni, salutai Jake e Tess e incominciai ad incamminarmi. Cercai Tyler con lo sguardo mentre mi trovavo ancora vicino la scuola e lo trovai, mentre lui già mi osserveva da un po'. Volevo che mi seguisse, volevo che il suo lupo mi seguisse. Dovevo sapere se era lui quel lupo stupendo che a volte mi tormentava di notte e so che posso sembrare impazzita, ma lo devo fare.
Mi rigirai per vederlo, ma era già sparito dalla mia visuale. Forse aveva capito che sarei stata da sola e voleva coglierne l'occasione. Allungai il passo e dopo dieci minuti mi trovavo già in mezzo al verde. Mentre camminavo sentii dei vari scricchiolii di foglie secche, ma non ero affatto preoccupata, dovevo mantenere la calma sennò se ne sarebbe andato. Ero sicura di quello che facevo. Finsi di farmi male la testa e mi appollagliai su un albero, mentre lo aspettavo. Sapevo che sarebbe venuto, me lo sentivo.
Ed eccolo lì, ancora più bello di come lo ricordavo. Spuntò all'improvviso tra i cespugli e si avvicinò a passo felpato mentre io ero rimasta ammaliata dalla sua bellezza.
«Eccoti qui di nuovo» dissi con voce dolce, il lupo capì che non ero spaventata e continuò ad avvicinarsi sempre di più. Lo devo ammettere, avevo un po' di paura, ma volevo vederlo di nuovo e volevo toccare di nuovo il suo stupendo manto.
Senza che me ne accorgessi era ad un passa da me, ma non era in posizione d'attacco, era tranquillo, come se sapesse ciò che sentivo. Era molto grande a dire il vero, ovviamente me lo aspettavo, non era un semplice lupo. Senza fare alcun rumore si appollagliò vicino alle mie gambe e si distese completamente.
«Lo sai che sei proprio bellissimo?» dissi con tutta sincerità. Alzò leggermente il muso per guardarmi negli occhi e poi appoggiò la testa sulle mie gambe. Non so perché, ma non sentì alcuba traccia di paura o terrore, anzi mi piaceva. Ok, ero completamente impazzita, non c'erano altre spiegazioni.
Iniziai ad accarezzare il suo manto. Era così morbido che non volevo più staccare la mano. Dopo vari minuti in quella posizione mi venne un'idea. Volevo provare a chiamarlo con il suo nome, se si sarebbe alzato, allora doveva essere per forza lui.
«Tyler alzati che devi tornare a casa...»
Non appena ebbi pronunciato quel nome il lupo alzò il capo guardandomi e poi fece una cosa inaspettata. Sentì diversi mugolii dalla sua parte e poi scappò via. Ora ero sicura. Era lui...
Una volta tornata a casa decisi di mangiare qualcosa, avevo molta fame. Arrivai in cucina dove c'era la signora Grace, la nostra domestica, che era intenta nel preparare un dolce. Decisi di farmi un panino veloce, e mi offrii di aiutarla nel preparare un tiramisù, dopo varie discordie si arrese e insieme iniziammo a prendere gli ingredienti.

Non pensavo che quel tiramisù venisse così buono. Dopo che io e la signora Grace finimmo di preparare il dolce, mi obbligò ad andare di sopra a studiare perché lei doveva ripulire tutto il pasticcio che avevo combinato. E quando la cena fu finita, la signora Grace ci fece assaggiare il dolce ed era squisito.
Probabilmente era l'unico dolce che mi era uscito bene in tutta la mia vita.

~~~~~~~~~~~~~~~~~

La mattina seguente mi alzai di malavoglia e mi preparai con dei semplici leggins e una felpa rossa sportiva con le mie converse. Salutai Kate e mio padre con un bacio sulla guancia e entrai in macchina con Jake, che mi stava ancora prendendo in giro per ieri sera, quando a musi che avevi fatto io il dolce. Non lo ascoltai per tutto il tempo, oggi ero stanca, e la mia mente finiva solo a pensare ad una persona. Ero sicura che prima o poi gli avrei parlato.
Scesi dalla macchina lentamente, Jake si diresse dai suoi amici. Non me la sentivo oggi di andare a scuola, mi appoggia sulla portiera della macchina e mi osservai intorno, lo cercavo. Ad un tratto il mio sguardo finì sulla persona che io stavo cercando, mi guardava confuso. Stanca di tutto mi diressi verso il bosco. Mentre camminai sentii qualcuno seguirmi, era lui, lo sapevo. Era a pochi passi da me ma ancora non fiatava. Decisi di parare io.
«So cosa sei.» dissi convinta ma allo stesso tempo confusa.
«E dimmi, hai paura?» chiese con decisione mentre sentivo i suoi passi avvicinarsi sempre di più.
«No, non ho paura di te» affermai voltandomi verso di lui. Nei suoi occhi intravidi una specie di luccichio.
«Ne sei sicura? Sai di cosa sono capace?» chiese curioso di una mia risposta.
«So di cosa sei capace ma non mi interessa, in realtà ti volevo chiedere una cosa», abbandonai per un secondo il suo sguardo chiedendomi se fosse una domanda sensata da fargli.
«Perche non mi hai attaccata?» domandai riluttante. Non sono riuscita a tenere la bocca chiusa e so anche che posso sembrare una stupida ai suoi occhi na non m'interessa.
Fece per pensarci, poi riportò i suoi bellissimi occhi sui miei.
«Risponderò a tutte le tue domande a tempo debito» disse solamente.
E adesso? Non aveva paura che io parlassi?
«Non hai paura che io lo dica a qualcuno?» chiesi curiosa. «No.» affermò. «E perché?»
«Perché se volevi parlare lo avresti già fatto, e invece non l'hai fatto.» Spuntò un piccolo sorriso mentre mi guardava vittorioso.
«Ti devo fare molte domande...» dissi dubbiosa che accetterà.
«Allora vieni con me»
«Dove?» chiesi curiosa. «Lontano da qui, tutti ci potrebbero sentire»
«Allora fammi avvisare mio fratello.»
Presi il telefono dalla tesca posteriore dei jeans e mandai un messaggio a Jake.

A Jake:
Jake mi sono sentita poco bene, sono tornata a casa, non ti ho detto niente per non farti preoccupare. Tranquillo, ci vediamo a casa.

Da Jake:

Ok, se sei a casa cerca di riposare. Tornerò verso sera per via degli allenamenti ma tuo padre dovrebbe tornare pomeriggio a casa. Stendi ti sul letto. Baci.

Sorrisi, gli volevo bene, anche se non era davvero mio fratello. Si prende sempre cura di me e io non smetterò mai di ringraziarlo.
«Ok, andiamo» dissi convinta gitandomi dalla sua parte.
Prese le chiavi della sua macchina, presumo, e ci diriggemmo per una strada dove nessuno ci poteva vedere. Arrivammo verso la sua auto, e ci diriggemmo verso una mena a me estranea.
«Dove mi stai portando?» chiedi curiosa.
«Tu fai troppo domande» disse senza nessuna nota di fastidio o irritazione.
Misi il broncio, e lui rise.
«Lo scoprirai...»
Rimasi in silenzio per tutto il viaggio e dopo circa quindici minuti arrivammo a destinazione. Eravamo circondati da alberi, in mezzo al bosco. Ci fermammo davanti ad un enorme cancello. Un uomo venne verso di noi, controllando dal finestrino del conducente.
«Oh Alpha, già di ritorno?» chiese l'uomo inchinandosi leggermente. Aspetta cosa? Alpha?! Ora capisco...gli occhi rossi. Come ho fatto a non rendermene conto?
«Si Murphy, oggi abbiamo un ospite» affermò mentre tutti e due puntarono gli occhi su di me.
«Aspetti che la lascio passare»
Aprì il cancello e quello che vidi mi lasciò a bacca aperta. Era enorme, era più grande anche di un semplice albergo, sembravano cinque alberghi messi insieme.
«Allora? Esci o vuoi restare ad osservare?» chiese rischiando di scoppiare a ridere.
Lo guardai male e scesi dalla macchina.
«Ma è enorme per una sola famiglia» dissi rischiando di inciampare sui miei passi.
«Infatti qui ci vive un'intera comunità.» affermò con fierezza.
«Cosa?»

𝗟𝗼𝘃𝗲 𝗺𝗲 𝗮𝘀 𝗜 𝗵𝗮𝘁𝗲 𝘆𝗼𝘂. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora